Warhammer 40K - Hereticus (Id, 2022): sono quasi alla fine dell'omnibus!
Ultimo libro della trilogia originale dedicata all'inquisitore Gregor Eisenhorn di Dan Abnett.
Fatico a decidere se sia migliore del primo. E' un eccellente finale.
Abnett chiude la storia con una struttura circolare recuperando luoghi, personaggi e scontri dal primo romanzo: un'organizzazione molto semplice e rodata, ma con una fondamentale differenza di qualità e potenza.
Le date di Warhammer sono quelle di Star Trek: c'è un sistema ma non ho speso il tempo necessario a capirlo, mi restano incomprensibili; dovrebbero essere passati circa 250 anni tra Xenos ed Hereticus, Eisenhorn non è lo stesso personaggio incontrato allora.
La sua trasformazione da puritano dell'ordine fanaticamente devoto all'eradicazione di ogni forma di Chaos, a radicale disposto a ogni compromesso pur di difendere l'Impero è arrivato al suo apice.
Non è una sorpresa, ma il setting stabilito dal libro di mezzo: le forze del Chaos sono troppo potenti, troppo vaste e varie, non è possibile combatterle senza conoscerle; conoscerle significa camminare sul filo dell'eresia, valicare il confine dell'eresia e farne proprio il potere... ma ci deve essere un trigger.
Ero scettico Abnett sarebbe riuscito a vendermi convincentemente la radicalizzazione di Eisenhorn, immaginavo avrebbe fatto la solita pippa trascinata di sofferenza e conflitto interiore, invece Abnett la prende di petto.
E' un attimo, un momento nel tempo quando il personaggio deve decidere se lasciarsi morire o usare il potere proibito, e allo stesso tempo formidabile nella sua organica realizzazione: è un dramma potentissimo, ma è praticamente istantaneo nel suo momento chiave.
Nel corso del romanzo, Eisenhorn viene sostanzialmente privato di tutti i suoi innumerevoli alleati: praticamente tutti i suoi affetti, amori e amicizie, e collaboratori più stretti sono sterminati dalle forze del Chaos, da una specifica forza del Chaos ed è colpa sua. Non è questo il motivo della sua trasgressione radicale: quando lo sterminio comincia, la sua conversione è già successa, quello che segue è la presa di consapevolezza di quanto oltre il consentito dalle regole del suo ordine si trovi: quello che avviene a questo punto e nel corso del romanzo è una rapidissima caduta nella corruzione del potere.
Non è, però, un divere villain: Einserhorn rimane convinto della nobiltà e giustezza delle sue azioni, di fare ogni cosa in nome dell'imperatore, e alcuni suoi colleghi (sempre meno, come detto, nel corso del libro) lo accettano, alcuni con riserva, altri no e 'tradiscono'.
E' notevole.
Potrei effettivamente preferirlo al primo libro e dichiararlo il migliore pezzo di Eisenhorn scritto da Abnett.
SPOILER SPOILER SPOILER
Era l'ultimo libro nella serie, quindi tutti i personaggi non uccisi nel corso della storia (pochi) sono comunque salutati con dei mini epiloghi. Eisenhorn vince, ma sacrifica tutto: a fine libro è al limite dell'eresia e il suo stesso ordine lo marginalizza cercando di dimenticarlo. Alla fine di questo libro, il personaggio è nella sua versione 'old' con il libro incatenato, il corpo devastato (staffa e spada) e il demone assoggettato.
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