L'Enigma Escher - Paradossi grafici tra arte e geometria (19 Ottobre - 23 Marzo): non è che abbia improvvisamente scoperto l'arte figurativa, è che per una serie di coincidenze relazionali e geografiche sono capitate due mostre interessanti, visitabili con la giusta compagnia e all'interno del mio raggio d'autonomia da casa/cane, nello stesso periodo.
Non è probabilmente giusto nei confronti degli organizzatori della mostra di Reggio Emilia, ma viene spontaneo chiedersi cosa sarebbe stato di Escher se fosse stata affidata agli amici di Linea d'Ombra: attaccato alla porta di Palazzo Magnani c'era un presentometro, penultimo giorno di mostra indicava di molto scarso alle 65.000 visite.
La mostra è piaciuta, tanto da venire estesa di un mese, ma meno di 65.000 visite in 5 mesi è imbarazzante in confronto a quanto sta facendo Vermeer a Bologna... la nuova previsione è di 300.000 visitatori abbondanti.
Dico ciò perché la mostra su Escher è più bella, più grande e più interessante, non che voglia paragonare artisti con 300 anni di lontananza, ma per il semplice, bruto numero di 'quadri' esposti, per la qualità degli stessi, la fama degli stessi e la vicinanza di gusto, questa avrebbe dovuto spaccare il culo a Vermeer.
Perché andare a vedere Escher? Non che possiate visto che la mostra è finita, ipoteticamente parlando. Perché è interessante e illuminante per una gran quantità di categorie: appassionati/professionisti di design e grafica, di fumetti e illustrazione; ovviamente appassionati d'arte; appassionati/professionisti del videogioco (no, davvero) che per anni hanno guidato personaggi di varia natura in livelli disegnati a partire dai paesaggi impossibili di Escher; appassionati/professionisti di speculative fiction che per anni hanno letto libri, visto film/cartoni con scene ispirate alle stesse prospettive impossibili, metamorfosi cicliche e analoghi; appassionati/professionisti di matematica e geometria; chi altro?
Questa mostra avrebbe potuto essere venduta a così tante tipologie diverse di persone che sarebbe stato necessario rubarla in via definitiva al misterioso collezionista di Bressanone che la possiede in toto.
La mostra segue uno svolgimento classico: dalle origini alla maturità, mostrando anche quadri di artisti d'influenza o influenzati da Escher; c'è la produzione artistica e quella commerciale, dagli emblemata ai dodecaedri, passando per tutte le immagini famose di pesci che diventano uccelli e cascate che si autoalimentanti.
Il tizio era un genio, dice l'uomo al bar. Le citazioni riportate a parete/in audioguida danno l'idea che oltre a essere un genio fosse anche un po' un faccia di merda poco simpatico e un filo pieno di sé, d'altra parte, ammesso sia vero l'aneddoto che a scuola sembrasse idiota, ne aveva ben donde. Non sono stato a leggere le spiegazioni dei teoremi e delle geometrie più spinte, ma solo a vedere delle 'x' e delle 'y' e degli '=' tutti sulla stessa riga sono rimasto impressionato.
L'opinione finale della comitiva è in uscita dalla mostra è stata che Escher avesse qualche difetto cerebrale che gli consentisse di vedere/percepire la realtà in maniera diversa rispetto alla norma.
Tra un fumetto di Madman/Martin Mystere e un gadget a forma di palla, le due cose che mi hanno colpito di più sono state le seguenti: la moneta da 10 euro, non avevo idea esistessero conii commemorativi del genere, e la stampa da 21.500 euro in vendita al gift shop.
...una stampa da 21.500 euro in vendita al gift shop di una mostra temporanea è idiota. Chi va alla mostra con assegno, chi farà mai un bonifico, chi può pensare che sia il posto giusto dove vendere una roba del genere?
Comunque... argomento di fondo: ci sono tanti artisti nella storia dell'arte che sono definiti geni perché sapevano dipingere bene, Escher è un genio su molti più livelli.