The Buffalo Hunter Hunter (2025): non è un errore, è 'il cacciatore di cacciatori di buffalo'. Ultimo romanzo di Stephen Graham Jones, ho deciso di dargli un'altra possibilità dopo non essere rimasto felice del suo strafamoso "My Heart is a Chainsaw". 
Sono felice di averlo fatto, questo è un ottimo romanzo.
Intrigante narrazione su 3 livelli di profondità. 
Nel 2012, una non più giovane accademica tenta disperatamente di salvare la propria carriera: deve pubblicare qualcosa di significativo o arrendersi a essere licenziata; la sua fortuna potrebbe cambiare con il ritrovamento di un prezioso, spera, reperto storico: il diario di un suo antenato. Questa cornice apre e chiude il romanzo.
Nel 1912, nel suo diario, un pastore luterano (l'antenato) inizia a descrivere e testimoniare alcuni fatti straordinari: misteriosi omicidi nella cittadina del neonato stato del Montana dove vive e predica; un giorno, poi, durante la messa domenicale, un nativo americano comincia a partecipare al servizio e intrattenersi con il pastore.
Il terzo livello del romanzo è la trascrizione del racconto della vita di questo nativo americano, la sua confessione come lui la definisce, riportata dal pastore tra le pagine del suo diario. Questo terzo racconto comincia circa 80 anni prima del 1912. 
NOTA: Jones è di discendenza indiana americana. 
I tre racconti sono chiaramente contraddistinti da tre voci differenti per scelte linguistiche, costruzione delle frasi, cultura e contesto storico; questa imitazione storica non vuole essere esatta o accademica, serve soprattutto all'atmosfera e a rendere l'idea del carattere dei personaggi, tuttavia può offrire una certa resistenza alla comprensione: parole usate con significati modificatisi nei decenni, spelling leggermente diversi e il complesso/semplice sistema di nomenclatura degli indiani.
E' un horror western.
E' un western di quelli invernali con setting in Montana, ed è un horror di quelli con un protagonista vampiro che racconta la propria origine. 
Non vorrei chiamarlo "intervista col vampiro western", ma funziona. 
Il cuore della storia, tuttavia, non è l'avventura western del vampiro, ma la nascita degli Stati Uniti. 
E' il libro perfetto per questo giro d'anni, perché violentemente intriso di odio e rancore contro gli americani.
L'autore ha ambientato le vicende intorno a fatti storici realmente accaduti, e questi fatti storici realmente accaduti sono generalmente massacri di nativi americani traditi e attaccati da un esercito straordinariamente più potente e attrezzato. Ricorda qualcosa.
Oh, sia chiaro: gli Stati Uniti non sono certo la prima nazione fondata sul sangue.
Un popolo di cacciatori con una ricca cultura di tradizione orale. 
I depositari di questa cultura, uccisi, non hanno potuto trasmetterla e si è persa; poi ci sono i bisonti. 
Chiaramente, dal titolo, i bisonti sono al centro della narrazione: i dati ufficiali parlano di una popolazione di bisonti circa di 60 milioni di unità, ridotta a un conto di 541 nel 1889 per opera dei cacciatori americani.
Cancellare la cultura, annichilire la principale fonte di sostentamento, uccidere donne e bambini; i protagonista della trama più interna al libro, divenuto vampiro, trascorre e dedica la sua maledetta esistenza alla vendetta. 
Sto molto semplificando, è molto più complicato ma l'intreccio è importante e i singoli fatti sono rilevanti e non voglio fare spoiler.
NOTA2: l'autore spende molto tempo a spiegare usi e costumi degli indiani.
La lunghezza dei capitoli e l'ordine dei personaggi che raccontano sono organizzati per dare un'idea di tempo che passa e un preciso ritmo narrativo: i capitoli del pastore sono più frequenti e più corti, perché pagine di un diario scritte ogni pochi giorni; quelli del vampiro sono più lunghi perché solo una volta alla settimana, come riportati dopo gli incontri domenicali con il pastore. 
NOTA3: il libro non usa la parola vampiro. Il pastore a un certo punto opta per Nachzehrer.
Uno dei momenti più brillanti del romanzo, e quello che mi ha definitivamente precipitato in quel raro stato di ossessione quando non riesci più a mettere giù un libro, è verso metà: lo sviluppo della storia sembrerebbe avvisato verso un inevitabile finale, pagina dopo pagina quel finale si avvicina diventando sempre più chiaro e atteso, persino prevedibile. Invece il libro è solo, appunto, a metà: il romanzo è già di per sé eccezionale, ma è stata l'ammaliante abilità dell'autore di confermare e, allo stesso tempo, stravolgere l'aspettativa sulla conclusione della storia. 
Il dark gospel del Nachzehrer è il racconto della nascita degli USA attraverso la distruzione dei nativi, ma a chi è rivolta l'absolution di Three-Persons?
SPOILER SPOILER SPOILER
Nel 2012 sono ancora tutti vivi.
Il pastore è stato trasformato in vampiro e torturato per un centinaio di anni, nella parte finale del libro: il vampiro 'costringe' l'accademica a uccidere il pastore, il suo debito di sangue è in qualche modo pagato, o il vampiro è semplicemente stanco. 
Nell'ultima scena, l'accademica rappresentante gli americani di oggi, dopo aver ucciso il pastore, rappresentante del passato violento degli americani, chiede perdono e spera di riceverlo; non lo riceve, ma il vampiro indiano non è più interessato: non ci sarà mai perdono, ma la battaglia è finita e il suo popolo ha perso.