The Sisters Brothers (Id, 2011): al titolo ho linkato il trailer del film, ma qui parliamo del libro. E' il romanzo del successo di Patrick deWitt, l'unico ad aver riscosso vera diffusione popolare: tanto da comparire spesso nelle liste dei migliori romanzi western, specialmente se limitando la ricerca a quelli scritti entro 20 anni.
Siamo a metà del 1800 e la frontiera americana è nel pieno della sua fase più eroica e criminale.
Eli e Charlie Sisters sono famosi pistoleri al soldo di un ricco imprenditore dell'Oregon, sicari veri e propri che vengono di volta in volta inviati a eliminare persone sgradite al loro capo.
A inizio libro li vediamo iniziare la missione di turno: raggiungere la California per uccidere un cercatore d'oro.
I fratelli Sisters, e questo è solo il primo dei giochi messi in piedi da deWitt, rispecchiano stereotipi classici: Charlie, il più vecchio, è un alcolista cattivo e prono alla violenza; Eli è a traino: segue il fratello ma non apprezza il genere di vita in cui si trovao. Spara, se c'è da sparare; cerca di non farlo, se si può evitare.
Il libro è raccontato in prima persona da Eli: è letteralmente un resoconto del loro viaggio messo per iscritto a presentato a qualcuno che non sappiamo; non esattamente un diario, non esattamente un rapporto.
I capitoli sono brevi e sferzanti. Cronologicamente consecutivi ma tutti dotati di una loro compiutezza: un inizio, una parte di mezzo e un finale. Vivono di vita propria e avrebbero potuto tranquillamente tutti essere parte di una raccolta di racconti.
Il tono è witty, volontariamente suppongo: uno degli strilli di copertina chiama deWitt un McCarthy dotato di senso dell'umorismo.
The Sisters Brothers non è certamente comico ma stempera la violenza della vita nel west con elementi surreali da weird fiction che generano ilarità per il contrasto patetico tra realtà e stupidità umana. La natura circoscritta dei capitoli e il loro tono esistenzialista ironico danno l'impressione di una striscia da quotidiano: Davis, Shulz, Watterson.
Si legge molto bene ma peggiora verso il finale: la prima parte del libro racconta il viaggio verso la California, la seconda l'arrivo in California, la terza l'incontro e fatti seguenti con il loro bersaglio.
Incontri casuali, relazioni brevissime, personaggi distorti dalla solitudine immensa della frontiera, un tocco di orrore e autoironia.
Il finale è ben compiuto ma cede alla tentazione di trasformarsi in una narrazione più unitaria e corposa, perdendo per strada uno dopo l'altro tutti gli aspetti di maggiore qualità dello stile.
Risulta effettivamente un ottimo romanzo western: stereotipato nel soggetto ma unico nella forma.
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A parte Eli e Charlie (che però perde una mano ed è costretto a smettere il lavoro di pistolero), tutti gli altri muoiono. Eli uccide il Commodoro. Eli e Charlie tornano dalla madre.
Warm aveva inventato un liquido per trovare l'oro nei fiumi: funziona ma è altamente tossico e finisce per uccidere sia Warm che Morris, e costare la mano a Charlie.