Another Round: aka Druk. Ho verificato ma, come sospettavo, non è necessario essere nati in Danimarca per indovinare il significato della parola 'druk'. 
E' il mio primo film del 2021 ed è un ottimo film. Difficilmente guardiamo film europei, ancora più difficilmente mia moglie rimane a farmi compagnia per l'intera durata di un film europeo. 
I danesi l'hanno selezionato per rappresentare il paese ai prossimi Oscar. 
La regia è di Thomas Vinterberg, sua anche la sceneggiatura e qualche aneddoto di vita vissuta inserito all'interno della storia. 
E' il regista di Festen. Gli ci è voluto qualche anno per tornare alla ribalta internazionale (1998-2020).
Protagonista del film è Mads Mikkelsen, ma si tratta di una storia corale che lo vede condividere in modo più o meno equo tempo su schermo con: Thomas Bo Larsen (praticamente in qualsiasi film danese), Lars Ranthe (praticamente negli stessi film danesi), Magnus Millang (idem). 
Sospetto che la Danimarca abbia un ridotto numero di attori. 
...o sono tutti parte di una crew che si ritrova ciclicamente a lavorare insieme.
Questo è un film culturalmente complesso da affrontare, nel senso che c'è un notevole spartiacque che ci separa dai paesi del nord Europa. Uno spartiacque che diventa progressivamente meno imponente, fino all'inesistenza, salendo a nord IN ITALIA e non di molto. 
Si parla di alcolismo. 
Non nei modi in cui siamo abituati a vedere/sentire parlare di alcolismo. 
Nell'ipocrisia del 'tutti bevono', da noi 'bere' è considerato comunque un vizio e qualcosa da scoraggiare pubblicamente, mentre al tempo stesso lo si promuove per motivi economici interni, e si finisce a cercare la difficile mediazione del 'bere responsabilmente'. 
Lassù le cose sono diverse. 
Ci sono 4 amici che sono anche colleghi insegnanti nella stessa scuola superiore. 
Tutti e 4 sono, con gradi diversi, insoddisfatti e infelici. 
Uno dei 4 racconta agli altri, durante una cena, la teoria di un tale psicologo/psichiatra (realmente esistente) Finn Skarderud che qui rapidamente sintetizzo: l'uomo ha una deficienza, una naturale carenza di alcool nel sangue. 
Quando il tasso alcolico di un uomo è a zero, l'organismo di quel uomo è in deficit d'alcool e non funziona al 100%. 
L'unico modo per funzionare al 100% è correggere questa inefficienza del fisico per mezzo di assorbimento alcolico esterno. 
Bere. 
I 4 amici decidono di provare: stabiliscono alcune regole per non cadere nell'alcolismo e iniziano a bere regolarmente da mattina a sera per mantenere il tasso alcolico SOPRA una certa soglia. 
Ora: penso che tutti noi avremo sperimentato e nelle nostre menti (o a voce ad amici) formulato la teoria secondo cui riusciamo a fare meglio certe cose da ubriachi che da sobri. Io, per dire, ho sempre sostenuto di essere molto più abile in certi tipi di videogioco con qualche scotch in corpo. 
L'equilibrio è complicato da sostenere. 
I nostri 4 eroi vivono un'iniziale periodo di ringiovanimento fisico e freschezza intellettuale, migliori rapporti sociali e generale successo. 
L'esperimento va così bene che, ovviamente, i nostri decidono di provare ad alzare un po' di più la soglia e vedere se i miglioramenti migliorino ulteriormente. 
A questo punto smetto di raccontare la trama. 
Devo però tornare al punto iniziale: questo non è un film italiano e non è un film americano. 
Questo non è un film contro l'alcool. 
E' un film che mostra uno spaccato tragico ma non interamente negativo della società danese, ma nord europea in generale, dove l'alcool scorre a fiume e tutti bevono selvaggiamente da mattina a sera, ogni giorno, ogni fascia di età. 
La rappresentazione è realistica in un modo che potrebbe risultare impossibile da accettare qui: il nostro 'bere responsabilmente' implica una connotazione negativa. 
Qui non stiamo parlando di un film come Hangover, che è una commedia demenziale dove succedono cose inverosimili; Another Round prende sul serio e obbiettivamente un tema che è centrale nella cultura e nella società occidentale, lo mostra con un taglio specifico del nord Europa, e di offre una dimostrazione di quanto sia difficile bere responsabilmente, quando non sia drammatico fallire nel bere responsabilmente, ma quanto possa essere letale non bere responsabilmente in determinate circostanze. 
E' un film molto bello, girato con pochi mezzi e spesso d'aspetto indie, molto ben interpretato e sceneggiato.
Volevo evitare di dirlo, ma ricorda i primi due Amici Miei.
SPOILER SPOILER SPOILER
Inizia con un elogio, ci mostra i rischi, ma conclude con un altro elogio. 
E' certamente un'esaltazione del potere positivo dell'alcool sulla psiche umana, ma è il finale a lasciare particolarmente imbarazzati, quasi intimoriti davanti alla rappresentazione dell'ubriachezza come di un metodo di comunione sociale, di superamento delle differenze e delle difficoltà. 
Certo: uno dei 4 muore (Tommy) perché scivola nell'alcolismo mentre gli altri 3 possono 'smettere quando vogliono'. Una morte tragica che colpisce e solleva dubbi, etc etc; ma, nel finale, i professori e gli studenti si ubriacano insieme e festeggiano e si godono la vita e tutti sono felici. 
La birra e la vodka aiutano a connettere generazioni che normalmente non riescono a comunicare e non si capiscono tra loro.