Devil May Cry S01: in realtà non c'è ancora l'annuncio di una seconda stagione, ma la storia non finisce ed è stato un successo, quindi diamola per scontata.
E' il nuovo, grande cartone Netflix. Nuova creazione (relativamente parlando) di Adi Shankar, ovviamente basata sull'omonima serie di videogiochi Capcom. 
Non è il primo adattamento animato: esiste un'orrenda produzione Madhouse del 2007 (ne parlammo). 
Questa nuova serie Netflix, invece, è molto buona.
Intendiamoci: non è a livello del Castlevania di Ellis, ma è molto divertente e stupida, come dovrebbe essere; è anche, senza dubbio, la migliore produzione 'televisiva' dello Studio Mir: molto ricca di budget, splendidamente animata con pochissimi cali. 
C'è un sacco di satira e commento politico: ambientazione americana, gli USA sono una nazione governata da un presidente mediocre e fantoccio e da un vicepresidente guerrafondaio e fanatico religioso; ci sono, frequentemente nel corso dei suoi 8 episodi, scene di... ah... 'violento imperialismo americano' del tipo con i soldati che sparano su civili indifesi, generali che ordinano di radere al suolo villaggi indifesi e cose del genere. Tutto con la bibbia in mano e per volontà di dio. 
E' un po' eccessivo. C'è stridore tra il tono scemo-scemo-spada-pistola-battuta dei combattimenti e del suo protagonista, e queste improvvise ed estremamente brutali rappresentazioni del marciume americano. 
E' un messaggio forte che posiziona politicamente questa produzione Netflix decisamente non in linea con il pensiero imperante negli USA, ed è una bella cosa e poco importa se sia stata fatta per moda o con onestà (e si possono fare entrambe le cose), ma è pur sempre Devil May Cry e questo altalenare tra dramma sociale e azione scacciapensieri risulta stonato.
Un demone vuole spaccare il muro che separa il mondo dei demoni da quello umano, e per farlo gli serve Dante (che in questo momento della storia sa poco e niente di sé ed è giovane); Lady è il migliore soldato dell'organizzazione americana per sterminare i demoni e non si fa troppe domande se tutti i demoni siano effettivamente da sterminare. 
Nessuno è buono, nessuno è completamente cattivo: il terrorista ha ragione ma i suoi metodi sono sbagliati, Dante è un demone ma è un eroe, Lady è umana ma è un mostro.
SPOILER SPOILER SPOILER
Nel finale, il demone terrorista si scopre essere un umano che vuole salvare i demoni buoni dai demoni cattivi e dagli umani che sono come demoni cattivi; il demone terrorista muore, il muro tra i mondi non viene spaccato. Il vicepresidente trova un modo per aprire portali a volontà e invade il mondo dei demoni ammazzando buoni e cattivi senza distinzioni, perché sono tutti diversi e non americani. Lady tradisce Dante (nonostante qualche dubbio cominci a incrinare la sua devozione) che viene catturato e imprigionato. 
Nell'epilogo, Vergil inizia una ribellione contro gli umani invasori nel mondo dei demoni. 


The Way Up Is Death (Id, 2025): ho provato a leggere un romanzo di Dan Hanks, l'ultimo uscito per Angry Robot. 
E' un divertente e rapido mashup che mette insieme una gran quantità di stereotipi narrativi: una super mega torre magico-aliena compare nei cieli della provincia britannica, tredici persone a caso sono teleportate nella torre e viene loro ordinato di arrivare in cima o morire, e morire lungo la strada. 
Classica torre-mondo dove ogni piano è un mondo a sua volte tematicamente orientato: c'è il piano D&D, il piano Star Wars, il piano casa infestata e via dicendo. 
Lo svolgimento della storia non sorprendere: tipica vicenda alla Cube dove alcuni personaggi scoprono l'umanità della collaborazione e del sacrificio, altri scoprono l'umanità della violenza e della predazione sui più deboli. 
C'è un po' di facile satira sociale: i cattivi, tanto per dire, sono un prete, una persona ricca e un influencer.
