Mayonaka no Yajisan Kitasan: stravagante debutto alla regia per Kankuro Kudo (sceneggiatore di successi quali Go e Ping Pong, indietro per il blog) che decide di realizzare uno di quei non frequenti film surreali e grotteschi pieni di stramberie che possono divertire moltissimo o essere immediatamente odiati. Giappone feudale, piu' o meno, Yaji e Kita sono due omosessuali, Kita e' pure un drogato (eroina e pasticche), che per dare una svolta alla propria vita decidono di compiere pellegrinaggio al tempio di Ise; lungo la strada si fermeranno in varie stazioni, quella della Risata, quella del Desiderio, quella della Canzone, tutte ugualmente strampalate e fantasiose: e' uno di quei film in cui le leggi della fisica o del tempo non valgono niente, per cui aspettatevi di vedere i due eroi rombare su una fiammante moto custom o giocare a tetris con dei cadaveri. L'umorismo vira spesso su toni decisamente oscuri: durante la loro prima sosta, per esempio, verranno costretti a partecipare ad una gara di manzai (una specie di cabaret a coppie) ma con scarsi risultati, solo grazie agli spasmi e alle contorsioni di Kita in crisi d'astinenza, nel frattempo sta cercando di disintossicarsi, riusciranno ad ottenere il favore del pubblico suscitando grandissima ilarita'. Il ritmo e la sceneggiatura reggono il passo senza problemi per circa meta' film, poi gli eccessi cominciano a diventare troppo caotici e confusionari, difficili da seguire ed estremamente lenti nello svolgimento; abuso di onirici effetti speciali, funghetti magici, varie guest-star d'eccezione, e deliri sempre piu' estremi. Penso che sia difficile non trovare una o due scene solleticanti, ma l'insieme e' troppo srelogato e ammassato.

Piu' di un Gioco: e' un libro scritto a 4 mani da Phil Jackson, uno dei piu' grandi allenatori di basket contemporanei e forse d'ogni epoca, e Charley Rosen, suo amico nonche' ex-giocatore, ex-allenatore, giornalista e scrittore sportivo di basket. La maggior parte dei libri sportivi piu' o meno velatamente sono scritti da due persone: l'uomo di sport soggetto e oggetto del libro e uno scrittore professionista che riesca a trasformare i suoi balbettii gutturali e sconnessi in un testo leggibile. Qui succede (probabilmente) la stessa cosa ma in maniera piu' strutturata e complessa: il libro e' infatti una duplice autobiografia in cui i due autori raccontano, alternatamente, la propria vita (fino all'inizio della seconda stagione ai Lakers di Jackson). Esperienze lontane, l'incontro, l'amicizia, esperienze comuni: all'interno delle due autobiografie si trovano vari passaggi in cui l'uno racconta dell'altro, quindi biografie reciproche nelle proprie autobiografie; come se non bastasse l'obiettivo di entrambi non e' esattamente il racconto della propria vita, ma la descrizione del rapporto con il basket, l'amore per lo sport, la filosofia alla base e tutto il resto. Ogni pagina contiene brevi biografie, racconti e aneddoti di tutti gli altri personaggi sportivi incontrati: giocatori, altri allenatori, proprietari e, naturalmente, il mistico Tex Winter, il Maestro del Triangolo. Non staro' a provare a spiegare cosa sia il triangolo (e' un sistema offensivo in triplo post), forse riuscirei a farlo ma impiegherei troppe parole e confuse: il segreto e' mostrare come alla base di ogni scelta tattica esista un pensiero guida intellettuale e ideologico a spingere verso una scelta piuttosto che un'altra, difeso e perseguito con il massimo della volonta'; il Triangolo e' un metodo particolare, molto noto, completo, difficile da insegnare, uno di quelli che tutti dicono di conoscere o vorrebbero conoscere ma che nessuno poi usa per una ragione o per un'altra. Uno stralcio di vita nel basket americano da chi ha preferito uscirne e diventarne spettatore e chi invece vi e' rimasto all'interno come protagonista (Phil Jackson: titoli vinti 11, 2 da giocatore, nove da allenatore).