Maquia - When the Promised Flower Blooms (Sayonara no Asa ni Yakusoku no Hana o Kazarō): secondo la wiki, la traduzione letterale del titolo giapponese sarebbe "Let's Decorate the Promised Flowers in the Morning of Farewells". In modo molto poetico, come d'altra parte è anche il film, questo titolo letteralmente tradotto ha molto più senso di quello scelto per l'edizione internazionale.
E' l'atteso debutto alla regia di Mari Okada. Insieme a Gen Urobuchi sono certamente i due sceneggiatori di anime più famosi del momento. La Okada ha lavorato, tra le altre cose, su: Toradora!, la serie su Fujiko e gli Iron-Blooded Orphans.
Eccola quindi alla sua prima regia. E' anche il primo lungometraggio cinematografico prodotto da PA Works, non proprio uno dei miei studi preferiti ma qui certamente all'altezza del compito e con profusione di budget.
La Okada ha ben chiaro cosa non inserire nelle sue sceneggiature, ha certamente la più precisa e completa comprensione di quali temi siano abusati in Giappone, da quali soggetti stare lontana e cosa evitare per non ricadere nella massa.
Non è certo un caso che siano così pochi gli sceneggiatori di anime, storicamente, a diventare memorabili.
Anche solo raccontare la storia di Maquia è complicato.
Il setting è un fantasy classico ma rinnovato nell'aspetto dei suoi elementi base: Maquia è una Iorph. Gli Iorph sono una razza molto longeva che vive isolata dal resto del mondo, passano il loro tempo a tessere... non sono assimilabili a quelli resi famosi da Tolkien ma, a tutti gli effetti, sono Elfi.
In questo mondo c'è un regno che domina sugli altri grazie allo sfruttamento dei resti della magia del passato, la sua forza militare è basata sull'aver addomesticato dei Draghi. I Draghi però stanno tutti morendo e, per non perdere la supremazia, questo regno decide di catturare gli Iorph. Le donne degli Iorph.
...per mescolare il sangue della dinastia reale con quello di questi esseri circa immortali.
Attaccano il villaggio. Ammazzano un sacco di uomini, distruggono tutto, rapiscono, etc etc.
Maquia riesce a scappare.
Mentre scappa trova una famiglia massacrata da qualcuno. Un bambino nato da poco. Lo salva.
A loro volta vengono salvati da una brava donna che li 'adotta'.
Maquia, che ha perso tutto in una notte, si attacca disperatamente al bambino e si dedica a lui come nuova madre.
Maquia ha 15 anni. Li dimostra. Li dimostrerà per molto più tempo di quanto il bambino possa vivere.
Succedono varie cose nel mondo intorno a loro che vede coinvolti altri Iorph sopravvissuti e il lento declino del regno di cui sopra, ma il fulcro del film è il rapporto tra la giovane madre single Maquia, senza esperienza e 'maledetta' di estrema longevità, e il suo giovane figlio che cresce velocemente.
Per nascondere il non passaggio degli anni, cambiano spesso posto dove vivere.
Non possono nascondere il passaggio degli anni a se stessi e il non più bambino comincia a nutrire sentimenti, diciamo, ambivalenti nei confronti della 'madre'.
E' un film molto maturo, decisamente non per tutta la famiglia. Il finale è eccezionale.
Le musiche sono di Kenji Kawai, avrei dovuto dirlo prima, ma è per darvi un'idea di quanto sia stato investito qui. Soldi ben spesi, Maquia è assolutamente un film di altissimo livello, certamente migliore del sopravvalutato Your Name; assomiglia un po' a Wolf Children, ma in un modo molto poco giapponese.
Quanto realizzato dalla Okada in questo film vale come uno sforzo più unico che raro. Basta guardare al tremendo flop, circa contemporaneo, di Urobuchi con i suoi Godzilla. La Okada, chiamata a dimostrare la sua bravura e fama in un contesto diverso dalla sua confort zone, invee di fallire come spesso accade in queste situazioni, ha realizzato una delle sue sceneggiature migliori.
Maquia è un film molto femminile totalmente incentrato sulla natura dell'essere madre, per questo motivo, pur apprezzandone razionalmente tutta la qualità, pur essendo rimasto positivamente turbato dall'eccellente finale, non potrò mai definirlo tra i miei film preferiti di sempre.
E', però, senza dubbio il miglior lungometraggio animato giapponese degli ultimi anni. Ho fatto un piccolo controllo lungo il blog, che è un po' la mia memoria storica, ed escludendo i film su licenza, considerando solo le produzioni originali, Maquia è probabilmente il mio film animato giapponese preferito degli ultimi 10 anni.
NOTA: considerando anche le produzioni non originali, Maquia non arriva neppure a scalfire la mia passione per No Game No Life Zero.
SPOILER SPOILER SPOILER
Nessuno dei personaggi positivi muore... violentemente. Il film comincia, essenzialmente, con Maquia che trova Ariel; il film finisce con Maquia al capezzale di Ariel che lo assiste morire di vecchiaia.
Passati i credits c'è un bel disegno che mostra gli Iorph sopravvissuti e l'ultimo dei draghi vivere insieme, presumibilmente, nel vecchio villaggio degli Iorph. Il regno malvagio è spazzato via da un'alleanza di altre nazioni.
Lang muore di vecchiaia fuori scena, così come Dita e Mido.
Leilia sopravvive e con Maquia ritorna al villaggio degli Iorph.
Krim muore male.
Nella sua scena finale, Maquia è vestita come Violet Evergarden. Non è un caso, è certamente una citazione diretta: il vestito è troppo simile, così come il contesto della scena e il carro.