Ci sono tre protagonisti principali che si alternano a fornire la prospettiva narrativa.
C'è un po' di escape room, c'è un ruolo fondamentale per un cane; c'è violenza e persino un po' di gore.
E' vagamente litrpg. 
Si legge bene e in fretta, non è un'opera di particolare significato.
SPOILER SPOILER SPOILER
Alla fine sopravvive solo la giovane, i cattivi muoiono tutti malissimo, i buoni si sacrificano per salvare la giovane.


Dead Talents Society: divertente commedia horror taiwanese dello scorso anno, da poco rilasciata su Netflix. 
E' un incrocio tra "Monsters, Inc." e "Beetlejuice". 
Succede che, quando muori, diventi un fantasma: se diventi un fantasma, per continuare la tua non-vita, devi avere famigliari devoti che mantengano vivo il tuo ricordo, oppure scegliere la via della 'presenza' di professione. 
Devi trovarti un gimmick, passare un test, ricevere un patentino professionale/iscriverti all'albo, partecipare all'equivalente undead di un talent show. Solo le leggende urbane di maggiore successo possono restare in non-vita. 
Secondo film per il regista John Hsu, adesso cerco il primo; Gingle Wang protagonista, nome che finalmente comincio a riconoscere, insieme a Chen Bolin e Sandrine Pinna (da segnarsi per il futuro). 
La sceneggiatura, furbamente, approfitta di alcuni famosi stereotipi degli horror asiatici e ci mostra 'l'altro lato', come se fosse un behind the scene: idea assolutamente brillante; il nostro gruppo di protagonisti è composto da una famosa fantasma in declino, un fantasma troppo bello per poter spaventare, una giovane senza talento a rischio di sparire. 
Anche le parti più sciocche di questo film sono divertenti, a tratti esilaranti, inaspettatamente intelligenti ed è, semplicemente, una delizia da guardare. 
Piaciuto molto anche a mia moglie. 
La logica di alcuni passaggi può risultare dubbia, ma è davvero poco importante. 
Finisce bene. 


infodump: Bogotà - City of the Lost è un film drammatico coreano dello scorso anno sulle difficoltà della vita nella comunità coreana in Colombia alla fine degli anni '90, e varia criminalità di piccolo livello, e una palla clamorosa. Revelations è un thriller coreano con rapitore, detective e sacerdote/pastore: estremamente noioso. Bookworm è un film indie neozelandese di merda con Elija Wood e una bambina odiosa che di più si fatica. Control Freak è un horror recentemente uscito su Disney: comincia bene con una metafora intrigante sulle addiction, poi diventa una merda. The Thicket è circa un western con un cast particolare, Dinklage nel ruolo del bounty hunter per dire, ma è orribilmente noioso e molto amatoriale. Abbiamo anche guardato due film originali Netflix tratti da due storie di King: Gerald's Game e 1922 entrambi del 2017, il primo è piuttosto ben fatto e guardabile, il secondo è un marone. Billy Lynn's Halftime Walk è il film del 2016 di Ang Lee adattamento dell'omonimo eccellente romanzo, e il peggiore film di Ang Lee in una carriera che è già ampiamente nel cesso, e uno dei più brutti adattamenti di romanzi che abbia visto, e in generale un film di merda che sembrerebbe essere stato montato estraendo scene a sorte e inanellandole senza il minimo senso; ha pure pensato di rivedere il finale, scelta comprensibile dato il finale non soddisfacente del libro, ma è riuscito a peggiorarlo.
Teenage Mutant Ninja Turtles - Mutant Mayhem è un film animato originale non parte di una serie, è tecnicamente molto interessante con scelte estetiche insolite e ben riuscite, ma è una produzione molto per bambini,
The Witcher - Corvo Bianco: miniserie Dark Horse in 5 albi pubblicati nel corso del 2024, testi di uno degli autori interni di CD Projekt, disegni di Corrado Mastantuono; è un seguito di The Witcher 3, Geralt vive felicemente producendo vino in quel di Corvo Bianco, salta fuori un tizio che reclama la proprietà di Corvo Bianco e una vecchia avventura di Geralt, succedono cose ma niente di significativo. Un prodotto inutile e di mediocre qualità.
