Hostiles: finita la sua interpretazione di Batman, la carriera di Christian Bale ha assunto una svolta ambigua. Ci sono stati un paio di film d'alto profilo ma scarso successo: da American Hustle a the Big Short, passando per Exodus; ci sono adesso due film indipendenti consecutivi: film di scarsissimo successo commerciale, generalmente apprezzati dalla critica, distribuzione cinematografica limitata. Non sono i film indipendenti dove vanno a finire attori come Bruce Willis o Gerard Buttler a fine carriera, sono veri film indipendenti diversamente d'alto profilo con partecipazioni importanti ma consapevolmente in perdita dal primo giorno di produzione. Sono propenso a credere in una svolta volontaria dopo troppi blockbuster, una scelta creativa per tornare a imporsi come attore drammatico artistico, piuttosto che un rifiuto di casting da parte dei grandi studios.
Si vedrà.
In ogni caso, l'occasione di questo Hostiles è stata propizia per farmi scoprire l'esistenza di altri due film passati inosservati con Christian Bale. Li vedremo nei prossimi giorni (The Promise e Out of the Furnace).
Out of the Furnace è particolarmente interessante perché realizzato dalla stessa collaborazione che ha condotto questo Hostiles: Christian Bale come interprete principale, il regista/scrittore Scott Cooper al timone.
Scott Cooper è il regista impegnato di due film di successo, uno meritatissimo 'Crazy Heart' con Bridges, uno merdoso 'Black Mass' con Depp. Più i due con Bale. E' un regista da tenere in considerazione: grande qualità artistica ed evidente mancanza di supporto a livello di marketing, soft spot per il critico cinematografico.
Hostiles è un film western, che è il motivo per cui l'ho scoperto e visto.
Ambientazione crepuscolare alla fine del 1800. Christian Bale è un capitano dell'esercito americano, veterano delle guerre indiane: un uomo divorato dall'odio ma assolutamente razionale e senza un briciolo di razzismo, il suo odio deriva puramente dalle perdite e i 'crimini di guerra' commessi dall'altra parte (gli indiani), e dalla colpa e il disgusto verso se stessi per le stesse azioni commesse da lui e dalla sua parte.
Tutta la sua squadra, i due sopravvissuti insieme a lui alle mille battaglie, sono ugualmente ma diversamente soggetti allo stesso divorante odio rivolto tanto contro se stessi quanto contro i selvaggi.
La guerra però è finita, la frontiera sta morendo e il governo USA vuole civilizzarsi e civilizzare, lasciarsi alle spalle la violenza e aprire un nuovo capitolo... non per bontà o illuminazione, ma per corrispondere alla volontà dell'opinione pubblica rappresentata con fenomenologie simili a quelle da Vietnam.
...il giornalista americano disgustato dai crimini commessi dall'esercito contro i poveri nativi, la ricca donna bianca che si batte per il riconoscimento dei diritti.
In questo contesto, al veterano odiatore di indiani prossimo alla pensione Christian Bale viene affidata un'ultima missione: accompagnare/scortare uno degli ultimi capi indiani, morente di cancro, rilasciato di prigione come segno di buona volontà, dal Nuovo Messico al Montana perché possa trascorrere i suoi restanti giorni nella terra natale.
E' una mossa politica dall'alto, dal presidente, che se ne fotte dei sentimenti di tutti i coinvolti.
Bale inizialmente rifiuta, ma viene costretto dietro minaccia di perdere la pensione etc etc.
Il viaggio comincia.
Narrativamente, Hostiles risulta slegato: sembra un videogioco open world con punti di interesse e fast travel tra una location e l'altra. Non è un difetto ma una scelta volontaria.
Hostiles non è the Ravenant.
Volendo trovare due paragoni, Hostiles si colloca a metà tra l'Assassinio di Jesse James e Bone Tomahawk.
