Hue: ps+ di ottobre. Puzzle platformer filosofico sullo stile di Braid e le produzioni Playdead. Gioco d'esordio pluripremiato degli sviluppatori indie Fiddlesticks, uscito su pc nel 2016.
Bellino ma inferiore agli esempi sopracitati. Un bambino cerca la madre scienziata, la scienza ricercata dalla madre verte sui colori e cambiare la realtà con i colori. Durante un esperimento la madre 'scompare' ma lascia dietro di sé delle lettere (sparse tra i livelli): il figlio, Hue, dovrà prima ricostruire l'anello magico-scientifico della madre, con il suo potere ritrovare la madre.
Tutta questa storia è narrata in modo minimalista, ci sono le lettere e poco altro.
Lo stile visivo ricorda le produzioni Playdead: contorni, bianco e nero, etc.
La struttura del gioco è molto semplice: Hue passa da una stanza/puzzle alla successiva, potendo procedere solo dopo la soluzione.
Ci sono dei collectibles sparsi per i livelli che costringono a un noioso backtracking (ri-risolvendo i puzzle), il gioco è però molto breve e anche volendoli prendere si perde in realtà poco tempo.
Non c'è il platino, ma il 100% è sempre gradito. Solo il trofeo dei collectibles è mancabile (finendo il gioco ovviamente).
Il livello di difficoltà dei puzzle segue una progressione molto ben bilanciata: elementi nuovi vengono introdotti gradualmente, spesso però andando a perdere quelli vecchi; alla fine ogni livello ha i suoi elementi caratteristici, l'ultimo non è la somma dei precedenti.
Si gioca con i colori in un modo che ricorda Fex: l'anello di Hue ha la capacità di cambiare il colore della realtà (quindi dello sfondo) permettendo di passare attraverso agli elementi dello stesso colore.
Questa è la meccanica di base: aggiungete parti mobili, spingi e tira, 7 colori e la possibilità di sceglierne solo uno alla volta e i puzzle fanno in fretta a complicarsi.
Quando Hue sta selezionando il colore, il tempo rallenta (effetto Flash): questa meccanica è quella che richiede un po' più di pratica data la necessità di cambiare rapidamente e spesso colori approfittando dello slowmo durante un salto, cadendo o altre azioni in movimento.
I puzzle hanno più o meno, direi, un unica soluzione possibile: questo li rende abbastanza facili e si possono risolvere sostanzialmente andando per esclusione a partire dalle possibilità di movimento delle parti mobili...  in pratica, capita la chiave di lettura generale del gioco, i puzzle si risolvono senza troppi problemi. Molti sono decidamente facili, pochi mettono alla prova: il gioco è complessivamente soddisfacente.