River of Stars (Id, 2013): ammetto che a volte la 'cosa' possa farsi ridicola.
Il precedente romanzo di Guy Gavriel Kay è tra i 2-3 romanzi migliori che ho letto ultimamemnte, dove 'ultimamente' è un tempo indefinito che arriva fino a quando ricordo di aver avuto un differente gruppo di 2-3 romanzi ultimemente preferiti. E' un romanzo che amo visceralmente.
E' il romanzo che mi fa ricordare il nome del suo autore ed elencarlo tra quelli dei miei autori preferiti... ma con l'asterisco come i record del baseball. Perché è l'unico suo romanzo che ho letto... l'unico che avevo letto.
River of Stars è un non-seguito ambientato 400 anni dopo la storia di Shen Tai, l'ho comprato il giorno della sua uscita (l'ho pre-ordinato a dire il vero, mi è arrivato qualche giorno dopo il giorno della sua uscita) e lo guardo nel mio scaffale dei libri da leggere da quasi 2 anni.
Marzo non è stato finora un mese di grandi letture, si è parzialmente riformato dopo più di un anno il clan di Halo grazie a trasfughi dal mondo Xbone convertiti a Sony causa il disastro della Halo Collection (e altro): passo le serata a giocare a COD.
Rivers of Stars è più di 600 pagine, l'ho letto in due giorni. Tre se contiamo la mezzanotte.
Il modello della storia, come dichiarato dall'autore a fine libro, sono le Guerre Jin-Song all'inizio del 1100. Il protagonista è basato sul generale Yue Fei. Non so realmente di cosa stia parlando, l'autore ci tiene a farlo presente nello spiegare il suo processo creativo di mescolare storia e fantasia.
E' un romanzo diverso da Under Heaven.
La storia copre un lasso di tempo più ampio, ci sono due personaggi vagamente principali ma una moltitudine di personaggi ognuno con pagine dedicate: la storia viene raccontata proprio passando dalla prospettiva di un personaggio all'altro, non di rado, da un capitolo all'altro, tornando indietro per presentare alcuni fatti non chiari dalla prospettiva del personaggio precedente. Non pensiate a Game of Thrones, qui non ci sono personaggi stabili proposti in rotazione: alcuni personaggi sono protagonisti per solo un capitolo, altri per meno. Altri ritornano, altri più di altri.
I nostri protagonisti sono Ren Daiyan e Lin Shan, sono due anticonformisti del loro tempo: Daiyan è figlio di burocrate molto minore in un paesello a culo del mondo, fin da subito sappiamo che diverrà una leggenda. Il narratore di Kay non sarà il classico onnisciente ma, certamente, racconta e commenta i personaggi sapendo già della fine della storia. Daiyan non vuole servire Kitai come amministratore, ha il sogno di molti giovani di riportare l'impero ai fasti delle dinastie precedenti, prima delle grandi ribellioni (come quella raccontata in Under Heaven), prima che i soldati e i comandanti venissero considerati dalla Corte nemici peggiori di quelli esterni.
Daiyan, in un Kitai diversissimo da quello di Shen Tai, un Kitai dove i soldati sono disprezzati e le arti marziali disprezzate, vuole essere un soldato, vuole diventare un Generale e vuole riconquistare le terre perdute da Kitai durante secoli di battaglie perse.
Lin Shan, in un Kitai diversissimo da quello di Spring Rain, Wei Song e le altre donne forti di Under Heaven, è una donna che vive in un tempo dove le donne sono schiacciate e rimosse dalla società civile maschilista. Lin Shan è cresciuta da un padre che la educa con gli stessi diritti di un figlio maschio, rendendola diversa, rendendola un poeta apprezzatissima e disprezzata allo stesso tempo.
Questi due anticonformisti si muoveranno dalla giovinezza all'età adulta, intervenendo in modi più o meno evidenti nella guerra contro le aggressive tribù semi-nomadi del nord.
Ho cercato di sottolineare come, pur essendo ambientato nello stesso 'mondo', River of Stars sia una bestia diversa da Under Heaven.
Linquisticamente parlando, River of Stars è leggermente più semplice rispetto al suo predecessore: l'autore continua a utilizzare uno stile da poesia in prosa, piacevolissimo, squisito e meritevole di considerazioni artistiche e letterarie, ma è (difficile dire se per scelte editoriali o per immersività) più umile e meno musicale del suo predecessore. Contemporaneamente più epico, nel finale, e più dimesso.
C'è un passaggio, circa a due terzi del romanzo, quando finalmente Kay ci regala una citazione diretta di Shen Tai.
Fino a quel momento di riferimenti a Under Heaven ce n'erano stati, delicati e mai invasivi, discussioni di storia tra persone edotte.
...e poi qualcuno dice 'Shen Tai' durante un momento chiave del romanzo e quel nome mette in moto gli eventi che porteranno la storia a girare la boa, dirigersi verso il finale.
Non mi vengono in mente occasioni dove un riferimento a un libro precedente mi sia risultato più gradito, sia sembrato più astuto e, forte della sua assoluta brevità, si sia combinato più perfettamente con la storia corrente.
C'è ovviamente la storia d'amore, nessun libro tra i miei preferiti può essere privo di Storia d'Amore.
Ci sono tante storie d'amore non erotico, amore filiale e fraterno: ci sono tanti personaggi bellissimi, alcuni tratteggiati in pochissime righe, altri approfonditi, tutti ugualmente vivi e splendidi.
Kay è veramente un autore di infinita qualità. River of Stars non sarà Under Heaven, perché lo segue, ma lo segue anche in tutta la sua qualità infinita .