Parasite: siamo sempre scettici riguardo i vincitori di palme o leoni di metallo. Questa volta, però, anche io e mia moglie abbiamo dovuto ammettere l'originale qualità, eccellenti interpretazioni e squisita regia dell'ultimo super successo internazionale dalla Corea.
Diretto e scritto da Bong Joon-ho, già autore di innumerevoli successi: dopo qualche anno impegnato a realizzare film pop, è tornato al dramma tragicomico dei suoi esordi.
Riscuotendo il suo maggiore trionfo da allora: vorrà dire qualcosa.
Non parlo di soldi: non farei fatica a crede che Host e Snowpiercer gli abbiano portato più soldi; qui siamo a livello di Memories of Murder.
E' la storia di una famiglia di poveracci coreani: padre, madre, figlio, figlia. Nessun bambino.
Vivono arrangiandosi, sono molto affiatati e uniti. Collaborano e si organizzano come una squadra.
Un giorno capita l'opportunità.
Un amico del figlio lo raccomanda come tutor d'inglese per la giovane figlia di una ricca famiglia.
La famiglia ricca ha anche un più giovane figlio... di quei bambini vagamente squilibrati che i suoi genitori pensano invece essere i segni della sregolatezza di un genio.
Comincia a questo punto una catena di bugie, trappole e tattiche che porteranno al servizio della famiglia ricca, nel giro di poco, tutta la famiglia dei protagonisti.
Fingono di non conoscersi, fingono di essere persone diverse.
Diventano i parassiti che prolificano sulle spalle di animali più forti.
...ma questo è solo il primo e più facile livello di lettura.
C'è un arco narrativo che vede i nostri protagonisti affezionarsi agli stupidi ricchi, rispettarli e cercare di fornire loro, comunque, tutto il necessario. La famiglia ricca è carina e piena di buoni sentimenti, ma non sono solo stupidi: sono, a differenza degli altri, completamente irrispettosi del loro ambiente e delle circostanze. I nostri protagonisti cominciano a vederli con sempre maggiore insofferenza e disgusto.
Succede poi qualcosa che, mettiamola in questi termini, porta la nostra famiglia di parassiti a combattere contro... altri parassiti.
Questa situazione scatenerà una serie di reazioni che porteranno, come facilmente prevedibile, il film a schiantarsi in una pozza di dolore, fatale e irrimediabile sofferenza, abbandono e disperazione.
Il classico finale da film asiatico.
C'è un dialogo particolarmente significativo, verso la fine, tra padre e figlio: il primo sostiene la necessità di non fare piani per non essere delusi, di accettare e prendere le cose come vengono; il secondo ascolta ma (succedono cose) rifiuta questo insegnamento rimanendo aggrappato alla roccia della speranza fino alla fine.
La casa della famiglia protagonista è infestata da scarafaggi e stink bug. Ascoltando di nascosto i ricchi, la famiglia scopre di essere vista e caratterizzata dalle stesse connotazioni: la puzza di povero.
I poveri rispettano i ricchi, mentre li sfruttano; ma scoprono l'odio quando si accorgono di non essere considerati eguali ma una specie inferiore.
La sceneggiatura è brillante e piena di questi piccoli rimandi interni.
I protagonisti sono interpretati da Song Kang-ho, che è quasi in tutti i film del regista, Choi Woo-shik (uno dei migliori e più richiesti giovani attori coreani: Train to Busan per dirne uno, altri film di Bong Joon-ho per dirne altri), e altri un po' meno noti.
E' un bel film.
SPOILER SPOILER SPOILER
I servitori precedenti della famiglia ricca avevano fatto qualcosa di simile ai nostri protagonisti. Finiscono per lottare per il controllo della famiglia ricca.
Lottare e uccidersi tra loro. Muore la figlia dei protagonisti, muore il padre della famiglia ricca.