Wraiths of the Broken Land è un romanzo western-horror dalle recensioni esageratamente positive, scritto da S. Craig Zahler, il regista d Bone Tomahawk, è già in discussione per diventare un film; senza scendere in dettagli, nel primo capitolo c'è stupro e violenza contro animali, ho letto un'altra decina di capitoli per sicurezza: è violence porn della peggiore risma, è indubbiamente scritto bene, ma un tipo di depravazione che non mi appartiene. 
Exordia di Seth Dickinson è un romanzo fantascientifico sulla falsa riga di produzioni tra Harkaway e David Wong, molta affabulazione con iperconcetti e technominchiate al limite tra magia e scienza, il potere delle storie e della narrazione tramutato in scienza metafisica: avvincente e intrigante per i primi tre o quattro capitoli, poi progressivamente meno, poi una merda.
City of Dancing Gargoyles di Tara Campbell è un altro romanzo circa-weird che si sforza troppo di costruire un mondo strano e improbabile fatto di accadimenti inaspettati e popolato da personaggi impossibili, al punto di perdere completamente di vista la storia o la caratterizzazione o altro.
A Quantum Love Story di Mike Chen è l'ennesimo romanzo con time loop e semplicemente non è abbastanza (inoltre è il secondo romanzo che ho comprato confondendo Mike Chen con Charles Yu).
Extremophile di Ian Green è un romanzo cyberpunk, che di per sé sarebbe motivo sufficiente per leggerlo, ma tutti i personaggi sono edgy goth grim emo sfigati ed è insopportabile.
Under the Eye of the Big Bird di Hiromi Kawakami è un altro esempio di letteratura senza contenuti: rappresentazione di una società post-apocalittica fatta di profondi significati, grandi simboli e totale assenza di spessore o narrazione.
The Vegetarian di Han Kang, Nobel per la letteratura, è una storia di depressione, tristezza, società infame, famiglia insufficiente e l'impossibilità di esprimersi, essere se stessi: una donna infelice prima diventa vegetariana, poi vorrebbe diventare direttamente una pianta. Non so cosa dire: l'ho letto tutto, l'ho trovato così inutilmente triste e pieno di sofferenza; certamente è un'altra scottante rappresentazione della condizione delle donne in Asia (Korea in questo caso), e certamente c'è bisogno di continuare a parlarne, ma non fa per me.
The City in Glass di Nghi Vo è un clone del primo Mieville, grosso modo una copia di Perdido Street Station, senza la qualità.
WH40K - Missing In Action è la prima storia breve pubblicata da Dan Abnett con Eisenhorn protagonista, è datata 2001 come i romanzi Xenos e Malleus, e uscì inizialmente sul magazine Inferno!
Funge da prequel di Malleus ed è il terzo testo all'interno dell'omnibus di Eisenhorn: il protagonista è coinvolto in una storia che sembrerebbe interessare un culto del Chaos ma, in realtà, apre un triste squarcio sulla vita costantemente in guerra di Warhammer.
Animal Well lo comprai in sconto l'anno scorso, fenomeno metroidvania e indie darling molto simile, nella mia comprensione a Fez e, come Fez, mi ha rotto il cazzo e non l'ho finito. 
Metal Slug Tactics: è un bel gioco tattico roguelite che, sfortunatamente, è viziato da testi così minuscoli da essere impossibili da leggere a qualche metro di distanza; ho aspettato sperando in una patch. E' un buon titolo nel genere, ma è ingiocabile console-tv-divano: l'ennesimo esempio di sviluppatori pc incapaci. 
Megaton Musashi W - Wired: mi dispiace. Questo gioco è in ogni lista di gemme nascoste e/o titoli sottovalutati. E' divertente, è un eccellente mecha rpg d'azione macchiato da 2 orribili difetti che lo rendono insopportabile: il looting è eccessivo, il combattimento è noioso e orrendamente ripetitivo. Mi piaceva, l'ho giocato per decine d'ore poi mi sono reso conto di avere davanti a me centinaia, non esagero, di missioni tutte uguali e l'ho mollato. 
