The Spear Cuts Through Water (Id, 2022): ho sentimenti combattuti, ma in realtà molto chiari. Non mi è piaciuto, però ho molto apprezzato, intellettualmente, l'estremamente complessa costruzione narrativa. 
Mi ha stimolato, ma annoiato. 
Il contenuto di questo romanzo è imbastito in una costruzione appassionante e affascinante, ma è fine a se stessa. 
La storia, ridotta al suo basic plot, è la quest di 2 guerrieri che devono andare dal punto A al punto B, uccidere un po' di boss lungo la strada, salvare il mondo alla fine. 
Il setting è asiatico fantasy.
Spear, però, è un libro fuori dall'ordinario: è un'opera d'arte nel senso più neutro del termine; non un capolavoro, ma un progetto attentamente curato dalla lingua alla struttura, tecnicamente prezioso, realizzato con la chiara intenzione di fare qualcosa in più rispetto a del semplice intrattenimento.
Ha vinto dei premi ed è estremamente ben recensito. 
Spear, quindi, è un libro faticoso da leggere: richiede concentrazione, pretende riflessione, comanda ammirazione per le sue raffinate soluzioni narrative, e lascia certamente una brillante memoria al raggiungimento del suo finale.
Uhm. 
Andiamo al sodo: il nostro protagonista (circa) sta sognando; nel sogno si trova a diventare lo spettatore di uno spettacolo teatrale; lo spettacolo a cui sta assistendo è la storia dei 2 guerrieri di cui sopra. 
Nel sogno, mentre guarda lo spettacolo, ricorda eventi del proprio passato; in questi flashback, ricorda quando qualcuno (non lo dico per spoiler) gli raccontò la stessa storia a cui a cui sta assistendo. 
La storia dei 2 guerrieri, quindi, è contemporaneamente raccontata come una normale narrazione in terza persona, come uno spettacolo interpretato da attori e ballerini assistito dal protagonista, come una memoria del protagonista che sta ricordando. 
In mezzo a tutto ciò, ci sono vari altri racconti interconnessi. 
Questa è la struttura base di Spear, ma non è immutabile e nel corso del suo svolgimento, ci saranno trasformazioni (dopo lo spoiler wall). 
E' molto complicato e molto soddisfacente. 
Ah, il testo varia tra la prima, seconda e terza persona: ci sono motivi e il loro utilizzo è rigoroso e immediatamente riconoscibile, molto ben fatto. 
E' una lettura faticosa, ricca; è scritta con una prosa lirica che ricorda quella di Gavriel Kay, ma senza la stessa pulizia e con la tendenza a prendersi troppo sul serio. 
Ci sono elementi lgbt e una love story, che è senza dubbio il passaggio più vacillante della vicenda: non è organica, accade in modo predestinato senza un reale coinvolgimento. Non è una buona love story.
Combattimenti, azione, magia, dramma: c'è un po' di tutto, ma non è avvincente né ben raccontato. L'autore, Simon Jimenez, è sicuramente un capacissimo artista della parola con ambizioni letterarie e artistiche fuori dal comune, intelligente e brillante; l'organizzazione di Spear è incredibile, ma le scene e la storia no. 
E' come un bellissimo edificio con tutti i migliori servizi, gadget e bellezze architettoniche possibili, ma l'interno degli appartamenti è mediocre e scialbo. 
Voglio essere più chiaro: scrive bene, ma scrive di cose poco interessanti. 
Torno a quanto all'inizio: intellettualmente, Spear causa ammirazione e meraviglia; emotivamente è piatto: i personaggi sono poco interessanti, la storia è banale, l'amore e i combattimenti sono forzati, via dicendo.
SPOILER SPOILER SPOILER
Tornando alla struttura: all'inizio è la nonna a raccontare storie al protagonista, che le ricorda nel sogno, poi la nonna muore e il protagonista nel flashback diventa il narratore di quelle stesse storie ai suoi fratelli più giovani; a un certo punto, per vari motivi, i guerrieri della storia si trovano a essere presenti nel teatro e a guardare lo spettacolo delle proprie vite, e interagire con il protagonista.   
I due protagonisti muoiono nel finale, poi vengono resuscitati e vivranno felici e contenti.