Aladdin 2019: cosa fanno insieme un canadese, un inglese, un olandese e Will Smith? Fingono di essere arabi.
Quando uscì il primo trailer ci fu un bel po' di backlash per il genio interpretato da Will Smith, in molta parte, penso, più che altro per poter rispolverare un 'ci manca Robin Williams'.
Questo remake dal vivo del classico del 1992 non è malvagio: è colorato, gli attori sono tutti belli, la Disney ci ha speso soldi per farne un successo. E lo è stato. E' solo scemo.
La sceneggiatura è... beh: il film ricalca l'originale per larga parte, quasi fino alla fine, quando improvvisamente devia per prendere qualche pagina da quella di Frozen.
Jasmine, nel pre-finale, canta la sua Let it go. Il messaggio è sempre apprezzabile, la messa in scena decisamente meno.
Ecco: il film è diretto da Guy Ritchie. Non è il film che farà dimenticare i suoi due precedenti flop, anche perché non è un film diretto con particolare carattere o presenza stilistica: le scene di grossa parte del film sono ricalcate sul cartone, con in più un po' di parkour che fa sempre trendy.
Will Smith, non inaspettatamente, è un buon genio con una simpatica presenza scenica: la sua comicità è un po' vecchia, ma il risultato non è male. Stendiamo IL velo pietoso solo sulla sua canzone originale sui titoli di coda.
I due protagonisti sembrano usciti da un telefilm per ragazzi della Disney: cantano e ballano, sono bellini e inespressivi.
Cantano molto. Molto. Non ci sono solo i famosi pezzi del cartone, ci sono diverse canzoni originali in più che avrebbero potuto tranquillamente, decisamente essere evitate per rendere il film un po' più breve, un po' più brioso.
Mia moglie ha rischiato di addormentarsi sulla lunga parte centrale.
Il pezzo migliore è Prince Ali, ma è anche l'unico ad avermi colpito. I due ragazzini cantano male e, come detto, sono fortemente inespressivi.
Ah. Giusto: Alan Tudyk dà la voce al pappagallo. Non capisco il bisogno di chiamare un attore di nome per un ruolo che prevede 5 o 6 battute di un paio di parole. Il pappagallo parla, certo, ma non fa discorsi: si limita letteralmente a gracchiare qualche parola ripetendola più volte.
Sono contento che Tudyk lavori, ma.
Ah2. I testi delle canzoni riprese dall'originale sono stati adattati alla più moderna sensibilità e comprensione tanto dell'islam quanto dell'oriente in genere; la rappresentazione visiva, invece, che è ben più corposa, è rimasta la stessa stereotipata, offensiva e non esattamente, geograficamente o culturalmente comprensibile.
E' esattamente come mi aspettavo sarebbe stato: la Disney non fa brutti film, qui hanno semplicemente puntato al minimo comune intellettuale.
La sceneggiatura avrebbe potuto essere più curata, l'attore di Jafar è pessimo.
Quando uscì il primo trailer ci fu un bel po' di backlash per il genio interpretato da Will Smith, in molta parte, penso, più che altro per poter rispolverare un 'ci manca Robin Williams'.
Questo remake dal vivo del classico del 1992 non è malvagio: è colorato, gli attori sono tutti belli, la Disney ci ha speso soldi per farne un successo. E lo è stato. E' solo scemo.
La sceneggiatura è... beh: il film ricalca l'originale per larga parte, quasi fino alla fine, quando improvvisamente devia per prendere qualche pagina da quella di Frozen.
Jasmine, nel pre-finale, canta la sua Let it go. Il messaggio è sempre apprezzabile, la messa in scena decisamente meno.
Ecco: il film è diretto da Guy Ritchie. Non è il film che farà dimenticare i suoi due precedenti flop, anche perché non è un film diretto con particolare carattere o presenza stilistica: le scene di grossa parte del film sono ricalcate sul cartone, con in più un po' di parkour che fa sempre trendy.
Will Smith, non inaspettatamente, è un buon genio con una simpatica presenza scenica: la sua comicità è un po' vecchia, ma il risultato non è male. Stendiamo IL velo pietoso solo sulla sua canzone originale sui titoli di coda.
I due protagonisti sembrano usciti da un telefilm per ragazzi della Disney: cantano e ballano, sono bellini e inespressivi.
Cantano molto. Molto. Non ci sono solo i famosi pezzi del cartone, ci sono diverse canzoni originali in più che avrebbero potuto tranquillamente, decisamente essere evitate per rendere il film un po' più breve, un po' più brioso.
Mia moglie ha rischiato di addormentarsi sulla lunga parte centrale.
Il pezzo migliore è Prince Ali, ma è anche l'unico ad avermi colpito. I due ragazzini cantano male e, come detto, sono fortemente inespressivi.
Ah. Giusto: Alan Tudyk dà la voce al pappagallo. Non capisco il bisogno di chiamare un attore di nome per un ruolo che prevede 5 o 6 battute di un paio di parole. Il pappagallo parla, certo, ma non fa discorsi: si limita letteralmente a gracchiare qualche parola ripetendola più volte.
Sono contento che Tudyk lavori, ma.
Ah2. I testi delle canzoni riprese dall'originale sono stati adattati alla più moderna sensibilità e comprensione tanto dell'islam quanto dell'oriente in genere; la rappresentazione visiva, invece, che è ben più corposa, è rimasta la stessa stereotipata, offensiva e non esattamente, geograficamente o culturalmente comprensibile.
E' esattamente come mi aspettavo sarebbe stato: la Disney non fa brutti film, qui hanno semplicemente puntato al minimo comune intellettuale.
La sceneggiatura avrebbe potuto essere più curata, l'attore di Jafar è pessimo.

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