Lincoln in the Bardo (Id, 2017): dopo aver letto, senza particolare entusiasmo, il vincitore dell'international man booker prize del 2018, ho deciso di provare il vincitore del 'normale' man booker prize del 2017.
...anche perché è qualche tempo che sto mirando l'acquisto di Tenth of December.
Qualche passo indietro: Lincoln in the Bardo è il primo (e finora unico) romanzo di George Saunders. George Saunders è ampiamente e trasversalmente considerato uno dei maggiori scrittori americani contemporanei (solitamente di short fiction). Il 'Bardo' è, lo dico in soldoni, il limbo dei buddisti.
I racconti di Saunders, da cui il mio interesse per Tenth of December, sono frequentemente di natura weird, se non proprio fantasy.
Questo è uno di quei libri, lo dichiaro subito, più divertenti to talk about che da leggere.
Si parla della morte di William "Willie" Wallace Lincoln, terzo figlio di Abraham, avvenuta nel 1862 a 11 anni, e del lutto del famoso padre.
Willie muore di tubercolosi nel secondo anno di Guerra Civile Americana. Muore ma non 'passa oltre': rimane bloccato tra la vita e la morte a causa, sostanzialmente, del dolore inconsolabile del padre.
Ci sarebbero testimonianze storiche di questo dolore, ispiratrici e rappresentate nel libro: Lincoln in ripetute occasioni avrebbe visitato la tomba del figlioletto, estratto e abbracciandone il cadavere.
Uhm.
La struttura del libro è apparentemente disordinata e caotica, ma è, ovviamente/invece, perfettamente incardinata in un crescendo emotivo ed espressivo.
Lincoln in the Bardo è composto da 2 tipi di capitoli: ci sono capitoli composti da citazioni da saggi e altri documenti storici relativi ai comportamenti pubblici e privati del presidente in quel tempo.
Le citazioni da questi libri sono montante e organizzate per offrire una narrazione... quasi come una tesi compilativa, ma è un lavoro incredibile.
La frase citata da un fonte, viene finita da una fonte diversa.
Ancora più incredibile perché, in mezzo a tanti testi realmente esistenti, Saunders ne mescola alcuni fittizi da lui creati.
Questi capitoli, spesso, offrono una prospettiva da iper-Rashomon: la stessa scena con Lincoln viene raccontata in successione da ammiratori e detrattori, interpretata e vista con risultati e preconcetti completamente diversi. In questi capitoli, spesso, ogni informazione è messa immediatamente e radicalmente in dubbio: in questi capitoli composti da documenti storici non fittizi (la buona parte almeno), quindi, si dimostra un relativismo morale e reale totalmente opposto rispetto a quanto presentato nell'altro tipo di capitoli.
L'altro tipo di capitoli, il più numeroso del libro, è il cuore di Lincoln in the Bardo: si racconta l'esperienza del giovane Lincoln nel Bardo, per l'appunto.
Questi capitoli sono quasi scritti come una sceneggiatura: interamente composti da dialoghi (e monologhi) di fantasmi che, insieme al nuovo arrivato, formano una strana e bizzarra società delimitata dal perimetro del cimitero. I dialoghi sono scritti senza connessioni narrative: i personaggi parlano e il nome del parlante è scritto alla fine della battuta, gli interventi e i dialoghi dei personaggi coinvolti sono un'alternanza di frasi, frasi interrotte e altri 'dialoghi diretti' di cui sappiamo il parlante solo alla fine, scritto in corsivo fuori dal testo (imitando parzialmente il modo di citare i documenti nell'altro tipo di capitoli).
All'inizio spiazza ma si prende il ritmo molto in fretta: conosciamo le azioni dei personaggi solo attraverso quanto ne trapela dai dialoghi tra loro. Questo, però, è solo il primo livello: il modo di comunicare di questi fantasmi non è lineare come il nostro. Saunders aggiunge peso artistico scrivendo frequentemente le battute di uno negli spazi di un altro: il personaggio X parla di cosa dette dal personaggio Y. Il personaggio Y sembra riportare quanto detto dal personaggio X al lettore o a un qualche pubblico immaginario. I fantasmi, insomma, non solo parlano tra loro ma si fanno anche il commento.
Inoltre, per imitare le differenze sociali e di età e di stato tra loro, l'utilizzo della grammatica e della punteggiatura, l'ortografia e le regole della lingua sono (possono essere) completamente ignorate.
Sono tutti dialoghi, quindi il libro tenta, anche visivamente, di rappresentare i diversi modi di parlare di adulti e bambini, educati e non, sani e insani di mente.
E' difficile da spiegare, dovrei provare a raggruppare le idee, ma è molto più semplice da leggere.
Lincoln in the Bardo è stato paragonato a Spoon River, ma le somiglianze diventano evidenti solo da un terzo di libro in poi: la presenza eccezionale di Willie, non eccezionale in sé ma eccezionale per l'effetto che i comportamenti di suo padre provocano sugli altri fantasmi (non il fatto che visiti, tutti vengono visitati, ma il fatto che tocchi il corpo) spinge gli altri fantasmi a presentarsi e raccontare brevemente le proprie vicende.
Uhm.
Molto più che a Spoon River, Lincoln in the Bardo fa pensare all'Inferno di Dante (o al Purgatorio naturalmente): Dante/Willie è guidato in questo mondo parzialmente ultraterreno da alcuni spiriti guida che rimangono con lui dall'inizio alla fine, opposti a quelli che compaiono solo temporaneamente. Nell'Inferno, Dante si muove e incontra gente che gli si presenta; qui Willie sta fermo e la gente va da lui a presentarsi. In entrambi i casi: l'occasione è quella di dare una panoramica sociale e storia.