La madre e il figlio dei poveri se la cavano con relativamente poco. Il padre dei poveri deve darsi alla macchina e finisce a nascondersi nello stesso bunker degli altri parassiti.
Diretto e scritto da Bong Joon-ho, già autore di innumerevoli successi: dopo qualche anno impegnato a realizzare film pop, è tornato al dramma tragicomico dei suoi esordi.
Riscuotendo il suo maggiore trionfo da allora: vorrà dire qualcosa.
Non parlo di soldi: non farei fatica a crede che Host e Snowpiercer gli abbiano portato più soldi; qui siamo a livello di Memories of Murder.
E' la storia di una famiglia di poveracci coreani: padre, madre, figlio, figlia. Nessun bambino.
Vivono arrangiandosi, sono molto affiatati e uniti. Collaborano e si organizzano come una squadra.
Un giorno capita l'opportunità.
Un amico del figlio lo raccomanda come tutor d'inglese per la giovane figlia di una ricca famiglia.
La famiglia ricca ha anche un più giovane figlio... di quei bambini vagamente squilibrati che i suoi genitori pensano invece essere i segni della sregolatezza di un genio.
Comincia a questo punto una catena di bugie, trappole e tattiche che porteranno al servizio della famiglia ricca, nel giro di poco, tutta la famiglia dei protagonisti.
Fingono di non conoscersi, fingono di essere persone diverse.
Diventano i parassiti che prolificano sulle spalle di animali più forti.
...ma questo è solo il primo e più facile livello di lettura.
C'è un arco narrativo che vede i nostri protagonisti affezionarsi agli stupidi ricchi, rispettarli e cercare di fornire loro, comunque, tutto il necessario. La famiglia ricca è carina e piena di buoni sentimenti, ma non sono solo stupidi: sono, a differenza degli altri, completamente irrispettosi del loro ambiente e delle circostanze. I nostri protagonisti cominciano a vederli con sempre maggiore insofferenza e disgusto.
Succede poi qualcosa che, mettiamola in questi termini, porta la nostra famiglia di parassiti a combattere contro... altri parassiti.
Questa situazione scatenerà una serie di reazioni che porteranno, come facilmente prevedibile, il film a schiantarsi in una pozza di dolore, fatale e irrimediabile sofferenza, abbandono e disperazione.
Il classico finale da film asiatico.
C'è un dialogo particolarmente significativo, verso la fine, tra padre e figlio: il primo sostiene la necessità di non fare piani per non essere delusi, di accettare e prendere le cose come vengono; il secondo ascolta ma (succedono cose) rifiuta questo insegnamento rimanendo aggrappato alla roccia della speranza fino alla fine.
La casa della famiglia protagonista è infestata da scarafaggi e stink bug. Ascoltando di nascosto i ricchi, la famiglia scopre di essere vista e caratterizzata dalle stesse connotazioni: la puzza di povero.
I poveri rispettano i ricchi, mentre li sfruttano; ma scoprono l'odio quando si accorgono di non essere considerati eguali ma una specie inferiore.
La sceneggiatura è brillante e piena di questi piccoli rimandi interni.
I protagonisti sono interpretati da Song Kang-ho, che è quasi in tutti i film del regista, Choi Woo-shik (uno dei migliori e più richiesti giovani attori coreani: Train to Busan per dirne uno, altri film di Bong Joon-ho per dirne altri), e altri un po' meno noti.
E' un bel film.
SPOILER SPOILER SPOILER
I servitori precedenti della famiglia ricca avevano fatto qualcosa di simile ai nostri protagonisti. Finiscono per lottare per il controllo della famiglia ricca.
Lottare e uccidersi tra loro. Muore la figlia dei protagonisti, muore il padre della famiglia ricca.
La madre e il figlio dei poveri se la cavano con relativamente poco. Il padre dei poveri deve darsi alla macchina e finisce a nascondersi nello stesso bunker degli altri parassiti.
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