Exhuma: horror coreano diretto dall'emergente Jang Jae-hyun (Svaha), interpretato da un cast all-star che comprende Choi Min-sik, Kim Go-eun (le fanno dire dokkaebi), Yoo Hae-jin e Lee Do-hyun. 
Presentato a Berlino, è un film particolare e complicato a cui la definizione di horror, intendendola nel senso più popolare e commerciale, sta stretta. 
Innanzitutto è fortemente incentrato sullo sciamanesimo coreano, che a mia opinione ignorante assomiglia molto allo shintoismo, con tutti i suoi complicati ed esotici rituali, balli, tamburi, talismani, tatuaggi e formule magiche varie. 
Il tutto si rimescola in modo molto asiatico con feng shui e un po' di cristianesimo. 
Senza spiegare troppo della trama, in Corea il luogo dove viene seppellito un caro estinto non è scelto a caso e richiede molta attenzione e cura; e se per caso o necessità risultasse necessario spostare la salma, è richiesta la presenza di tutta una serie di personalità mistico religiose per assicurarsi che l'anima del defunto non subisca 'danni' o possa 'incazzarsi'. 
Ecco. 
TUTTAVIA, questo è solo l'inizio del film e la cosa diventa progressivamente molto più complesso, ben aldilà della normalità per il genere; Exhuma, infatti, in un panorama cinematografico coreano che abbiamo osservato più volte essere fortemente fitto di sentimenti anti-giapponesi, risulta essere uno dei più intensi odiatori a mia memoria. 
I giapponesi sono letteralmente il male, ma non dirò altro qui. 
Bello, non pauroso, ben recitato e diretto, originale, effetti speciali di grande qualità visiva e solo in minima parte realizzati in digitale. E' solo un po' lungo. 
SPOILER SPOILER SPOILER
In pratica è colpa dei malvagi giapponesi se la Corea è divisa e il paese soffre da decine di anni. 
Il morto che il gruppo viene chiamato a scavare è un traditore coreano, ma sotto questo morto c'è un generale giapponese, malvagissimo spirito-demone, che è il fulcro di ciò che divide le due Coree (sintetizzando). 
Tutti sopravvivono, lo spirito viene sconfitto.