Spettri (Spook, 2005): è stato assolutamente un caso che il secondo libro di Mary Roach che ho letto sia il secondo da lei scritto. Dopo aver parlato di cosa succeda ai corpi morti, alla Roach venne in mente di chiedersi cosa pensi la scienza dell'aldilà: dove vada a finire l'anima (cosa sia l'anima) dopo la morte del corpo.
A me è sembrato logico leggere questo, dopo Stecchiti, e mi sono entusiasmato scoprendolo effettivamente il secondo libro. Mi piace riscontrare logica negli autori.
E' un saggio meno interessante rispetto al precedente, per me, perché sono scettico e l'argomento mi lascia indifferente; ma è un saggio molto più divertente del già spesso esilarante Stecchiti, perché l'argomento si presta molto di più.
La Roach tenta di affrontare questa sua nuova indagine con la stessa obiettività scientifica del primo libro, ma è inevitabile, specialmente in certi capitoli, che un po' di irriverenza si faccia strada a spallate a prendere apertamente in giro alcune delle figure più tragicomiche di cui si parla nel libro.
Scienziati abbindolati da truffatori, truffatori senza scrupoli e via dicendo.
La passione della Roach per le stranezze scientifiche trova qui un terreno probabilmente senza eguali.
Ironia e umorismo fulminante: raramente mi capita di pensare a come sarebbe incontrare e conoscere un autore. Qui mi capita: mi piacerebbe conoscere la Roach. Penso sia una donna straordinaria e probabilmente una conversatrice pazzesca.
Rapidamente, i temi trattati nel libro: un viaggio in India a parlare di reincarnazione; excursus storico sul problema della 'sede dell'anima' da Aristotele fino ai primi anatomisti; il peso dell'anima e i famosi 21 grammi; come acchiappare un'anima; l'ectoplasma e l'introduzione dei medium; i medium; scuola di medium (questi ultimi tre capitoli sono i più fortemente scettici e divertenti, anche i meno obiettivi ma, data la materia e i soggetti trattati, sarebbe stato difficile pretendere diversamente).
I capitoli successivi cominciano a virare il libro verso una ricerca di spiegazioni: registrare la voce dei morti e la tecnologia spiritistica; campi elettromagnetici che causano allucinazioni; ultrasuoni che causano... beh, altre allucinazioni.
In pratica, fantasmi e altre esperienze paranormali del genere potrebbero essere il frutto dell'effetto di elettromagnetismo e ultrasuoni su cervelli più sensibili di altri.
Gli ultimi due capitoli mostrano l'eccezionalità intellettuale dell'autrice: il primo è la storia di un fantasma apparso al figlio per rivelargli l'esistenza di un testamento a lui più favorevole rispetto a quello fino a quel momento accettato. La Roach indaga e scopre l'inganno.
Il secondo, ultimo capitolo è invece dedicato alle near death experience: la Roach affronta il tema suggerendo che qui ci possa essere qualcosa di credibile, insinuando persino una sua certa propensione ad accettarne la possibilità.
Il libro si trova spesso ad accostare religione e scienza. La Roach è un'atea relativamente rispettosa ma facile ad approcci aggressivi, specialmente contro santoni, pseudo scienziati e generale arretratezza culturale.
Non è il libro da leggere se ci credete, a meno che non vogliate smettere di crederci.
A me è sembrato logico leggere questo, dopo Stecchiti, e mi sono entusiasmato scoprendolo effettivamente il secondo libro. Mi piace riscontrare logica negli autori.
E' un saggio meno interessante rispetto al precedente, per me, perché sono scettico e l'argomento mi lascia indifferente; ma è un saggio molto più divertente del già spesso esilarante Stecchiti, perché l'argomento si presta molto di più.
La Roach tenta di affrontare questa sua nuova indagine con la stessa obiettività scientifica del primo libro, ma è inevitabile, specialmente in certi capitoli, che un po' di irriverenza si faccia strada a spallate a prendere apertamente in giro alcune delle figure più tragicomiche di cui si parla nel libro.
Scienziati abbindolati da truffatori, truffatori senza scrupoli e via dicendo.
La passione della Roach per le stranezze scientifiche trova qui un terreno probabilmente senza eguali.
Ironia e umorismo fulminante: raramente mi capita di pensare a come sarebbe incontrare e conoscere un autore. Qui mi capita: mi piacerebbe conoscere la Roach. Penso sia una donna straordinaria e probabilmente una conversatrice pazzesca.
Rapidamente, i temi trattati nel libro: un viaggio in India a parlare di reincarnazione; excursus storico sul problema della 'sede dell'anima' da Aristotele fino ai primi anatomisti; il peso dell'anima e i famosi 21 grammi; come acchiappare un'anima; l'ectoplasma e l'introduzione dei medium; i medium; scuola di medium (questi ultimi tre capitoli sono i più fortemente scettici e divertenti, anche i meno obiettivi ma, data la materia e i soggetti trattati, sarebbe stato difficile pretendere diversamente).
I capitoli successivi cominciano a virare il libro verso una ricerca di spiegazioni: registrare la voce dei morti e la tecnologia spiritistica; campi elettromagnetici che causano allucinazioni; ultrasuoni che causano... beh, altre allucinazioni.
In pratica, fantasmi e altre esperienze paranormali del genere potrebbero essere il frutto dell'effetto di elettromagnetismo e ultrasuoni su cervelli più sensibili di altri.
Gli ultimi due capitoli mostrano l'eccezionalità intellettuale dell'autrice: il primo è la storia di un fantasma apparso al figlio per rivelargli l'esistenza di un testamento a lui più favorevole rispetto a quello fino a quel momento accettato. La Roach indaga e scopre l'inganno.
Il secondo, ultimo capitolo è invece dedicato alle near death experience: la Roach affronta il tema suggerendo che qui ci possa essere qualcosa di credibile, insinuando persino una sua certa propensione ad accettarne la possibilità.
Il libro si trova spesso ad accostare religione e scienza. La Roach è un'atea relativamente rispettosa ma facile ad approcci aggressivi, specialmente contro santoni, pseudo scienziati e generale arretratezza culturale.
Non è il libro da leggere se ci credete, a meno che non vogliate smettere di crederci.
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