Karla's Choice (Id, 2024): attendevo questo romanzo con trepidazione. 
La nuova identità d'autore di Nick Harkaway. 
Ne abbiamo già parlato ai tempi dei 2 romanzi sotto il nome di Aidan Truhen, Harkaway è figlio di John le Carré e questo è il suo tributo al padre (deceduto nel 2020): un romanzo in continuity ambientato nello spazio 'vuoto' tra 2 dei suoi romanzi più famosi, "The Spy Who Came in from the Cold" del 1963 e "Tinker Tailor Soldier Spy" del 1973.
Ho visto film, non ho mai letto un romanzo di le Carré.
Non mi piace il genere 'spionaggio', ma un grande autore ha il potere di farti piacere anche ciò che non ti piace. Intendo Harkaway. 
Tuttavia, inutile girarci intorno, questo libro vive nel confronto con l'originale: senza aver letto l'originale, è difficile apprezzarlo fino in fondo, capirlo fino in fondo. 
Harkaway non scrive con il suo stile solito, ammesso che si possa dire abbia un 'stile solito': lo stile di questo romanzo è mimetico del padre? E' una creazione originale? Non lo so. 
La selezione linguistica e i modi di dire sono caratterizzati come se il libro fosse stato scritto 50, 60 anni fa, ma potrebbe anche essere una scelta dipendente solo dal periodo d'ambientazione; mi fa pensare che particolare costruzione dei periodi, i tempi narrativi e lo stile possano, in generale. essere un'interpretazione di quello paterno. 
C'è un foreword di Harkaway in cui riconosce le difficoltà di scrivere questo libro, specialmente e proprio per il confronto; è stato evidentemente un bisogno psicologico, ne sono convinto: questo non è un libro come quelli del figlio di Herbert o ritrovati nell'infinita cassettiera di Crichton, il processo creativo e la maturazione autoriale di Harkaway sono stati evidenti e vistosamente indossati da tutti i suoi romanzi finora, questo romanzo è innanzitutto un'opera letteraria personale e, vorrei dire, catartica con valore pienamente artistico. 
Nei ringraziamenti, Harkaway parla della madre e ricorda, senza esprimerle, le difficoltà di vivere accanto al padre grande autore; riferisce di un cordiale rapporto con Joe Hill, con il quale condivide alcune similitudini di vita rara. 
C'è la volontà di aggiungere qualcosa e di scriversi accanto al padre, Karla's Choice non è solo un libro in continuity, è anche un libro che vuole inserire un elemento importante nel lore dei personaggi e del mondo creati da le Carré; il 'Karla' del titolo è un personaggio molto importante nelle storie di questi personaggi, non a caso i 3 romanzi successivi a quello del 1973 sono conosciuti come la "Karla's Trilogy", e questo libro ne offre una sorta di origin story.
Credo di non aver mai letto un romanzo di spie prima di questo, potrei sbagliarmi perché ho letto un fracco di roba e sto volontariamente ignorando i 'segretissimo' nella mia libreria (perché letti per il sesso e non per le spie) e, ora che ci penso mentre scrivo, gli 007. 
Ok, ho letto libri di spie nella mia vita... non ne ho mai letti di contemporanei?
A proposito: George Smiley, protagonista di questo libro e personaggio ricorrente (come protagonista e non) di le Carré, non è James Bond.
Non ci sono combattimenti e gadget e pazzesche scene d'azione; qui ci sono dialoghi, analisi dati, investigazione e una quantità di pianificazione, un oceano di paranoia. 
Allo stesso tempo, però, George Smiley è una godly spy che tutti venerano e considerano dotato di acume sovrumano e una capacità preternaturale di trasformare la paranoia in un infallibile sesto senso (è un po' Batman). 
Proseguendo nella lettura, diventa evidente la natura di seguito di questo romanzo e quanto abbia mancato dal non aver letto il 'precedente'; allo stesso tempo, essendo il prequel di un famoso romanzo di 50 anni fa con adattamenti in altri media, il libro è scritto con l'idea che il lettore medio possa essere a conoscenza dei futuri sviluppi e colpi di scena.
La trama, vagamente: George Smiley si è ritirato dal mondo dello spionaggio dopo la drammatica conclusione della sua ultima missione e contrasti apparentemente insanabili con il comando delle spie britanniche, per dirla semplicemente; succede qualcosa, entrano in scena un paio di personaggi ungheresi con connessioni russe, ed è l'occasione per il comando delle spie britanniche di costringere Smiley a tornare in azione. 
Segue caccia all'uomo.
Il libro tratta ampiamente degli aspetti morali del lavoro di spie, specialmente con l'avvicinarsi del finale alcuni dei personaggi assumono rappresentazione simbolica: ci sono estremi, Control e Karla, ci sono sensibilità in lotta come quella di Smiley e della protagonista; di passaggio, presumo con appropriatezza, si parla di Ungheria e Centro Europa nel pieno della Guerra Fredda. 
Non mi stupisce sia un romanzo eccezionale, Harkaway è brillante e un talento, mi sorprende mi sia piaciuto così tanto; così tanto che penso di voler leggere i 2 romanzi di le Carré che gli fanno da cornice.
A proposito, non c'è niente di ufficiale, ma nelle sue parole al lettore, Harkaway lascia intravedere la possibilità di un altro romanzo di Smiley. 
SPOILER SPOILER SPOILER
Necessità narrative e di continuity costringono l'autore a uccidere praticamente tutti i personaggi nuovi creati per questo romanzo, salvo la protagonista a cui viene concessa la rara opportunità di farsi una nuova vita.