Only Lovers Left Alive: insta-cult-classic w00t w00t!! L'ultimo film di Jim Jarmusch è così elegante e raffinato che l'unico modo per esprimerne l'assoluta bellezza è il più trito e abusato internet slang.
W00t w00t indeed.
Non che Jarmush sia regista prolifico ma sono passati 4 anni dal suo film precedente (che molto pochi hanno visto, io no), e sono passati 16 anni da Ghost Dog. Cinque film in tutto dal 1999.
Jarmush è un regista faticoso da finanziare perché i suoi film incassano poco al cinema, sono spesso ardui da comprendere e insistono troppo sulla 'visione' del loro autore.
Non è un caso se Only Lovers Left Alive sia una co-produzione britannico-tedesca, scritta e diretta da Jarmush, costata assai poco, incassato il giusto da coprire le spese, successo clamoroso di tam tam tra gli amici della speculative fiction. Coprate il dvd.
E' un film europeo realizzato dal meno americano dei registi americani, largamente ambientato nella più veramente americana delle città... che non è New York, non è Los Angeles: è Detroit.
A me piace Detroit, non ci sono mai stato: mi piacciono i Tigers e i Red Wings.
Mi piace Detroit perché è la più alta espressione di mitologia urbana contemporanea, lo specchio della civiltà occidentale di stampo americano: cuore dell'industria, agnello sacrificale della recessione, città (relativamente) fantasma abbandonata, simbolo della lotta costante tra speranza di rinascita ed entropia realista.
A Detroit vive Adam, musicista recluso di fama assoluta.
Il resto del film si svolge a Tangeri (Marocco). A Tangeri vive Eve, moglie di Adam e bibliofila.
Adam e Eve sono vampiri, lei è probabilmente un po' più vecchia.
Non è di quei matrimoni tragici tra immortali dove prima ci si ama, poi ci si odia, poi si ama, si odia, si ama, si fa sesso e si cerca di uccidere il partner. E' un matrimonio perfetto e disumano tra persone che stanno insieme da centinaia d'anni e si conoscono così bene da essere insieme anche a mezzo mondo di distanza.
La distanza significa niente per due metà dello stesso intero... è uno dei temi del film.
I vampiri di Jarmush non sono predatori notturni, non più. Il sangue dell'essere umano medio è talmente contaminato da schifezze varie da essere diventato tossico per i vampiri; i vampiri vivono trovando, in un modo o nell'altro, accesso a riserve di sangue 'puro'.
Il film spiega poco, l'autore non è interessato alla fisiologia/biologia del vampiro, ma qua e là si raccolgono piccoli indizi di sovrannaturalità: velocità sovrumana, una sorta di tocco psicometrico, una qualche forma di comunicazione telepatica. Guardate il film, ci sono tracce ma niente di supereroistico, sono solo dettagli minuti sparpagliati tra le scene.
...c'è persino dello steampunk. Nella caratterizzazione di Adam, oltre all'abilità come compositore, si trova una passione mecenatica per la scienza: tra i protetti da Adam nel corso dei secoli anche Tesla, le cui invenzioni Adam ha poi continuato a sviluppare per conto proprio.
Anche qui dettagli minuti senza rilevanza sulla storia, semplici contorni di squisita scenografia.
Eve è interpretata da Tilda Swinton, Adam da Loki.
Certo che a chiamare Tom Hiddleston 'Loki' gli faccio un gran torto, il tizio è bravo e lo dimostra film dopo film. Originariamente la sua parte sarebbe dovuta toccare al Fassbender.
Ci sono anche una manciata di personaggi secondari, non realmente presenti in 3 dimensioni ma personaggi funzionali al proseguimento delle vicende: John Hurt è un vecchio vampiro amico di Eve, Mia Wasikowska (Alice di Tim Burton) è la sorella fuori di testa di Eve, Jeffrey Wright (che per un momento ho preso entusiasticamente per Ice Cube) e Anton Yelchin (Star Trek) sono due umani in rapporti con Adam.
Come sempre nei film di Jarmush, la musica ha importanza capitale, nessuno dei nomi coinvolti è popolare: musicisti olandesi, cantanti marocchine, club underground e lo stesso Jarmush hanno partecipato alla realizzazione di uno score assolutamente unico e memorabile.
Musiche originali (con qualche cover), niente di orchestrale. Eccezionale.
Filosofia e scienza, musica e letteratura, il decadimento urbano americano, il Marocco, lo steampunk e i vampiri; un motivo circolare evidentissimo sia nei giochi (un po' ripetitivi) della macchina da presa, sia nella storia; fotografia e composizione delle scene da maniaco perfezionista, dialoghi straordinari che sono solo la ciliegina su una sceneggiatura apparentemente semplice ma ricchissima di livelli e prospettive.
Bellissimo film.