Bo Burnham - Inside: quando il mondo uscirà dalla pandemia o l'abitudine l'avrà sminuita, guarderemo a questi anni e risconteremo un particolare genere di "intrattenimento da lockdown"... intrattenimento "del lockdown" o "durante il lockdown". 
Si vedrà. 
Concerti in streaming con i membri della band ognuno a casa propria, cerimonie pubbliche senza pubblico, commedie come 'Together' (quello british con McAvoy), etc etc.
Bo Burnham è un comico/musicista, diciamo (perché lo dice lui) qualcosa di simile a Weird Al ma molto più stand-uppy. Inizi su youtube, poi il più giovane comico nella storia a interpretare uno speciale di mezz'ora per Comedy Central. 
La sua è una storia di successi. Come molti suoi colleghi, il lockdown ha avuto un forte impatto sulla sua vita e carriera. 
Inside è un one-man show nel senso più stretto del termine: Burnham l'ha interpretato, girato, montato, fotografato, scritto e tutto il resto nella solitudine del suo, presumo, appartamento. 
Come i migliori, quanto meno i miei preferiti, spettacoli comici, Inside ha un inizio, uno sviluppo e una conclusione dove la prima battuta dello show viene ripresa e ribaltata. 
Scrittura circolare con tema sviluppato e narrazione. 
Quasi un'ora e mezza di spettacolo composto da canzoni e sketch comici, monologhi seri. 
Due elementi principali: l'umorismo si basa in maggioranza su parodie/prese in giro dei trend di internet, di internet in toto; la storia raccontata è quella di un mental breackdown, incipiente depressione causata dal distanziamento sociale. 
Lo spettacolo è una spirale estremamente ben scritta, dove è molto difficile capire o distinguere la giuntura tra show e realtà, dove l'autore/interprete comincia scherzoso con battute e ilarità, scivola nella depressione della monotonia del lavoro, termina nel collasso mentale di qualcuno che sente di star perdendo la ragione. 
La prima mezz'ora è la parte più divertente e contiene tutti i pezzi diventati famosi, il resto dello spettacolo è più introspettivo, più espressivo, più interpretativo. Più noioso. 
Burnham è molto bravo, ma non è Sloss. 
Non è uno spettacolo tradizionale, però, è qualcosa di decisamente più artistico in quel senso molto 2000 dell'utilizzare/trasformare la propria vita in un'opera d'arte: come diceva poco sopra, Burnham interpreta un ruolo, ma certamente lo vive anche e l'ispirazione nasce dalla sua esperienza emotiva. 
Si parla di agorafobia e attacchi di panico, ci sono aspetti della sua vita vissuta; un vissuto che, da quello che leggo, Burnham ha continuato a esplorare e mettere in scena dallo spettacolo precedente (Make Happy). 
In questo senso, Inside è quasi una seconda parte e, mentre chiaro e facile da seguire, i fan del comico avranno qualche strumento in più per commentare i suoi aspetti più personali. 
E' divertente per mezz'ora, poi rattrista. Volutamente e consapevolmente, ma senza quel talento superiore del succitato Sloss, o Gadsby o Chappelle.
TUTTAVIA, lo spettacolo di Burnham ha qualcosa di superiore a tutti questi geni appena citati: l'editing e la padronanza del linguaggio di internet aggiungono un valore unico alla sua comicità. Un valore tecnologico e di costume che è noto a chiunque frequenti i social network, chiunque apra una pagina internet per fare altro oltre a guardare le notizie sportive. 
Burnham parla di razzismo, ogni comico parla di razzismo e intolleranza, ma lui ne parla nei termini di privilegio inconsapevole di un profilo instagram; prende in giro facetime, prende in giro twitch: lo fa utilizzando gli stessi mezzi, effettuandone geniali imitazioni parodistiche di quel tipo di 'contenuti'. 
La prima mezz'ora è genuinamente esilarante e fortemente caratterizzata dal suo tipo di comicità, diversa e unica rispetto a quella di qualsiasi altro nome famoso degli spettacoli comici. 
Il resto è più tradizionale e più facilmente paragonabile alle performance di colleghi, e inferiore alle performance dei suoi migliori.