Godzilla - City on the Edge of Battle: ovvero il secondo film d'animazione di Godzilla scritto da Urobuchi, co-prodotto e distribuito internazionalmente da Netflix. Uscito oggi.
Cast e staff sono più o meno gli stessi del primo film.
E' migliore del precedente ma rimane una cagata, e l'animazione si direbbe peggiore (ma è difficile dirlo a causa dello stile comunque merdoso di Polygon).
Vado di SPOILER SPOILER SPOILER alla grande tanto per questo film quanto per il precedente.
Il primo film aveva la trama di Wall-E: gli umani fuggiti dalla Terra a causa dell'inquinamento e di Godzilla tornano dopo 20.000 anni per riconquistarla. A differenza di Wall-E, in 20.000 anni la Terra non è tornata verde e pulita, è diventata anzi Pianeta Godzilla e tutto l'ecosistema si è inchinato al Re Lucertola.
Alla fine del primo film, i nostri eroici umani e i loro alleati alieni erano riusciti a sconfiggere Godzilla... Jr.
Il colpo di scena finale era stato appunto la rivelazione di un babbo Godzilla originale da 300 metri decisamente più incazzato del piccolo Godzilla appena sconfitto; il secondo colpo di scena finale era stato invece il classico: "oh, ma guarda! L'umanità non si è realmente estinta ma è in qualche modo sopravvissuta".
La storia riprende immediatamente.
Il nostro sfigato comandante umano è stato salvato da una nuova umana e, insieme a lui, si sono salvati quasi tutti gli altri protagonisti umani e alieni.
La sceneggiatura di Urobuchi è decisamente migliore in questo secondo film, non direi interessante ma almeno è possibile notarvi un certo sforzo per scovare qualche idea.
La nuova razza umana è incrociata con i bacarozzi: sembrano umani ma hanno dna insetto.
La nuova razza umana è composta da un sacco di gente e da 2 gemelle telepatiche.
La nuova razza umana venera l'uovo lasciato dal loro dio insetto prima di morire sconfitto da Godzilla.
Yep. Non si vede nel film ma c'è una giovane Mothra nascosta nelle profondità della Terra.
La nuova razza umana decide di non aiutare la vecchia razza umana.
Fortunatamente ci sono gli alieni: gli alieni alleati degli umani sono divisi in due razze. La razza dei guerrieri-scienziati che credono solo nella logica, la razza degli elfi-preti che credono nel destino cosmico e un po' nella magia.
Questo secondo film è dedicato ai primi.
Prima di abbandonare la Terra 20.000 anni prima, gli alieni razionalisti aveano costruito MechaGodzilla, ma non erano riusciti a metterlo in modo (un po' come lo Shin Getter di Armageddon).
20.000 anni dopo scopriamo che MechaGodzilla era semi-senziente e costruito con nanometallo.
Questo secondo film avrebbe dovuto vedere MechaGodzilla contro Godzilla, ma è piuttosto Godzilla contro Trypticon trasformato in Città.
La Città del titolo è infatti MechaGodzilla City (il titolo originale giapponese lo lascia intendere più chiaramente): praticamente, dopo essere stato distrutto da Godzilla, MechaGodzilla si è trasformato in una fabbrica di nanomacchine a forma di città da battaglia e si è nascosto agli occhi di Godzilla attendendo il ritorno dei suoi padroni.
Figo. Realizzato male.
Il nuovo piano è attaccare Godzilla con tutta la Città e ucciderlo.
La Città crea nuove armi, compresi dei robi che sembrano così tanto degli Orbital Frame da essere a rischio causa a nome di Konami, da farsi pilotare ai nostri protagonisti.
Il combattimento inizia e va subito male, così gli alieni razionalisti decidono di fondersi anche loro con la Città, rinunciare al proprio corpo per diventare un mostro più forte di Godzilla (che ammirano come essere supremo). Chiaramente questo nuovo piano sta sul cazzo tanto agli umani quanto agli alieni elfi. Gli alieni razionalisti muoiono inutilmente, Godzilla sopravvive.
Il colpetto di scena finale post-credits di questo secondo film è banalissimo e penso fosse già stato rivelato mesi e mesi fa dalla pubblicazione della trama del terzo film: gli alieni elfi hanno un terrore fottuto di un mostro spaziale al cui confronto Godzilla è una pippona... Ghidorah.
Presumibilmente, il terzo film vedrà Godzilla vs Mothra vs Ghidorah. In uscita a fine anno.