Unnamed Memory è un anime del mediocre studio ENGI tratto da un omonima serie di romantasy giapponesi: non è brutto ma è anche privo di qualsiasi pregio. 
Ishura S02, altri 12 episodi per la serie di combattimenti senza una vera trama dove un certo numero di personaggi combatte tra loro per il diritto di partecipare a un torneo dove combattere tra loro: continuo a trovarla brillantemente idiota, spero facciano una terza stagione (finalmente dovrebbe cominciare il torneo). Cast e staff invariati. 

Billy Lynn's Long Halftime Walk (Id, 2012): primo romanzo, ma non debutto letterario, di Ben Fountain. 
Questo libro mi ha fatto pensare. 
Ho pensato molto anche leggendo Empire of the Vampire, più-lungi da me fare un discorso spocchioso sul presunto valore superiore della non-speculative fiction, rispetto alla letteratura CONVENZIONALE: entrambi i romanzi sono sostanziosamente costituiti da riflessioni sulla società e la natura umana, due ottimi scrittori, è inevitabile ragionare su quanto espresso e affermato.
Ciò detto.
Questo romanzo, nello specifico, mi ha fatto pensare quando è stata l'ultima volta la mia vita sia stata cambiata da una lettura: ogni anno ho dei libri preferiti, certo, ma quanto indietro devo andare prima di re-incontrare una lettura che ha definito la mia vita? 
La conclusione che ho raggiunto è non trattarsi di un problema con la qualità delle mie letture, ma di età: la mia vita ha raggiunto una solidità, una rigidità, che la rendono impermeabile e resistente ai cambiamenti. 
Può ancora succedere. Succede, ma è più difficile.
Le cose che sono, le cose che ho, il modo in cui penso, l'accumulo di passato e le relazioni stabili che mi definiscono sono le stesse da anni: non è un difetto, il cambiamento è semplicemente sostituito dall'approfondimento.
Billy Lynn spinge a riflessioni di questo genere. C'è anche un film che guarderò probabilmente stasera. 
La Guerra al Terrore va avanti da un po', l'iniziale hyper-fervore bellicista dell'opinione americana è in stagnazione e calo; fortunatamente, una troupe di Fox News cattura un'azione di straordinario coraggio e potenza marziale: una manciata di soldati contro una superiore forza nemica, che viene sterminata. 
Il video diventa virale, i soldati sono immediatamente, temporaneamente, rimpatriati e mandati in tour per gli USA a risollevare l'appoggio pubblico al presidente (Bush) e il suo sforzo in Iraq e dintorni. 
Ci sono flashback, ma il presente e il grosso della storia è l'ultima giornata prima di tornare in Iraq: i nostri soldati sono a Dallas per partecipare allo spettacolo di metà partita durante la partita di Thanksgiving dei Cowboys. 
La prospettiva è quella del più giovane della squadra, 19enne Billy Lynn, eroe casuale della scena di combattimento divenuta famosa, texano di origine. 
Billy Lynn è un'eccellente lettura: satira sulla società americana e suoi vizi; è un romanzo un po' ruffiano, ma non c'è di male nel sapere come raggiungere il proprio pubblico di educati simpatizzanti democratici.
Ah, prima di dimenticarmi: postmoderno! 
Era da un po' che non trovavo l'occasione di scriverlo: romanzo che utilizza la composizione grafica delle pagine per finalità espressive e narrative.
Billy Lynn non è esattamente white trash, ma ci va molto vicino, i suoi commilitoni provengono tutti dalle estrazioni più povere della società americana: durante il victory tour e la giornata a Dallas sono costantemente sottoposti ed esposti all'incredibile flatulenza economica dei più ricchi dei ricchi; c'è un continuo parlare di trasformare la loro esperienza in un film e per tutto il romanzo la contrattazione con i ricchi più ricchi di Hollywood prosegue. 
Ecco, perché Fountain non è solo impegnato a prendere in giro i ricchi texani repubblicani, c'è molto da dire anche sui ricchi californiani democratici. 
