Cells at Work!: il franchise continua a dare e dare. Questa volta tocca a un film dal vivo (naturalmente giapponese) dello scorso anno, da poco uscito su Netflix.
La regia firmata Hideki Takeuchi, uno dei tanti registi giapponesi tra tv e cinema specializzati nell'adattamento di manga; il cast dei protagonisti, invece, è di alto livello: Mei Nagano è il globulo rosso, Takeru Satoh quello bianco, insieme a loro moltissimi volti noti tra cui Sadawo Abe, Koji Yamamoto e Ryo Kato.
Pur non avendo letto tutti i manga esistenti di Cells at Work! (sono un'infinità), sento di poter affermare che la trama di questo film sia un ibrido di pezzi presi qua e là: sfortunatamente, è il principale difetto del film, in quanto rimescola stili e toni differenti passando da un momento all'altro dalla comicità tranquilla del manga principale, al dramma tragico di Black.
Il film è un'accozzaglia di scene favolose che, però, non hanno molto a che fare insieme: gli esilaranti segmenti dell'innamoramento e della diarrea hanno poco a che fare con il blocco sulla leucemia.
L'insieme risulta un casino, ma è un casino favoloso.
Il live action di Cells at Work! è molto più tokusatsu del manga/anime, i virus/batteri sembrano mostri usciti da un qualsiasi serial dei power rangers. e i combattimenti vanno di conseguenza. E' glorioso.
Bisogna dare atto, inoltre, alla produzione giapponese di essere riuscita a trasformare Siamo Fatti Così in un manifesto propagandistico sul valore intrinseco del più umile lavoratore nel grande meccanismo della società: non importa quanto insignificante tu sia, sei comunque parte della grande macchina nazionale. Un concetto così stupidamente nipponico da essere involontariamente umoristico.
Gli effetti speciali sono simpatici, gli ambienti sono inaspettatamente molto ben realizzati; la storia è buffa, quando lo è, e inutilmente drammatica, quando decide di fare dell'insensata tragedia.
Comunque è divertente dall'inizio alla fine, molto giapponese.
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