Mushishi - Next Passage S2 + Mushishi Zoku Shou - Suzu no Shizuku: faccio un po' di ordine per commemorare la fine di quella che è stata una delle migliori serie animate giapponesi di sempre, uno dei migliori cartoni animati di sempre.
Il manga Mushishi di Yuki Urushibara è stato pubblicato tra il 1999 e il 2008, raccolto in 10 tankobon. Un primo adattamento animato venne realizzato in 26 episodi trasmessi tra il 2005 e il 2006.
Fin qui tutto regolare.
Un secondo adattamento animato è stato realizzato secondo una formula decisamente complicata, trovate tutto indietro per il blog, che qui sintetizzo... o almeno provo, numerazione degli episodi e altro posso variare a seconda delle fonti e a seconda del mezzo di pubblicazione.
A inizio 2014, uno speciale tv intitolato "Mushishi Tokubetsu-hen - Hinamukage" (è quello con l'eclissi), seguito dalla prima stagione di Zoku Shou/Next Passage composta da 10 episodi trasmessi tra aprile e giugno 2014.
Un secondo speciale tv andato in onda ad agosto 2014, "Mushishi Tokubetsu-hen - Odoro no Michi" (quello con... per non fare spoiler... gli altri Mushishi), che può essere a volte indicato come gli episodi 11 e 12 della serie.
Ottobre e Dicembre 2014 hanno visto la messa in onda della seconda e ultima parte della seconda serie di Mushishi (chiaro?), episodi 11-20 o 13-22 a seconda di come vogliate considerare il secondo speciale... ma non finisce qui.
Lo scorso Maggio, quindi Maggio 2015, è stato presentato nei cinema Mushishi Zoku Shou - Suzu no Shizuku, ovvero l'adattamento dell'ultimo capitolo del manga; poi successivamente trasmesso in tv, spezzato in due parti come episodi 23-24 (o 21-22) della serie.
Ok? Spero di sì.
Abbiamo parlato già molte volte di Mushishi, ogni volta che è stato in qualche modo trasmesso/adattato in animazione è stata sempre la cosa migliore vista in animazione, punto.
Staff e cast sono più o meno sempre gli stessi, sempre gli stessi in tutti i ruoli chiave.
Lo studio di produzione Artland ha semplicemente raggiunto l'immortalità con questo progetto che rimarrà per sempre quanto di più bello e unico sia possibile trovare nell'animazione orientale, impossibile tra trovare in occidente.
Ginko è il classico wanderer archetipo, personaggio mai protagonista, testimone di drammi e meraviglie in una società contadina fuori dal tempo, isolata da ogni contesto cronologico.
I mushi, la legge della natura, le piante, gli animali e gli uomini insieme nel grande cerchio della vita... etc etc.
Mushishi è arte animata, l'unico modo per rovinare l'eccellente narrazione di Mushishi è guardarne troppi episodi in fila. Cough cough.
Guardarne troppi episodi in fila può far perdere di vista la poesia e il lirismo, far pensare che, tutto sommato, la morale della storia sia 1) non andare mai da soli nei boschi; 2) vivere in città è più sicuro.
Sfortunaamente sono sempre più incapace di seguire trasmissioni serializzate, mi costringo a maratone violente come questa (e come le prossime, dedicherò questa settimana a consumare centinaia di ore di animazione arretrata... colpa del maledetto The Last Naruto) e finisco per mancare di entusiasmo al finale.
In Mushishi non c'è fan service, violenza o patemi sentimentali idioti: eppure è inconfondibilmente e squisitamente giapponese; è l'animazione giapponese che, se fosse cinema, andrebbe ai festival e girerebbe in circuiti a bassa visibilità. Il Giappone l'ha trasmesso in tv, in slot e su canali dove abitualmente girano culi, gonnelline e pugni spacca-montagne... per 10 anni.
Ogni società dovrebbe avere, ha queste contraddizioni: vederle da un senso all'interessarsi.
Se non ci fosse diversità, meglio: quando non c'è diversità, l'interesse muore e ci appiattiamo tutti.
Il mercato animato giapponese ne è un esempio lampante, eppure e raramente... Mushishi ci mancherà moltissimo.