Buzz Saw (Id, 2020): the Improbable Story of How the Washington Nationals Won the World Series. Dove cominciare? 
Washington è una di quelle città, tipo Cleveland, che non ha mai vinto un cazzo. Frase tecnica per descrivere l'esperienza sportiva di squadre cittadine condannate a finire sempre a un passo (o molti) dalla vittoria finale del campionato/coppa.
...non...non userò questo post per descrivere la storia dei Washington Nationals. Non sono veramente un fan, io tifo Detroit, ma ho adottato i Nationals come seconda squadra a causa di Max Scherzer. 
Questo libro descrive in 300 pagine circa la stagione 2019 conclusasi con la vittoria finale dei Nationals in gara 7 alle World Series contro i malvagi Houston Astros. 
Autore del libro è Jesse Dougherty, giornalista sportivo del The Washington Post dedicato a seguire i Nationals. Il loro bear reporter. 
Il libro segue uno sviluppo molto semplice e divulgativo, ed è chiaramente una storia di eroismo e sacrificio senza ombre, se non quelle che coprono di disgusto, odio e vomito gli Astros (e parzialmente Trump).
NOTA: Buzz Saw è un libro commemorativo per festeggiare (e capitalizzare) il trionfo dei Nationals. Nessun membro dell'organizzazione è vagamente mostrato sotto una luce meno che positiva, persino i Lerner. Sapevo sarebbe stato così, non mi aspettavo diversamente e non sono rimasto deluso. 
NOTA2: casomai non lo sapeste, Washington è uno stato fermamente democratico e, durante le World Series (che sono le finali del baseball), ci fu uno di quei tanti eventi dove Trump si autoinvitò a una manifestazione pubblica finendo per sollevare un casino, proteste, etc etc. 
NOTA3: il titolo 'Buzz Saw' è preso da un'intervista a Stephen Strasburg prima delle finali. 
Il libro procede per capitoli definiti da date progressive prima, durante e dopo la stagione e i playoffs del 2019. 
Partite ed eventi chiave sono esplosi nel dettaglio e raccontati a favore di pubblico da un insider (molto parziale). 
Si parte dai contratti in pre-season, passando per l'infame record 19-31 e finendo con i festeggiamenti dopo la vittoria.  
Molti capitoli contengono brevi e calzanti descrizioni sportive: passaggi esaltanti di qualche partita, meccaniche di lancio e battuta, rituali, tattica del bullpen, funzionamento degli scout e delle sabermetrics, etc etc. 
Non è, tuttavia, un libro dedicato ai poco interessati di baseball: non c'è un capitolo per spiegare l'ERA, si dà per scontato che l'acquisto di un feticcio commemorativo si appoggi su una media conoscenza non solo del baseball, ma dei Nationals e della stagione 2019. 
Molti capitoli contengono, e questi sono forse i passaggi più interessanti, brevi excursus narrativi per raccontare le carriere e i come e percome dell'arrivo nell'organizzazione dei Nationals di personalità fondamentali: da Rizzo ai Lerner, da Martinez a Scherzer, da Parra a Zimmerman. 
C'è spazio per tutti: per le grandi star e per i journeymen. C'è spazio anche per membri dello staff non noti al pubblico come il capo degli scout o gli analisti. 
C'è, in effetti, un tema ricorrente che mostra i Nationals, l'esperienza dei Nationals, come una storia di successo e fusione tra vecchio e nuovo: scout e statistiche. E' un tema immancabile in ogni libro di baseball ed è il motivo culturale centrale del gioco dall'inizio dei 2000 a oggi.
Ne abbiamo già parlato: Moneyball è del 2003 e ha letteralmente cambiato lo sport. 
Il racconto dei playoffs è particolarmente avvincente. 
Fu una grande emozione allora, lo è stato anche rileggere quei momenti. 
Il racconto dei playoffs è, anche, per l'autore l'opportunità di violare un pochino la realtà storica degli eventi per anticipare conoscenze successive e inserire diversi fatti allora non conosciuti riguardanti gli odiosi Houston Astros. Gli Asterics Asterisks.
...e Trump, come dicevo prima: l'autore si tiene lontano dall'esprimere un opinione politica ma, pur riportando correttamente la presenza nell'organizzazione anche di elettori repubblicano se non addirittura di elettori di Trump, le uniche opinioni espresse apertamente sono quelle dei vari Doolittle e contingenti sudamericani. 
E' certamente una forma di censura e condizionamento non esattamente da etica giornalistica, ma non è manco quel tipo di libro, e soprattutto è dedicato a un tipo di pubblico che potrebbe dare alle fiamme il libro ed evitare l'acquisto dell'abbonamento allo stadio se venissero allo scoperto simpatie trumpiane troppo scomposte. 
Se la ricerca di blogger all'interno del blog non mi ha tradito, questo è il mio ottavo o nono libro di baseball (dipende se contare anche il Migliore): è una lettura piacevole ma è dedicata a un pubblico davvero di nicchia e ristretto. Appassionati di baseball che seguono i Nationals. 
In questa stagione truffa, senza senso e generalmente vergognosa, dove sono comunque riuscito ad arrivare primo anche quest'anno nella mia lega del fantabaseball (lo dico così, per gallarmi, nonostante il mio record perfetto sia stato infranto proprio questa settimana), leggere Buzz Saw mi ha riportato a tempi migliori. Senza pandemia e senza il desiderio di vedere Manfred investito da uno scandalo tale da indurlo alle dimissioni.