Come i dannati danteschi, anche i fantasmi nel Bardo soffrono di una specie di contrappasso: ogni fantasma assume un aspetto in qualche modo correlato alla sua vita, correlato ma degenerato in modo doloroso e punitivo.
Faccio un unico esempio: un fantasma lussurioso si mostra come un uomo con un pene gigantesco. Gigantesco e difficile da portare in giro.
Diversamente da Dante, però, il Bardo di Saunders è meno definito e determinato: questi fantasmi non sono ancora stati giudicati. Il loro aspetto non è una punizione calata dall'alto, ma una forma di auto-punizione: sono spiriti che si attardano e non riescono a passare oltre perché trattenuti da qualcosa, e questo qualcosa nelle loro psichi si manifesta nel loro aspetto. Grottescamente.
E ancora: i fantasmi non sanno di essere fantasmi. Uno degli aspetti più efficaci e impressionanti e appassionanti di questo romanzo è il modo in cui i fantasmi si supportano l'un l'altro nella delusion di non essere morti, ma malati.
Il modo in cui parlano, il modo in cui decidono coscientemente di evitare alcuni argomenti, il modo in cui si assistono per evitare qualsiasi riferimento alla morte: Saunders inventa una società con una sua consistenza anche linguistica (specialmente terminologica per spiegare la propria condizione che loro considerano naturale pur, ovviamente, essendo tutt'altro) completamente basata su un'illusione, un auto-inganno. Delusion E Denial.
EPPURE, in questa società di morti che fingono di essere ancora vivi, il giovane Lincoln trova solo persone disposte ad aiutarlo o, quanto meno, a non danneggiarlo: c'è una solidarietà tra questi spettri che è completamente opposta, per modi e intenti, rispetto a quel relativismo dimostrato nell'altro tipo di capitoli. C'è uniformità e compattezza nel mostrare simpatia e vicinanza a tutti i membri, anche quelli più odiosi, anche quelli appena arrivati, anche quelli che assolutamente non fanno parte come il vivo Presidente Lincoln.
Il personaggio di Abraham Lincoln è solo raccontato dai suoi contemporanei: vivi e morti, veri e finti. Sì, perché il Lincoln nel Bardo è Willie, ma in un secondo livello è anche Abraham: distrutto dal dolore si disinteressa del paese che ha condotto in guerra contro se stesso.
All'inizio poco, poi sempre di più, i temi della guerra civile e i motivi della lotta tra bianchi e neri entrano nelle parole del libro: non è un libro sul razzismo e non è un libro di storia, ma è anche entrambe queste cose.
NOTA: Lincoln non parla mai direttamente, come detto, e viene solo raccontato. Sul finale del libro, però, c'è una leggera deroga... Lincoln continua a non parlare direttamente, ma i suoi pensieri vengono in qualche modo resi noti. Non voglio fare spoiler. Non è importante, solo una precisazione.
NOTA2: qualcuno ha contato i personaggi del libro. In senso lato, considerando tutti i fantasmi, anche quelli che vengono solo riferiti senza mai parlare, e considerando tutte le fonti documentarie citate: il totale sarebbe 166 personaggi. Questa impressionante mole di personaggi è stata un problema durante la produzione dell'audio-libro. L'audiobook di Lincoln in the Bardo pare sia un capolavoro in sé e uno straordinario sforzo produttivo mai tentato prima: a seconda dell'articolo che ne parla, si dichiarano tra i 40 e i 60 narratori diversi circa. Il sito di PRH ha la lista completa ma non c'è verso che mi metta a contare.
Cosa potrei dire ancora? Ironia. C'è un'inaspettata e sotterranea quantità di ironia in questo libro: il denial dei fantasmi è frequentemente ai limiti dell'esilarante, le contraddizioni tra le fonti storiche sono intrinsecamente buffe. In un libro incentrato sul dolore di un padre che ha perso il figlio, il livello di umorismo è da Funeral Party.
Lincoln in the Bardo è un libro di poco superiore alle 300 pagine, ma sono 300 pagine 'finte': senza i tanti accorgimenti grafici, non vorrei esagerare, penso che il libro farebbe fatica ad arrivare a 200.
E' il primo romanzo di Saunders ma è un romanzo piuttosto breve.
E' un bel romanzo? Uhm. Non sarà tra i miei romanzi preferiti del 2020, quindi mi verrebbe da rispondere: non mi è piaciuto. E' un'opera di eccezionale ingegno che pochi autori al mondo avrebbero potuto non solo scrivere, ma letteralmente immaginare; ma è anche un libro che lascia interdetti e sembra spesso trascinarsi: come molti libri con tanti contenuti in poche pagine, si ha l'impressione che alcune cose siano di troppo e/o superficiali. Il destino di un personaggio chiave del libro, dopo essere stato in qualche modo isolato e messo in evidenza rispetto agli altri, viene lasciato in sospeso e senza soluzione.
Il finale è debole e sembra tradire leggermente lo spirito del libro fino a quel momento, ma di questo parlerò brevemente dopo lo spoiler wall.
Mi rifugerò nel classico: è un bel libro, non mi è piaciuto.
SPOILER SPOILER SPOILER
Willie passa oltre e praticamente tutti i fantasmi con lui. Abe supera il suo lutto e riparte di slancio a occuparsi del paese, posseduto dal fantasma di un nero.
Il destino finale del Reverendo viene lasciato sospeso per aria: torna al giudizio ma Saunders non ci rivela quale fosse, ammesso ci fosse, il suo peccato. Il fantasma che lascia con Abe non sembra soffrire dalle restrizioni che spingevano gli altri a non abbandonare il cimitero.