A Master of Djinn (Id, 2021): ho cominciato questo romanzo 2 volte. La prima dopo la sua vittoria del Nebula nel 2022, abbandonato perché sembratomi un banale investigativo con power lesbica come protagonista; la seconda adesso, per nessun motivo particolare.
E' il primo romanzo di P. Djèlí Clark; è il terzo in una serie composta da un romanzo breve, The Haunting of Tram Car 015 (indietro per il blog), e di una storia lunga, A Dead Djinn in Cairo.
Questa volta l'ho finito, ma la mia impressione non è cambiata.
Il setting è l'unica cosa originale: Egitto 191X, grazie alla 'scoperta' della magia, il paese è adesso una delle grandi potenze mondiali e al centro delle trame politiche che stanno portando il mondo verso la Prima Guerra Mondiale; la magia in questione è folk e fatta specialmente di djinn e vari tipi di creature magiche orientali.
E' intrigante e interessante, anche se sostanzialmente lo stesso sfondo di District 9.
C'è molta cultura mussulmana ed egizia.
Protagonista della storia è un'investigatrice governativa lesbica, quindi c'è anche spazio per mostrare la figura delle donne in una società islamica, anche se qui rappresentata come fortemente progressista e occidentalizzata.
Uhm. Faccio una chiosa: c'è razzismo e sessismo, ma entrambi gli argomenti sono trattati con leggerezza e una certa superficialità; sono parte del background ma la rappresentazione è così fortemente attenuata e spassionata da risultare inappropriata.
Non è sempre necessario sprofondare nel dramma, ma così è un po' troppo Disney.
La storia è terribilmente banale: l'esperta investigatrice lupo solitario viene costretta ad accettare l'assegnazione di un partner rookie, seguono tutti gli stereotipi più triti dei polizieschi con questo tipo di premesse. L'investigazione a cui le due protagoniste lavorano, inoltre, è un casino senza troppo senso continuamente spinta avanti dal ricorso a svariati deus e miracolosi interventi esterni; ciliegina sulla torta, il finale è tremendamente deludente: il colpo di scena è stupidamente prevedibile e intuibile già a metà libro, insultante.
Fino all'ultimo ho sperato di potermi dire felicemente preso in giro dall'autore, abilmente ingannato a credere qualcosa per poi essere raggirato e sorpreso, e invece il colpo di scena è esattamente quello facilmente anticipabile centinaia di pagine prima.
Tutto ciò detto.
Il libro è divertente, scrittura sopra la media; i personaggi sono simpatici e funzionano bene insieme.
Sicuramente si legge volentieri, ma è uno dei romanzi più sopravvalutati degli ultimi anni.
SPOILER SPOILER SPOILER
La sorella stupida è, ovviamente, il vero nemico e finge soltanto di essere stupida.
Alla fine la protagonista vince.
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