Letto oggi, il libro è pazzescamente attuale: scritto 4 anni prima di Vance, scritto nell'America di Bush, sembra parlare dell'America di Trump e mostra una prospettiva storica che è molto più uniforme e continuativa di quanto sia percepito oggi. Ci sono infiniti personaggi che sono essenzialmente Trump, prima di Trump. 
Fountain scrive genialmente con un mix di smart mouth cinematografica e un vomito esplosivo arcobaleno di verbosa composizione artistica, dove suono e concetto delle parole vanno a braccetto in un turpiloquio di accostamenti e stravaganza linguistica che assomiglia qua e là a un più ordinato flusso di coscienza. 
Il capitolo chiave, quello della 'halftime walk', è una straordinaria dimostrazione di ritmo narrativo usato per rappresentare una scena: frenetico e confuso come ciò che viene descritto, allo stesso tempo lucido e organizzato.
La qualità narrativa dell'autore è indubbia. 
Il nostro soldato pensa a tante cose, c'è una leggera distorsione tra la sua ignoranza quando apre bocca, per dirlo semplicemente, e la sagacia delle sue riflessioni interiori: distrae leggermente, ma non è importante. 
Nel libro ci si interroga su religione, sport, politica, guerra, sesso, relazioni, ricchezza, classe sociale, economia e altro. 
L'acume intellettuale dell'autore è indubbio. 
Il libro è ottimo, sfortunatamente il finale scivola: è una scelta, ma è la scelta che disprezzo di più. 
L'autore non consegna un finale: la giornata finisce, alcune sottotrame rimangono per aria perché succede un casino e non possono essere completate 'quel giorno'; l'autore decide di non scrivere un finale e concludere il libro con i nostri in macchina diretti verso la base che li rispedirà in Iraq. 
Allora, avete presente quei film di guerra o altro (Animal House) che finiscono con le sovrimpressioni che raccontano brevemente il destino finale dei personaggi? Qui non c'è, non abbiamo idea di cosa succederà ai nostri eroi. 
Andranno in Iraq e moriranno tutti, morirà solo qualcuno, torneranno? 
Il finale aperto serve al fine di comunicarci l'impossibilità di prevedere e quindi immedesimarci di più nei soldati, ma è anche una scelta di comodo che evita all'autore la responsabilità di decidere. 


The Relentless Legion (Id, 2024): il terzo e ultimo romanzo di The Divide di J.S. Dewes.
Fino a 50 pagine dalla fine, non esagero, sono stato assolutamente convinto la serie sarebbe proseguita almeno un altro libro: "impossibile chiudere la storia in 50 pagine", mi sono detto. 
No, è possibile. E' impossibile farlo bene.
E' il peggiore della serie e risolve con mediocre banalità tutte le vicende della serie: sembra un romanzo online, una fanfiction estremamente amatoriale. 
Dewes dimostra profonda inesperienza nella sua gestione della trama, nella risoluzione dei conflitti e, più in generale, in ogni aspetto costitutivo di questo terzo romanzo: è scritto bene, l'autrice ha certamente talento, e sicuramente l'editore le ha fatto un torto. Questo romanzo avrebbe dovuto essere sottoposto (magari lo è stato e questo è il risultato migliore possibile) a una riscrittura quasi integrale. 
Non so manco da dover cominciare: proseguo con il ragionamento sul finale. 
Fino a 50 pagine dalla fine, l'autrice sta ancora costruendo trama, sviluppando aspetti secondari della storia, apportando upgrade ai protagonisti in vista della gigantesca guerra che la serie va promettendo dal suo inizio. 
A 50 pagine dalla fine, tutto comincia ad accadere fuori scena e i protagonisti vengono narrativamente teletrasportati a 'cose fatte', guerra finita e tutto risolto.
La piaga, la guerra, il confronto finale tra Cavalon e il Re, il destino delle varie razze aliene e ogni altra sottotrama vengono risolte senza alcun fondamento logico, semplicemente perché questo è l'ultimo libro e non c'erano più pagine.
