Grunt Life (Id, 2014): primo libro di una nuova serie di military scifi (secondo già uscito) scritta da Weston Ochse.
Dovrebbe essere il suo primo libro che leggo ma ho un vago di ricordo di aver cominciato uno dei suoi Seal 666.. forse ne ho parlato in un infodump, forse no, forse non l'ho letto.
Comunque... Weston Ochse, ex-militare di carriera, scrittore professionista dal 1997 con parecchi romanzi di successo e qualche premio sulle spalle.
Secondo il marketing, la serie iniziata con Grunt Life si chiama 'Task Force Ombra' (nome altisonante che fa bene il paio con Seal Team 666): sulo suo sito, Ochse la chiama serie PTSD, nome decisamente più calzante.
La trama è abbastanza facile ma viene parzialmente sollevata da un cosciente e a volte persino arguto utilizzo di meta-riferimenti interni: per farla breve, i personaggi del libro sono costretti a studiare i classici del genere military scifi, libri e film. Conseguentemente il testo è pieno di citazioni da classici.
A proposito di citazioni: ogni capitolo è introdotto da una celebre citazione militare, raramente una prodotta all'interno del libro, più spesso da personaggi storici e/o famose fiction. Ce n'è persino una, capitolo 2, da Giuseppe Garibaldi.
L'introduzione è scoppiettante: un soldato con PTSD è prossimo a buttarsi giù da un ponte.
Il soldato è appassionato di Tony Scott e il suo capolavoro, Man on Fire, e va a buttarsi dallo stesso ponte da cui si uccise il regista qualche anno fa.
Poco prima di buttarsi, il soldato viene interrotto dal classico Man in Black che gli propone di unirsi a lui in un progetto speciale che saprà dargli una nuova ragione di vita; il soldato rifiuta e si butta.
E' una scena classica ma viene rivisitata in modo brioso e divertente.
Sfortunatmente il libro peggiora.
Tornando alla trama.
Gli alieni stanno per invadere la Terra, sono alieni malvagi e 'strani' e il primo quarto di libro è sviluppato in modo analogo alla serie Infected di Scott Siegler con gli alieni che fanno fare cose perverse, horror e violente agli umani.
Il nostro soldato viene arruolato per combatterli.
Perché lui? Il libro lo rivela esplicitamente solo verso metà ma è chiaro fin da subito: gli alieni hanno una qualche forma di controllo mentale che non funziona sulla chimica alterata dei cervelli dei suicidi. Ergo, la creazione di un esercito di soldati con PTSD.
...non è che il libro punti molto su questa teoria ma, mi verrebbe da dire, se la chimica è alterata dal desiderio di uccidersi, nel momento in cui passa la voglia di uccidersi (avendo trovato di meglio da fare: uccidere gli alieni), non dovrebbe la chimica del cervello tornare normale e quindi vittima degli alieni? Vabbeh, poco importa.
Primo quarto di libro, very good.
Poi succede il colpo di scena: gli alieni invadono e conquistano il mondo, il resto del libro/storia prosegue a questo punto lungo le linee topiche della Terra invasa in stile Falling Skies.
Lo stile militare di Ochse si concentra molto su lunghe e approfondite descrizioni dell'equipaggiamento dei militari, dell'organizzazione dell'esercito, manovre, etc etc.
Salvo essere appassionati dell'argomento, la lunghezza di queste descrizioni viene presto a noia.
I personaggi, viceversa, sono piuttosto piatti: si insiste molto sugli incubi, gli istinti suicidi, i problemi comportamentali, etc etc, dovuti alla sindrome post traumatica ma rimane tutto piuttosto monodimensionale.
C'è romance e c'è bromance con il solito accento marcato sull'ultimo, i compagni di battaglia, mates, amici, famiglia, bla bla.
L'umorismo del primo quarto sparisce per sostituirsi a dramma dramma dramma.
Gli alieni sono classicamente organizzati a insetti, c'è l'idea che più razze aliene siano assoggettate a un misterioso nemico ancora da rivelare (Falling Skies, Gerrold, mille altri); i grunt combattono con le classiche corazze; il nostro protagonista è il classico abnormal survivor sostanzialmente imbattibile.
Non escludo di leggere il seguito, ma di certo non lo reputo prioritario.