Legend of the Galactic Heroes vol. 8 - Desolation (Ginga Eiyuu Densetsu vol. 8, 1987): cominciamo veramente ad avvicinarci alla fine. 
Metà del libro è una grande battaglia tra Yang e Reinhard, circa. Sfortunatamente è anche la battaglia meno interessante tra quelle raccontate nella serie: dico 'sfortunatamente' perché è la battaglia chiave che cambia definitivamente tutta la storia. 
L'autore prosegue nell'anticipare fatti mascherandosi dietro la persona del narratore dal futuro, qua e là comincia improvvisamente a rivelare gli epiloghi di alcuni personaggi: scopriamo che qualcuno sopravviverà a questa storia, altri no, e in un passaggio cruciale allude persino alla morte di uno dei 2 protagonisti.
In un certo senso, questo libro è un pre-finale della storia: si conclude la "battle between peace e freedom" che ha dilaniato l'universo. Reinhard, l'illuminato despota che ha portato pace nell'universo attraverso la sottomissione di tutta l'umanità, e Yang, il ribelle che combatte per la libertà e il diritto di autodeterminarsi, anche male, di ognuno. 
Questo è uno dei volumi, lo ripeto, più importanti della storia (spoiler wall) e mostra la qualità narrativa dell'autore, specialmente considerando la data di pubblicazione originale, e la sua visione estremamente razionale dello svolgimento politico e militare della vicenda.
Tornano prepotentemente in scena anche i leader delle 'altre' fazioni: la Chiesa e i Mercanti. 
Non ho il libro successivo, ho quello dopo, e sto aspettando da settimane arrivi da un venditore estero: niente tracking, neppure la sicurezza sia effettivamente partito. 
SPOILER SPOILER SPOILER
Yang muore assassinato. Non poteva esserci una soluzione differente: Yang è imbattibile, ma Reinhard è il conquistatore dell'universo; sono due concetti incapaci di coesistere e l'unica soluzione, dopo aver fatto vincere ancora una volta Yang nello scontro durante la prima metà del libro, è eliminarlo praticamente fuori scena: ucciderlo in modo meschino e vigliacco, lontano dal campo di battaglia, mentre tenta un ultimo disperato appello alla pace. 
Yang muore assassinato dai fanatici religiosi della Chiesa, ultima pietra della costruzione profondamente anticlericale di Tanaka: il campione della democrazia viene ucciso dalla religione, perché la religione può funzionare e sopravvivere solo se la popolazione soffre ed è disperata; la pace è nemica della religione... ora che scrivo, questo concetto è particolarmente moderno e presente (ora che scrivo Israele e i palestinesi sono in guerra).
Il personaggio Yang muore senza mai essere stato sconfitto, avendo portato avanti i suoi ideali fino alla fine, pieno di contraddizioni ma senza compromessi: affascinante e complicato, portarlo fuori scena ben prima del finale della storia è anche rappresentativo della sua esistenza come anello in una catena democratica, non apice di una piramide imperiale. Yang morto diventa martire e i suoi famigliari, amici e successori si riorganizzano intorno alla sua memoria.