Qu'est-ce qu'on a fait au Bon Dieu?: film francese dei primi del 2014, uscito circa allo stesso tempo in inglese con il titolo di 'Serial (Bad) Weddings' e solo recentemente in Italia con l'ancora peggiore 'Non sposate le mie figlie!'. 
Capita di rado che guardi dei film francesi ma è ora che questa storia finisca. 
Due dei film che mi sono più piaciuti negli ultimi anni sono francesi, Intouchables è l'altro. 
...è una delle commedie più divertenti che abbia mai visto. 
Gli americani non potrebbero mai fare un film del genere, specialmente oggi con il terrore auto-censorio che provano verso ogni forma di discriminazione. 
Il trailer l'avrete visto, la storia è quella: il classico matrimonio da ridere. 
Agiata famiglia francese cattolica, quattro figlie: una sposata con un mussulmano, una con un ebreo, una con un cinese. La quarta, quella di cui seguiamo il matrimonio, convolerà a nozze con un africano. 
I genitori ovviamente vanno fuori di testa. 
Il delirio di battute razziste incrociate è sfavillante, originalissimo e freschissimo: il film finisce e non c'è solo Sottomissione, Isis e xenofobia. Non voglio suonare superficiale, ma è rilassante e risollevante vedere un film come questo. 
Regista praticamente esordiente, Christian Clavier è il padre (volto notissimo del cinema francese), alcuni degli altri attori hanno carriere sufficientemente lunghe alle spalle per essere riconoscibili a chiunque segua il mercato europeo... non a me. 
L'andamento della sceneggiatura è estremamente prevedibile e ricalca, da qui il commento iniziale, molte simili commedie prodotte a Hollywood da sempre: è un film che, sotto i corposi strati di politicamente scorretto, vuole offrire una vicenda piacevole e semplice, piena di buoni sentimenti trionfatori, senza pretese sociali se non quelle connesse al messaggio positivo presentato. 
NOTA: giusto nei cartoni animati di MacFarlane si può trovare qualcosa di simile a livello di battute. 
Dialoghi e attori, un regista senza velleità, non una goccia di pioggia. 
Parte come una barzelletta, fa ridere come una delle migliori, finisce come una favola contemporanea dove letteralmente tutti vivono felici e contenti, qualsiasi il colore o la provenienza. 
Tutti siamo razzisti, non ci si deve voler bene come fratelli (modo di dire tra l'altro assurdo, gli odi e le inimicizie maggiori sono proprio tra fratelli), convivere non coesistere è possibile. 
Un film fatto di poche scene: due o tre cene, i giorni prima del matrimonio. 
Davvero la più classica e trita delle rappresentazioni, meravigliosamente ricreata grazie a minimi cambiamenti delle premesse e a un'ideale corrispondenza d'intenti tra attori.