Mumon - the Land of Stealth: titolo originale 'shinobi no kuni', ufficialmente classificato come jidaigeki, l'ultimo film di Yoshihiro Nakamura è un altro esempio di ibridazione di generi e toni nel moderno cinema giapponese. Ufficialmente si parlerebbe della Tensho Iga War, una celebre serie di battaglie tra la provincia di Iga, famosa per i ninja, e Oda Nobunaga.
La versione datane in questo film è bizzarra.
Adattamento del romanzo omonimo di Ryo Wada (un altro suo romanzo è alla base di The Floating Castle), non disponibile in lingue occidentali, Mumon racconta di una parodistica versione del paese di Iga dove tutti gli abitanti sono shinobi. Tutti. Più o meno abili, comunque tutti ninja.
Iga è controllata da un consiglio di 12 anziani che, alla maniera di Naruto, accettano lavori di assassinio o spionaggio e inviano di volta in volta abitanti del paese. Tutti gli abitanti di Iga sono ninja, sono mercenari che per soldi farebbero qualsiasi cosa, completamente privi di rispetto per la vita umana, incapaci di sentimenti umani sono considerati alla stregua di una tribù di bestie selvagge.
Il tono di rappresentazione di questo setting vede gli abitanti ammazzarsi allegramente l'un l'altro, per poi diventare amici e/o allearsi contro qualcun altro, seguendo le offerte sempre più alte urlate sul campo di battaglia. Non esistono amicizie o inimicizie, non esistono però neppure il rancore o sentimento di vendetta, orgoglio od onore. Gli abitanti di Iga non conoscono né capiscono queste cose, sono solo interessati ai soldi.
Mumon è il più forte tra loro. Mumon è il più forte e anche il peggiore proprio in virtù della sua forza. Mumon, però, qualche tempo prima l'inizio del film aveva rapito una donna: questa donna lo comanda a bacchetta e cerca di cambiarlo, di farlo diventare umano.
Il film passa da toni assolutamente leggeri che starebbero bene nei passaggi più comici di Naruto, a patemi tragici degni del più classico dei film in costume giapponese: questa incongruenza o fluidità narrativa si ripercuote in modo sensazionale su tutta la vicenda. Lo sviluppo emotivo caratteriale di Mumon, l'invasione da parte delle truppe Nobunaga, le vicende all'interno del campo dei Nobunaga.
Ci sono altri personaggi chiave: un abitante di Iga schifato dai modi degli Iga che vuole distruggere il proprio paese, un super generale samurai che si è macchiato di disonore e adesso vuole fare solo cose onorevoli, il figlio di Nobunaga che cerca di eguagliare il padre.
Le scene d'azione riflettono la dualità succitata: ci sono sciocchezze ninja come la sostituzione del corpo, subito prima di un attacco, con un tronco con disegnata una faccia umana stilizzata (il famoso kawarimi); ci sono combattimenti molto seri, molto ben coreografati e pieni di dramma, con due avversari e qualche coltello/spada corta.
E' difficile farsi piacere il film fino in fondo, troppo trasversale per essere davvero ben fatto anche in una sola delle sue parti; allo stesso tempo è decentemente fatto in tutte le sue parti, che sono molte e straordinariamente lontane e diversificate.
E' il secondo film importante per l'eclettico Satoshi Ohno che, anche nel contesto mobile delle professionalità dello spettacolo giapponese, risulta impressionantemente abile in attività molto diverse tra loro.
Mumon rappresenta molti dei cambiamenti in corso nel modo di fare cinema in giappone, è pieno di idee ma grezzo, sfaccettato ma troppo, sperimentale ma di cazzate. E' certamente da guardare, da apprezzare è difficile.