Humanity and Paper Ballons: ecco uno dei rari esempi di cinema giapponese precedente alla Seconda Guerra Mondiale (1937) che sia possibile vedere sottotitolato in inglese; questo e' uno dei tre film sopravvissuti (su 22, ma non so esattamente che fine abbiano fatto gli altri: se siano andati distrutti ''accidentalmente'' o volontariamente in seguito a decisioni politiche) di Sadao Yamanaka, ricordato come uno dei grandi geni nascosti del cinema orientale (uno degli altri film e' l'originale di quel Tange Sazen uscito recentemente, indietro per il blog), che mori' in Manciuria all'inizio della Guerra all'eta' di 29 anni. Dato il periodo il film appare estremamente povero: un'unica e ridotta location, una manciata di attori, riprese statiche; non c'e' una trama vera e propria: vengono raccontati alcuni avvenimenti svoltisi in un piccolo villaggio interessandosi soprattutto dei membri della comunita' piuttosto che dello svolgimento di una vicenda unitaria. Strutturato circolarmente il film si apre con il ritrovamento del cadavere di un vecchio samurai caduto in disgrazia, talmente povero da aver venduto la propria spada ed essersi ridotto al disonore del suicidio per impiccagione: gli abitanti del villaggio non ne sembrano particolarmente turbati e, in effetti, questo e' il terzo suicidio da qualche tempo a cui assistono e ormai si sono abituati. I personaggi sono caratterizzati con brevissimi tratti: c'e' un vecchio cieco che convince poco della sua menomazione (un precursore di zatoichi?), vari venditori ambulanti, il proprietario terriero, un paio d'altri samurai, un aspirante dominatore del luogo che trama nell'ombra. Il film e' vecchio, e' un documento storico e vale per tanto: si vedono, gia' ampiamente sviluppate, molte tematiche e stili che faranno poi la fortuna del cinema giapponese del dopo guerra; si guarda piacevolmente.