Film Pop Anni '80 (Id, 2020): editore Becco Giallo. Mai sentito, linko il sito, dedicato a pubblicazioni di cronaca e giornalistiche (anche a fumetti... non mi è chiaro, dovrei vederne una per capire): sfogliando il catalogo, però ed è il motivo del mio interesse, si trovano cose assimilabili a certe produzioni di Odoya.
Nello specifico questo libro.
Contiene 28 schede (+1 e un po') di altrettanti film usciti al cinema negli anni '80. Cult. 
Le schede sono raggruppate per capitoli/anni e divise al loro interno in paragrafi per la contestualizzazione, il racconto della trama, delle musiche e dei luoghi, quanto hanno retto al passare del tempo, quanto hanno nell'immaginario popolare e altro.
E' scritto da una coppia di autori: Matteo Marino e Simone Stefanini, giornalisti e critici letterari, cinema e musica. Coetanei. Miei e tra loro.
Il taglio stilistico è quello del feticcio nostalgico, del fan appassionato che ha vissuto, ricorda e poi si messo a studiare e ne ha fatto un lavoro. E' il tipico tono tra lo scanzonato, con la citazione del meme internet, e il serio, con l'analisi di una particolare tecnica fotografica, che caratterizza molta letteratura di questo tipo... in modo molto minore è quello che faccio anche io.
Il libro è divertente e scritto con spirito, ma adotta una chiave interpretativa che non ho particolarmente apprezzato, per poi trovarla invece simpatica e poi non apprezzarla di nuovo, a seconda della scheda: la prospettiva è quella strettamente italiana.
Nonostante i tanti dettagli e le storielle da speciale dietro le quinte dvd, gli autori puntano tutto sull'esperienza del fan italiano di allora: gli "Anni '80" del titolo sono quelli degli italiani che guardano i film americani, le date d'uscita sono quelle italiane e quando gli autori si calano nei ricordi di quando videro il film, il setting è quella nostrana. 
Ci sta e funziona, ma allo stesso tempo è fuori corso: capisco che il libro sia dedicato a me e alla mia generazione, e che per gli autori la condizione di scrittura sia stata quella di realizzare una conversazione aperta con coetanei che hanno vissuto le stesse esperienze, condividere i ricordi e ampliare la discussione con informazioni da addetti ai lavori. Lo ripeto: funziona. 
Allo stesso tempo, però, è inevitabilmente ambiguo.
Faccio un esempio: tra le schede si esalta sovente il lavoro dei doppiatori italiani, le memorabili voci che per anni sono state, per noi, quelle vere degli attori americani di questi cult; contemporaneamente, però, si denuncia lo schifo del doppiaggio, la sempre migliore qualità dell'originale, gli orrori degli adattamenti con censure o errori di traduzione. 
In questo non mi trovo, la mia posizione è  unilaterale: il doppiaggio per me ha smesso di esistere il giorno che acquistai la prima vhs pirata di un anime giapponese con i sottotitoli in inglese. 
I miei ricordi si sovrappongono a quelli degli autori in molti dei flashback che condiscono di colore le schede dei film, ma sono ricordi che non rivivo con la stessa gioia innocente; i miei si sono trasformati nel peccato originale dell'essere nato in una backwater country e, ormai, sono molti di più gli anni da quando guardo (il più possibile) senza intermediazioni, rispetto a quelli della mia infanzia doppiata.
E' una critica personale di una scelta degli autori, non è un difetto del libro: è precisamente il senso che hanno voluto dargli. 
A questo punto volevo scrivere l'elenco dei film, ma lascio stare: ci sono tutti quelli che contano. L'unico difetto è che avrebbero potuto essercene di più. 
Questo è uno di quei rari elenchi dove, se avete 40+ anni, i film li avete già visti tutti.
...a meno che non siate quella persona, e tutti ne conosciamo una, che "non hanno mai visto Star Wars".
L'ho letto volentieri: è scritto bene, seppur un po' troppo internet, e gli aneddoti sono raccontati con piacere. Le battute fanno sorridere e la nostalgia non è triste ma solare, positiva ed è efficacemente incentrata nell'evidenziare i mille modi in cui quegli anni hanno segnato, e condizionato, il nostro carattere e personalità di adulti.
Inoltre, senza spaccare le palle con astrusi tecnicismi non richiesti, gli autori trovano, per ogni film, quei lampi di genio artistici che, a riguardare immediatamente il film in oggetto, ti farebbero (faranno?) dire: "aaaaaaah". E apprezzarli ancora di più. 
Ventotto film, più una minischeda cumulativa per quelli almeno da citare alla fine di ogni capitolo/anno, più una scheda per i film italiani e una speciale scheda natalizia con un film segreto (quindi le schede effettive dei film sono 29). 
Il mio unico, reale rammarico è l'assenza di The Princess Bride tra i film scelti per una scheda completa.