Il personaggio di North è completamente massacrato e l'interezza delle sue azioni nel corso del romanzo sono scritte e ideate con totale assenza di logica: è imbarazzante, non c'è un solo passaggio che possa essere definito intelligente.
Ci sarebbe da fare un discorso sull'atlas e la sua trasformazione in Atlas e come questo elemento sia inserito nella storia e poi completamente dimenticato, peggio che in qualsiasi serie tv di più stagioni.
Rake è una delle due voci principali anche in questo libro, eppure è quasi inutile per tutto il tempo. Cavalon sembra la parodia di se stesso e di un continuo tirare fuori idee dal culo e capitare per caso in eventi a caso.
Giusto per completezza: il romanzo è dedicato a Garrus, cosa simpatica; inizia 4 mesi dopo il precedente, i nostri eroi hanno stabilito la propria base e messo insieme un vero e proprio esercito rivoluzionario. North è prigioniero di Augustus. Cavalon studia per curare la piaga. 
L'autrice, come detto, si applica a ognuno di questi elementi con la titubante pochezza e assenza di presenza di qualcuno che sta fingendo di essere al posto giusto. 
Anche questo post mi sta sul cazzo, l'ho scritto male e non ho voglia di riguardarlo perché il romanzo mi ha orribilmente indisposto. 
NOTA: questo e il precedente romanzo stand alone sono così brutti che non mi stupirebbe non veder mai più l'autrice pubblicata.
NOTA2: bisogna che mi trovi un qualche videogioco da fare perché sto leggendo troppo.


Batman/Catwoman: lo stavo tenendo da parte da un po' di tempo. Non leggo più comics, continuo a ripetermelo, ma ogni tanto qualche cosa attrae la mia attenzione così fortemente che riesco a resistere solo per un po'. 
Uhm. 
Nello specifico parlo del volume del 2022 che raccoglie la 'fine' non ufficiale della run di Tom Taylor su Batman. 
Il volume contiene la miniserie Batman/Catwoman in 12 episodi, lo Speciale di Batman/Catwoman, il Batman Annual (vol. 3) 2; parte di Detective Comics 1027, parte dello speciale Catwoman 80th Anniversary 100-Page Super Spectacular. 
Senza andare troppo nel dettaglio, Tom King è stato autore di Batman vol. 3 dall'inizio nel 2016 fino al numero 85 nel 2019: uno dei temi centrali della sua run è stato il rapporto tra Batman e Catwoman; a un certo punto, sembrava quasi che i personaggi fossero pronti a sposarsi, poi DC ha fatto un colpo di testa alla Marvel mandando il fandom in uno stato di collettiva furia omicida.
Tutto ciò non importa più di tanto, King esce da Batman e gli viene affidata una serie circa-seguito,  "Batman/Catwoman", dove proseguire quello specifico concept; succede qualche cosa e questo progetto diventa, invece e a tutti gli effetti, un elseworld fuori continuity. 
La migliore delle scelte possibili: tutti gli albi succitati sono diventati un mondo stand alone senza preoccupazione di essere rivisitati, alterati, rovinati; liberi dalla continuity, gli autori hanno potuto presentare una storia di Batman completamente rivoluzionaria per il suo status quo e portare il tutto alle più estreme conseguenze.
I testi sono tutti di Tom King, alle matite troviamo Clay Mann, Liam Sharp e altri. 
Gli speciali sono 'speciali' e presentano storie più o meno brevi dedicate alla coppia, il grosso del volume è naturalmente composto dalla miniserie.
Tre storyline parallele in tre momenti diversi nella relazione tra i due personaggi: giovani, adulti e vecchi.
Batman non capisce l'amicizia tra Catwoman e Joker, Joker non capisce la relazione tra Batman e Catwoman; Batman e Catwoman insieme contro Joker e il ritorno del Phantasm dal film animato del 1993; Batman morto, Catwoman uccide Joker e deve vedersela con la figlia (attuale Batman) e il commissario Grayson.
E' un ottimo fumetto e offre alcune scene di grande qualità, ma continuo a pensare che Tom King sia un autore molto sopravvalutato.