White Bird in a Blizzard: dramma femminile, nel senso di 'da donne'. Perché l'hai guardato? Perché c'è Christopher Meloni.
C'è Christopher Meloni in un ruolo drammatico vero (non drammatico Law and Order) che ci ricorda i tempi belli di OZ.
Uhm.. trama.
Una ragazza di 17 anni con una gran voglia di cazzo si trova ad affrontare due problemi distinti:
1) la suddetta voglia di cazzo che la spinge a tradire agilmente il suo fidanzato colpevole di non dargliene abbastanza; 2) la scomparsa improvvisa, ma non immotivata, della madre.
Il contorno è composto da: 1) padre apatico; 2) detective figo (Thomas Jane); 3) amico gay; 4) amica obesa; 5) inutile psichiatra (Angela Bassett).
La madre scappata di casa è Eva Green, la figlia è Shailene Woodley (la figlia di George Clooney in The Descendants): insieme inscenano la rappresentazione del classico rapporto conflittuale/invidioso madre-figlia, con il gimmick di essere a distanza nel tempo/attraverso flashback.
Nonostante sia un film totalmente privo di originalità, nonostante la Convivente avesse indovinato le sorti della madre fin da subito (lo considero un fattore positivo: il regista è riuscito a comunicare in modo preferenziale alle donne; mentre io stavo ignoranzo i simbolismi concentrato su Meloni, la Convivente coglieva il senso dei messaggi e indovinava con largo anticipo), nonostante le mille pecche e idiozie della sceneggiatura, nonostante sia abbastanza una cagata di quelle pensate apposta per il Sundance e, infinite, nonostante Meloni ci sia relativamente poco, White Bird in a Blizzard ha i suoi momenti e funziona decentemente come film drammatico sull'orrore degli anni '80 e della vita borghese.
Ah, sì: è un dramma sociale.
Ah, sì2/folgorazione: è la versione anni '80 di Far From Heaven. Con gratuita esposizione di tette.
E' tratto dal romanzo di una tale Laura Kasischke, poetessa (POETESSA) e scrittrice americana.
Il regista e sceneggiatore è Gregg Araki: nessuna idea di chi sia, visto nessuno dei suoi film, probabilmente mai sentito parlare dei suoi film (incredibile!), ha diretto film un po' ovunque nel mondo...
...non avendo idea di chi sia, questa vale con wild speculation: Gregg Araki apparterrebbe a un movimento cinematografico intelligentemente chiamato 'New Queer Cinema'. Il fatto che abbia realizzato film in vari paesi europei è ovviamente da considerarsi una ricerca di fondi/offerte d'aiuto provenienti dalla rete clandestina omosessuale che governa il mondo.
NOTA: è molto difficile capire i flashback perché Eva Green, totalmente non modificata da trucco, appare uguale a se stessa sia nei flashback che la vedrebbero ventenne sia in quelli che la vedrebbero quarantenne inoltrata.
NOTA2: Meloni rules.