Lo spazio fisico di Hostiles è una metafora di quello psicologico. Si comincia dall'arido New Messico con tutti i protagonisti disumanizzati da decenni di battaglie e migliaia di morti subite o commesse, si finisce nel ricco e rigoglioso Montana. Tutti i personaggi coinvolti, costretti a vivere gli uni accanto agli altri resistendo insieme ai pericoli che punteggiano la strada, subiranno un uguale rinascita 'spirituale' ed emotiva, dal deserto della disperazione e dell'alienazione per sopravvivere alla guerra, alla lussureggiante vegetazione del risveglio e riscoperta delle emozioni soppresse.
C'è un grosso caveat: queste nuove emozioni sono quasi sempre negative. Hostiles non è un film felice o hippie. La presa di coscienza di questi sentimenti repressi sfocia in quasi tutti i personaggi in un ribaltamento dell'odio dai nemici verso se stessi... con tutte le conseguenze del caso.
Qui entra in scena Bone Tomahawk. Gli americani che governano da est pensano che la frontiera sia domata, i nostri protagonisti attraverseranno invece, nel corso di tutto il film, un sentiero di violenza senza senso, vendette e cattiveria brutale.
La violenza di Hostiles è meno grafica e surreale, ma, come in Bone Tomahawk, non ci sono eroi e tutte le parti coinvolte mostrano solo violenza dall'inizio alla fine. Non è un crescendo inverosimile o artificiale, il livello di violenza è ugualmente disturbante dal primo minuto all'ultimo.
Rosamund Pike è la moglie di frontiera sopravvissuta all'omicidio non necessario di marito e tre figli, Wes Studi è il capo indiano che ha ammazzato un quantità di bianchi ma nel tramonto della vita ha scoperto una certa saggezza, Ben Foster (in una curiosa riproposta della collaborazione dal remake di Yuma) è il soldato accecato dall'odio che continua a uccidere senza motivo, Rory Cochrane è il soldato aspirante suicida che vuole perdono ed espiazione, Adam Beach è l'umile e umiliato figlio del capo abituato solo alle catene. Nel mezzo c'è pure Stephen Lang ma è una particina all'inizio.
Il cast è spettacolare e le interpretazioni avrebbero meritato premi a destra e sinistra, la Pike ha riscosso il maggiore successo ma è Christian Bale ad avermi più colpito: il tormento e la rabbia contenuta trasmesse dal suo sguardo e postura sono assolutamente convincenti e straordinariamente d'impatto.
Hostiles non offre niente di nuovo: i film western sono spesso motivo e terreno fertile per esplorazioni caratteriali di uomini in un contesto di violenza continua e inaspettata, diversa dalla guerra convenzionale dove la violenza è prevedibile ma straordinaria perché in un periodo di deviazione dalla normalità. Nella frontiera, la violenza è la normalità e i suoi protagonisti sono vittime o carnefici, ma sempre inizialmente involontari: non si sono arruolati, sono nati nella violenza.
In questo senso, Hostiles si limita ad aggiungersi a un filone, ma lo fa con eccellenza rara.
SPOILER SPOILER SPOILER
Muoiono tutti.
...non tutti tutti. Fino all'ultimo secondo sembra stiano per morire davvero tutti nel più classico dei massacri finali hongkonghesi, invece la storia decide di lasciar sopravvivere i protagonisti Bale e Pike, e il bambino indiano.
Inaspettato finale felice? No, perché nell'epilogo la storia decide di farci vedere un Bale incapace di dimenticare e lasciar andare la sofferenza, rifiutare di andare via con la Pike e il bambino, famiglia pronta per l'uso.
Attesa ultima mazzata e finale pessimista?
No, perché nell'epilogo dell'epilogo la storia decide di farci vedere un titubante Bale decidere all'ultimo di voler provare a inseguire una nuova vita. Il film finisce con Bale che all'ultimissimo istante salta sul treno sul quale stanno partendo la Pike e il bambino.