La Storia Segreta dei Samurai (A Brief History of the Samurai, 2010): dietro il pretenzioso e stupido titolo italiano, si nasconde un saggio di circa 300 pagine sulla storia giapponese dalla prospettiva dei samurai. L'autore è Jonathan Clements, eclettico scrittore britannico autore di sceneggiature televisive e fumetti, libri di storiografia tra Cina e Giappone, un libro di storia degli Anime (che prenderò) e altra roba.
Innanzitutto una nota sull'edizione italiana a cura di Newton Compton: non arriverei a definirla pessima, certamente di cattiva qualità. Posso accettare con difficoltà l'idea che ci fossero grossolani errori nel testo originale, tali da giustificare i frequenti (FREQUENTI) sbagli italiani tra scambi di nomi e confusione di soggetti; posso capire che i nomi giapponesi si assomiglino un po' tutti, specialmente tra membri dello stesso clan, e che le divisioni tra clan possano essere sottili e spesso ambigue, ma il libro contiene una quantità assolutamente indecente di persone e nomi brutalmente scazzati tra una frase e l'altra. Aggiungete diversi errori ortografici/refusi di stampa e una serie di periodi non proprio brillanti, e capirete perché stia riconsiderando la mia posizione sull'accettare di leggere i saggi inglesi in italiano.
Tutto ciò detto.
Il libro non vuole svelare segreti o offrire speciali interpretazioni di eventi, politica e ideali dei samurai: è un semplice libro di storia con un semplice andamento cronologico nel quale si descrivono, per quanto possibile date le scarse e parziali fonti, i passi salienti della storia giapponese tra la nascita della classe dei samurai nel medioevo fino a Mishima.
I principali eventi trattati sono: la nascita della classe dei 'servitori', la rivolta di Masakado nel decimo secolo, la storia di Minamoto no Yoshiie, le Ribellioni Hogen ed Heiji, la Guerra Genpei e tutta la rivalità tra Minamoto e Taira, passando per Yoshitsune e Benkei; l'instaurazione del bakufu Kamakura e le invasioni dei Mongoli nel tredicesimo secolo; la Restaurazione Kenmu e i 2 imperatori nella più classica guerra tra Nord e Sud; il Sengoku Jidai (sfortunatamente molto poco per i miei gusti) con Kenshin, Shingen, Nobunaga, Hideyoshi, Mitsuhide e Tokugawa; l'invasione della Corea, l'arrivo dei missionari cristiani; la battaglia di Sekigahara nel 1600 e la politica dello Stato Chiuso; la pace dei Tokugawa e i samurai che si trasformano da classe effettivamente guerriera a non guerrieri (nobilastri) o guerrieri ideali codificati (bushido). I 47 ronin del diciottesimo secolo e i samurai che si trasformano ulteriormente in una forma di intrattenimento mitica e simbolica dei bei tempi andati. Le navi nere degli americani e la shinsengumi, la Restaurazione Meiji e la Repubblica di Ezo che ricorda un po' l'Impresa di Fiume.
Infine Saigo l'Ultimo Samurai e un breve excursus sulla propaganda 'samura' della Seconda Guerra Mondiale... c'è spazio anche per un paio di pagine su Mishima.
La storia giapponese, come accade anche da noi e dappertutto, specialmente quella antica, è riportata e ricordata più attraverso opere poetiche/artistiche che di vera storiografia: dove possibile, Clements prova a offire la versione più realistica di tanti eventi mitizzati, o tutte le versioni più realistiche dello stesso evento. La storia poi, anche in Giappone, la scrivono i vincitori e c'è quindi una giusta dose di dubbio nel riportare le caratteristiche psicologiche e caratteriali di certi personaggi caduti in disgrazia perché sconfitti.
Amici che avete trascorso una vita di intrattenimenti giapponesi a base di libri, film e cartoni animati, non troverete eventi rari e ignoti: una 'breve storia dei samura' non può soffermarsi su 'segreti', ma propone un susseguirsi (a volte inutilmente complicato a causa del cattivo italiano) di fatti chiave ed eventi sintetizzati. Mille anni circa in 300 pagine, non aspettatevi la profondità di un Max Hastings: se però voleste, come ho voluto, fare chiarezza e mettere in un giusto ordine le vostre nozioni di storia giapponese, questo è un libro ben fatto.