Real Steel: non posso dirmi completamente stupito di aver apprezzato questo film, avevo già sentito voci da fonti (che ritengo) affidabili in questo senso. Il trailer di Real Steel non gli rende giustizia, il film è molto più intenso e ben realizzato di quanto faccia intuire.
E' vagamente ispirato a un racconto breve di Matheson... al giorno d'oggi lo si potrebbe quasi definire un concept originale: futuro prossimo venturo, il mondo degli sport di combattimento è stato radicalmente cambiato per venire in contro alla sempre crescente richiesta di spettacolo e violenza da parte del pubblico; è un futuro dove anche l'UFC è considerata blanda.
Evitando di deviare da parametri di sicurezza socialmente accettabili, lo sport di lotta ha lasciato indietro la sua componente umana di sangue e ossa sostituendo i contendenti con robot antropomorfi telecomandati: praticamente ogni incontro finisce con la distruzione del robot sconfitto.
Hugh Jackman è un ex-pugile da anni impegnato negli incontri con i robot, è un perdente ridotto a vivere del suo fascino e di piccole truffe e mezzucci; la sua ex-fidanzata muore e si trova improvvisamente a dover prendersi cura del figlio undicenne con cui non ha mai voluto avere a che fare.
In questo senso la narrazione è piuttosto patetica e banale: si sviluppano contemporaneamente due motivi piuttosto semplici che mescolano insieme la scoperta della ''paternità'' in senso positivo con il rinnovamento/rinascita del personaggio come uomo compiuto, serio e vincente... il messaggio è discutibile ma il modo in cui viene raccontato è interessante: nonostante la storia sia un tipico ''rain man'', il regista Shawn Levy (autore di svariati e orrendi film comici) riesce a darle un taglio interessante sfruttando in maniera intrigante il gimmick del combattimento tra robot.
Innanzitutto gli effetti speciali sono eccellenti, questa è tutt'altro che una produzione da quattro soldi: per il film sono stati realizzati robot in cg e animatronic, distinguere gli uni dagli altri è ARDUO, realmente. Ottimi effetti speciali.
Tempo fa, parlando di questo film, lessi un commento di questo genere: ''il film è figo però il combattimento tra i robot è sfruttato male [...] i robot usano solo pugni e lotta umana invece di avere raggi laser, magli perforanti etc [...] il film sarebbe stato meglio se avesse disumanizzato il combattimento tra robot sfruttando il fatto di avere dei robot che combattono''.
Si può essere d'accordo con questo commento, sarebbe stato più spettacolare e, se fatto bene, un film così avrebbe potuto essere il wet dream di tanti... però non avrebbe avuto senso con Real Steel, non con la sua premessa razionale sul perché dei combattimenti tra robot né, soprattutto, con l'ultima morale di fondo di come, alla fine, ci sia uno scontro (circa) diretto tra il guerriero umano e l'insipida macchina ultra tecnologica.
Il regista in questo film ci ha ficcato davvero di tutto: dicevamo prima il discorso della paternità e della rinascita, dobbiamo adesso aggiungere lo ''scontro uomo-macchina'', lo scontro ''occidente-giappone'' e la ''storia dell'underdog alla Rocky''.
Vogliamo poi ridere un attimo della scelta dei nomi dei robot? Il robot degli eroi si chiama ATOM, come l'Atom di Tezuka o (più sensatamente per quanto voglio dire) come il più piccolo elemento della nostra realtà (quanto meno di dominio pubblico) ed è opposto a Zeus, Re degl Dei.
Alla fine ci sono talmente tanti luoghi comuni in campo, tante storyline parallele e intrecciate che il film finisce per acquisire una dignità narrativa del tutto inaspettata, funzionante e gradevole.
Attori: Hugh Jackman è un figo, nel corso del film si toglie la maglia solo una volta ed è un peccato. Verso la fine del film c'è una scena quasi demenziale, siamo allo scontro finale, dove viene recuperato e sostanziato un concetto espresso in un dialogo precedente tra gli altri due protagonisti: lo sintetizzo con un ''la bellezza del guerriero''. Hugh Jackman è ridicolmente perfetto per esprimere la bellezza del guerriero.
L'interesse romantico, la donna buona del film, è interpretata da Evangeline Lilly: è graziosa ma il suo personaggio è del tutto scenografico.
...il bambino è quel Dakota Goyo (''Dakota''? Davvero? Potevano scegliergli un nome d'arte meno stupido) che abbiamo già visto in altri film, recentemente come giovane Thor in Thor: è odioso e ho sperato per tutta la durata di Real Steel di vederlo spiaccicato da qualche robot gigante. Non succede.
E' vagamente ispirato a un racconto breve di Matheson... al giorno d'oggi lo si potrebbe quasi definire un concept originale: futuro prossimo venturo, il mondo degli sport di combattimento è stato radicalmente cambiato per venire in contro alla sempre crescente richiesta di spettacolo e violenza da parte del pubblico; è un futuro dove anche l'UFC è considerata blanda.
