The Legend of Heroes - Trails of Cold Steel 4: 133 ore e passa, senza contare i vari ri-caricamenti per quest sbagliate o combattimenti andati in malora. Ho perso un mostro. UNO. Fanculo... ma non è un gran problema perché ho già cominciato la seconda run.
Raggiunto il true ending.
Raggiunto l'orgasmo.
Uscito in Giappone nel 2018, in Occidente lo scorso 27 Ottobre, Cold Steel 4 conclude l'Erebonian Arc della serie Kiseki.
E' il migliore nella serie.
Ha tutti i suoi classici difetti: verboso, troppo lungo, troppo carico... ma è perfetto così.
Il più grande pregio di Legend of Heroes e, nello specifico, di Cold Steel è la consapevolezza di sé.
Prendete il personaggio del protagonista, l'eroico Rean Schwarzer: sa di essere un eroe, tutte le persone intorno a lui lo riconoscono come l'Eroe e il protagonista della storia; sa che essere l'eroe lo rende cheesy in modo imbarazzante e lo sanno tutte le persone intorno a lui.
E' vero che la scrittura di Cold Steel tende a un certo lirismo patetico che può risultare noioso o infantile, ma è la base necessaria che sostiene tutto l'impianto narrativo e la caratterizzazione dei personaggi: Cold Steel possiede alcuni dei dialoghi e delle situazioni più divertenti mai viste in un jrpg.
Una comicità straordinaria che non potrebbe esistere se non fosse per l'autoironia dei personaggi e dei loro autori.
Non ha la scrittura snappy ed edgy di Persona, ma è ugualmente smart ed efficace.
Cold Steel è commovente, e questo è normale in un jrpg, ma è anche esilarante, e questo è quasi unico.
I discorsi motivazionali di Rean prima di un boss fight o all'inizio di una missione, il suo rapporto con l'innumerevole cast femminile: Rean è sempre serissimo, ma sa che questa sua serietà è spesso ridicola e i suoi amici (e nemici) non mancano di farglielo notare.
L'equilibrio tra questi estremi: il personaggio eroico che si sacrifica per salvare il mondo e il personaggio eroico che vuole sacrificarsi per salvare il mondo, finché i suoi amici gli dicono che non sarebbe veramente necessario e ci sono modi più facili, e quindi c'è un momento di imbarazzo e tutti lo prendono in giro... questo equilibrio è il punto di forza di Cold Steel.
Quest'ultimo titolo è il migliore. La sceneggiatura è eccellente. La caratterizzazione dei personaggi è perfetta. I dialoghi e la scrittura sono eccellenti.
...nel contesto di Cold Steel.
Non fraintendetemi, però: sarebbero e sono eccellenti in assoluto, ma è la continuità tra i titoli della serie (sia all'interno di Cold Steel che dell'ombrello Legend of Heroes) e il modo in cui la somma delle parti successive aggiunge al totale, a manifestarne la grandezza specifica.
Un esempio critico di quanto detto è l'inizio di Cold Steel 4: il gioco è diviso in 3 atti principali e tutto il primo atto è privo del protagonista.
Rean è nei pensieri e nelle parole, ed è l'obbiettivo finale di tutta la prima parte, ma Rean è stato fatto prigioniero alla fine del terzo gioco e lì lo ritroviamo all'inizio del quarto.
Posso solo immaginare come possa funzionare e cosa possa dire Cold Steel 4 a un giocatore che cominci da questo.
Final Fantasy, Dragon Quest, Persona: sono tutte serie di jrpg composte da titoli stand alone.
Ci può essere qualche riferimento, ci può essere qualche raro (rarissimo) seguito, ma è in definitiva si possono giocare singolarmente senza problemi.
Iniziare da Cold Steel 4 sarebbe senza senso. Iniziare da Cold Steel 3 sarebbe senza senso.
Cold Steel 4 è un jrpg superiore, il migliore della serie e uno dei miei preferiti di sempre, ma funziona come capitolo finale in una storia che non può essere seguita sensatamente se non dall'inizio.
Non solo: Cold Steel 4 raduna e unisce e conclude (circa) anche le trame delle precedenti serie di Trails.
Cold Steel 3 aveva già pestato più intensamente sulle guest star dalle altre serie Trails, ma con questo titolo andiamo aldilà della quest simpatica con il personaggio ospite: Cold Steel 4 è intensamente abitato da personaggi e riferimenti e storie provenienti da Liberl e Crossbell.
