Tigerman (Id, 2014): terzo libro di Nick Harkaway. Il secondo l'ho saltato (il primo è Gone-Away World), lo recupererò, perché la trama di questo mi ha subito attratto.
L'isola tropicale di Mancreu, uso il termine 'tropicale' forse erroneamente ma la mia geografia non è forte, è un affascinante ibrido paradiso/terra di nessuno senza legge che potrebbe ricordare, e ricorda, la Madripooi Marvel.
L'isola è condannata a morte a causa di alcuni misteriosi fenomeni chimico-biologici sviluppatisi nel suo core, la comunità internazionale ha intenzione di distruggerla per impedire imprevedibile inquinamento mutante.
Nel frattempo, però, sull'isola si vive un bizzarro, allegro equilibrio tra presenze istituzionali internazionali e una flotta di 'no comment' navi ormeggiate appena al largo, in un'area così priva di leggi che ogni governo al mondo ha voluto ritagliarsene una fetta per prigioni segrete, bordelli segreti, basi di spie segrete e altri segreti.
Il protagonista della nostra storia è un sergente britannico quasi quarantenne, unico membro rimasto della delegazione politica inglese, un veterano senza più utilità speso dal suo governo per tenere alta la bandiera in un luogo da cui tutti distolgono lo sguardo.
Il sergente cazzeggia un giorno dopo l'altro, pensando a cosa fare della sua vita dopo quest'ultima 'missione', godendosi l'isola. Molti dei suoi piani per il futuro concernono un ragazzino locale (detto così è brutto) molto intelligente, autodidatta cresciuto tramite internet, che il sergente vorrebbe adottare.
L'inizio del libro è molto simile a Gone-Away World: protagonista militare, un impreciso e imprevedibile pericolo chimico-sovrannaturale, un setting di forze internazionali costrette insieme da cause di forza maggiore, flashback per ricordi che presentano esperienze e maestri di vita, una storia d'amore. Là c'era un bromance, qui c'è una storia d'amore paterno.
...in entrambi ci sono un paio di romance eterosessuali classici, ma sono contorno.
Ah, sì: 'Tigerman'.
Il ragazzino vive di internet e fumetti, una passione smodata per i supereroi; l'isola abbisogna di legge e ordine; il sergente ama il ragazzino e l'isola e vuole proteggere entrambi, non può farlo in veste ufficiale: nasce 'Tigerman', supereroe fai da te di tipo batman.
C'è poco da ridere, il libro è tendenzialmente drammatico, poi sempre più drammatico.
Nick Harkaway, come ricorderete, è il nuovo China Mieville: il modello perfetto di autore di speculative fiction che può vedersi appioppare l'aggettivo 'letteraria', e dare modo a fior di critici di parlare di fantascienza su pagine accreditate senza vergognarsi di leggerla e apprezzarla oltremodo.
Rispetto a Gone-Away World, il linguaggio è stato fortemente ripulito da neologismi e invenzioni, non solo per rendere la lettura più scorrevole (non assomiglia più così tanto a David Wong), soprattutto per evidenziare ancora di più il fantastico internet slang del ragazzino.
Tigerman è un libro che va letto oggi, l'anno prossimo la metà dei dialoghi del ragazzino saranno incomprensibili.
Faccio un esempio, apprezzatelo perché è un raro caso di trascrizione fatta da me medesimo: "If Pippa Middleton and Megan Fox had announced their intention to marry during a live theatrical production of 50 Shades of Grey starring Benedict Cumberbatch, and then taken off their clothes to reveal their bodies tattooed with the text of the eighth Harry Potter novel, they might just have approached this level of frenzy".
...e questo è un discorso articolato: il ragazzino spesso parla per esclamative come "Emote later. Right now: Voight-Kampff FTW".
I riferimenti pop si sprecano.
La narrazione è semplificata: i flashback sono brevi e integrati nel testo, non esulano dallo svolgimento principale né lo sostituiscono; il colpo di scena finale è prevedibile ma ben studiato, il finale è inaspettato.
Odio il finale, non mi piacciono i finali tragici: è un bellissimo finale. Fortunati a leggerlo.