Evitando di deviare da parametri di sicurezza socialmente accettabili, lo sport di lotta ha lasciato indietro la sua componente umana di sangue e ossa sostituendo i contendenti con robot antropomorfi telecomandati: praticamente ogni incontro finisce con la distruzione del robot sconfitto.
Hugh Jackman è un ex-pugile da anni impegnato negli incontri con i robot, è un perdente ridotto a vivere del suo fascino e di piccole truffe e mezzucci; la sua ex-fidanzata muore e si trova improvvisamente a dover prendersi cura del figlio undicenne con cui non ha mai voluto avere a che fare.
In questo senso la narrazione è piuttosto patetica e banale: si sviluppano contemporaneamente due motivi piuttosto semplici che mescolano insieme la scoperta della ''paternità'' in senso positivo con il rinnovamento/rinascita del personaggio come uomo compiuto, serio e vincente... il messaggio è discutibile ma il modo in cui viene raccontato è interessante: nonostante la storia sia un tipico ''rain man'', il regista Shawn Levy (autore di svariati e orrendi film comici) riesce a darle un taglio interessante sfruttando in maniera intrigante il gimmick del combattimento tra robot.
Innanzitutto gli effetti speciali sono eccellenti, questa è tutt'altro che una produzione da quattro soldi: per il film sono stati realizzati robot in cg e animatronic, distinguere gli uni dagli altri è ARDUO, realmente. Ottimi effetti speciali.
Tempo fa, parlando di questo film, lessi un commento di questo genere: ''il film è figo però il combattimento tra i robot è sfruttato male [...] i robot usano solo pugni e lotta umana invece di avere raggi laser, magli perforanti etc [...] il film sarebbe stato meglio se avesse disumanizzato il combattimento tra robot sfruttando il fatto di avere dei robot che combattono''.
Si può essere d'accordo con questo commento, sarebbe stato più spettacolare e, se fatto bene, un film così avrebbe potuto essere il wet dream di tanti... però non avrebbe avuto senso con Real Steel, non con la sua premessa razionale sul perché dei combattimenti tra robot né, soprattutto, con l'ultima morale di fondo di come, alla fine, ci sia uno scontro (circa) diretto tra il guerriero umano e l'insipida macchina ultra tecnologica.
Il regista in questo film ci ha ficcato davvero di tutto: dicevamo prima il discorso della paternità e della rinascita, dobbiamo adesso aggiungere lo ''scontro uomo-macchina'', lo scontro ''occidente-giappone'' e la ''storia dell'underdog alla Rocky''.
Vogliamo poi ridere un attimo della scelta dei nomi dei robot? Il robot degli eroi si chiama ATOM, come l'Atom di Tezuka o (più sensatamente per quanto voglio dire) come il più piccolo elemento della nostra realtà (quanto meno di dominio pubblico) ed è opposto a Zeus, Re degl Dei.
Alla fine ci sono talmente tanti luoghi comuni in campo, tante storyline parallele e intrecciate che il film finisce per acquisire una dignità narrativa del tutto inaspettata, funzionante e gradevole.
Attori: Hugh Jackman è un figo, nel corso del film si toglie la maglia solo una volta ed è un peccato. Verso la fine del film c'è una scena quasi demenziale, siamo allo scontro finale, dove viene recuperato e sostanziato un concetto espresso in un dialogo precedente tra gli altri due protagonisti: lo sintetizzo con un ''la bellezza del guerriero''. Hugh Jackman è ridicolmente perfetto per esprimere la bellezza del guerriero.
L'interesse romantico, la donna buona del film, è interpretata da Evangeline Lilly: è graziosa ma il suo personaggio è del tutto scenografico.
...il bambino è quel Dakota Goyo (''Dakota''? Davvero? Potevano scegliergli un nome d'arte meno stupido) che abbiamo già visto in altri film, recentemente come giovane Thor in Thor: è odioso e ho sperato per tutta la durata di Real Steel di vederlo spiaccicato da qualche robot gigante. Non succede.
Anche a me è piaciuto tanto... sia per via del *perfetto* Hugh Jackman (tra parentesi, è la prima volta che lo trovo perfetto per una parte che non sia Wolverine), sia per via della trama, che ho trovato anche io incredibilmente convincente.
RispondiEliminaUn bel film, nel suo genere, veramente bello.
Y.
dovrebbe farne di più di film di questo genere, magari anche un filo più drammatici (qualcosa di più adult oriented): sarebbe perfetto in un bel ruolo originale più fantascientifico che fantasy, una cosa alla Star Wars... però nuova
RispondiEliminaConcordo... sarebbe un perfetto erede di Han Solo! ^^
RispondiEliminapeccato che non ci siano più produttori con palle sufficienti da mettere insieme un film d'azione partendo da concept originali
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