E' complesso, è articolato e non è certamente un sistema aperto.
Il gioco cerca di venirti incontro spiegando e offrendo materiale da leggere, ma non è la stessa cosa.
Concluso il rescue arc all'interno di Cold Steel 4, il gioco inizia per davvero.
Molti, se non tutti, i jrpg presentano storie di un manipolo di eroi che salva il mondo dalla minaccia di un super villain. Cold Steel 4 fa qualcosa di diverso.
Innanzitutto parlare di un 'manipolo di eroi' è intrinsecamente scorretto: non voglio fare spoiler, ma in Cold Steel 4 ci sono più di 30 personaggi giocabili e ci si trova spesso a fare management come in un gioco di strategia; questo piccolo esercito non combatte contro un super villain, ma opera in modo coordinato per impedire la Guerra Mondiale: la minaccia di Cold Steel 4 è una super guerra che coinvolge tutte le nazioni del mondo e porterà la fine della civiltà.
La scala del conflitto è immensa.
Insistendo su quanto sperimentato nel gioco precedente, parliamo di gameplay, Cold Steel 4 punta molto sulle missioni simultanee dove vari gruppi di eroi portano avanti quest parallele per risolvere il problema di turno.
Rimanendo sul tema del soggetto: Cold Steel 4 è tutto incentrato sull'uccisione del padre e il conflitto generazionale. In questo senso è davvero molto simile alla serie Persona, seppure in un contesto talmente diverso da far loro parlare due linguaggi inconciliabili sullo stesso argomento.
I giovani eroi di Cold Steel 4 sono i Titans e i Teen Titans di Zemuria, aiutati da alcuni membri della Justice League, e la loro missione è abbattere la Justice Society e il resto della Justice League che hanno portato il mondo sull'orlo del baratro.
La formula del gameplay è quella provata dei titoli precedenti: minime variazioni rispetto al 3, con giusto ancora più informazioni e chiarezza nel seguire lo svolgimento delle varie attività.
C'è un contatore gli scrigni. E' una piccola cosa ma è graditissima.
Combattimento a turni, attacchi fisici ed elementali, buff e debuff, super attacchi.
Molti, quasi tutti, i nemici anche più sfigati possiedono attacchi aoe e ho trovato per la prima volta necessario utilizzare la scheda tattica del menù per definire la formazione degli eroi durante il combattimento (spesso ignorata dal contesto del combattimento stesso), o addirittura sprecare turni per muovere i personaggi all'interno dell'area di combattimento per evitare di essere tutti massacrati da un unico attacco.
Visivamente è decente, niente di più: il prossimo titolo della serie utilizza un nuovo motore grafico, per evitarmi spoiler sono stato attento a non guardarlo in azione, ma Falcom non è uno sviluppatore da big budget e si vede.
Non è un grande dramma, ma sarebbe un sogno vedere la serie animata con tecnologie più ricche.
Immaginate quanto più soddisfacenti sarebbero le scene di headpatting...
Il prossimo titolo nella serie è Hajimari no Kiseki, già uscito in Giappone/non ancora annunciato in occidente: è un prodotto un po' diverso dal solito che funge da epilogo e da avvio di un nuovo corso per la serie Trails. Non starò ad anticipare info adesso, posso solo sperare che si decidano a portarlo presto.
Concludo: Trails of Cold Steel è la mia serie di jrpg preferita. Vorrei molto i porting su PS4 (o 5 a questo punto) dei titoli precedenti perché l'unico che ho giocato è il primo Sky.
Cold Steel 4 è alla pari di Persona 5.
NOTA: nonostante la straordinaria e perversa tentazione di far mettere Rean insieme ad Altina (maledetti giapponesi), ho resistito e sono rimasto fedele ad Alisa.
SPOILER SPOILER SPOILER
Uhm... da dove cominciare?
Nessuno dei morti dei giochi precedenti è veramente morto, era abbastanza ovvio: Olivert e gli altri sulla Corageous sono vivi, Angelica è viva, Millium ritorna, etc.
Rean diventa Divine Blade.
Ci sono 2 ending: in quello normale, Rean muore. In quello TRUE, Rean sopravvive e c'è un ulteriore boss fight.
Nell'epilogo, Olivert si sposa.
Crow non muore ma muoiono alcuni dei cattivi, che però non sono realmente cattivi.

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