Frankenstein - Agent of Shade 4 (dcnu): nella sua run su Animal Man, Jeff Lemire sta puntando molto su high-concept e tensione drammatica, scrivendo una storia certamente correlata a Swamp Thing; la sua Frankenstein è all'esatto opposto: science fiction piena d'azione, brillante e aggressiva... non è certo un caso che il prossimo numero sia in crossover con OMAC.
Father Time non è più il personaggio a cui siamo stati abituati ultimamente sulle pagine dei Freedom Fighters, qui è una bambina giapponese with an attitude; il quartier generale della nuova S.H.A.D.E. è una versione rivista della Ant Farm che Lemire studiò per Atom, proprio Ray Palmer è uno dei principali comprimari nel ruolo di scienziato capo dell'agenzia... Lemire non si è sbilanciato in suggerimenti su una possibile identità di Atom per Palmer, al momento è ''solo'' scienziato. Frankenstein e Lady Frankenstein sono agenti di SHADE, questa prima storia presenta l'introduzione dei nuovi (vecchi) Creature Commandos: la caratterizzazione è esattamente quella presentata durante Flashpoint, i personaggi però sono qui stati appena creati.
L'unica lamentela che mi sento di muovere a Lemire è la scelta di realizzare un primo storyarc su 4 albi, alcuni elementi di plot sono stati sacrificati per mancanza di pagine: capisco che su una serie rischiosa come questa sia sconsigliabile uno storyarc d'apertura troppo corposo... la qualità è però tale da far rimpiangere l'assenza di un po' più di coraggio editoriale. Certamente una delle migliori serie della nuova DC. La nuova DC è strana: tante serie stanno mostrando considerevoli problemi derivanti da scontri politico-artistici tra gli autori e gli editor, tanti autori stanno immediatamente uscendo da DC accusando l'esagerato controllo, imposizioni e invadenza degli editori. Lemire deve avere qualche speciale lasciapassare, la sua Frankenstein (così anche Animal Man) sono tutto fuorché mainstream, ancora più che dallo scrittore e dai temi questo fatto è semplicemente dimostrato dalla natura dei disegni: Ponticelli è bravissimo ma il suo stile è tutto fuorché ciò che ci si aspetterebbe da un prodotto realizzato per i giovani lettori.
Batgirl (dcnu) 4: Gail Simone è un'eccellente scrittrice, è stata autrice in DC di alcuni dei suoi prodotti più controversi e acclamati (Secret Six); nella nuova DC questo rapporto d'oro sembra stia subendo qualche colpo: ne parleremo meglio tra qualche mese commentando l'uscita per divergenze artistiche da Firestorm. La nuova Batgirl è senza dubbio uno dei prodotti più importanti sviluppati per the New 52, sicuramente quello ad aver suscitato la più ampia reazione di pubblico, frequentemente negativa. Ne abbiamo già parlato e non starò a ripetere: Batgirl sta riscuotendo successo e l'opinione generale è che l'editore abbia vinto la sfida di popolarità venuta a crearsi togliendo Barbara Gordon dalla sedia a rotelle.
Personalmente mi sembra una storia fiacca, scritta evitando in maniera palese giganteschi buchi non definiti di continuity dovuti al passaggio da un universo all'altro, scritta con eccessivo sforzo di femminilità e, proprio in questo aspetto ma in molti altri ugualmente, indegna persino di farsi calpestare dalla Bargirl di Miller. Il nuovo villain creato da Simone è scarso, gli accenni a come sia guarita dall'essere paralizzata sono deboli, l'insistenza sul fatto che Batgirl sia fuori forma sono assurdi: in che mondo Bruce Wayne lascerebbe che una Barbara Gordon ''fuori forma'' rischi la sua vita indossando IL FOTTUTO PIPISTRELLO? Non certo nel DCU, nel DCnU invece tutto può succedere: la DC Comics ha scoperto nel 2011 la teoria di Stan Lee sul fumetto.
Witchblade 150: numero anniversario per la testata simbolo di Top Cow, la creatura del compianto Michael Turner sopravvissuta, contro ogni aspettativa, per 16 anni. Questo numero segna anche la chiusura della run iniziata 7 anni fa da Ron Marz, 71 numeri: a lui dobbiamo la trasformazione dell'universo Top Cow da semplice e ultra patinato sfogo per gli ultimi ansiti della prima esperienza Image, a complessa struttura urban fantasy capace da anni di vivere di propria sostanza e luce.
Non starò a criticare, lo farò quando sarà il momento, il fatto che la miniserie Artifacts si stia trascinando orribilmente o che manchi qualsiasi tentativo di continuity tra Witchblade, Darkness, Magdalene etc.
L'ultima volta che abbiamo parlato di questa serie credo sia stato al tempo quando Sara Pezzini tornò a essere l'unica detentrice della Lama Stregata. Non è che sia successo più di tanto da allora.
Un ultimo numero prima di venire alla storia: 116, l'albo d'ingresso dello straordinario Sejic. L'artista ha ancora margini di miglioramento, soprattutto nel rendere i suoi disegni funzionali alla narrazione e non solo magnifici a guardarsi, con il 150 anche lui lascia Witchblade.
Il grande cambio di rotta di questo anniversario, quasi tutti gli albi anniversario ne hanno uno, vede Sara Pezzini abbandonare la polizia: la trama delle indagini degli affari interni su di lei hanno portato il personaggio a dover scegliere tra il Corpo e la lama. Dimissioni da detective e, già che che c'è, rottura della relazione (ufficialmente una pausa) con Gleason e, già che c'è, via da New York,
Tim Seeley sarà il nuovo scrittore, spero che abbia delle idee geniali in mente perché il nuovo disegnatore, a giudicare dalla preview contenuta nel presente albo, è molto scarso.
Non starò a criticare, lo farò quando sarà il momento, il fatto che la miniserie Artifacts si stia trascinando orribilmente o che manchi qualsiasi tentativo di continuity tra Witchblade, Darkness, Magdalene etc.
L'ultima volta che abbiamo parlato di questa serie credo sia stato al tempo quando Sara Pezzini tornò a essere l'unica detentrice della Lama Stregata. Non è che sia successo più di tanto da allora.
Un ultimo numero prima di venire alla storia: 116, l'albo d'ingresso dello straordinario Sejic. L'artista ha ancora margini di miglioramento, soprattutto nel rendere i suoi disegni funzionali alla narrazione e non solo magnifici a guardarsi, con il 150 anche lui lascia Witchblade.
Il grande cambio di rotta di questo anniversario, quasi tutti gli albi anniversario ne hanno uno, vede Sara Pezzini abbandonare la polizia: la trama delle indagini degli affari interni su di lei hanno portato il personaggio a dover scegliere tra il Corpo e la lama. Dimissioni da detective e, già che che c'è, rottura della relazione (ufficialmente una pausa) con Gleason e, già che c'è, via da New York,
Tim Seeley sarà il nuovo scrittore, spero che abbia delle idee geniali in mente perché il nuovo disegnatore, a giudicare dalla preview contenuta nel presente albo, è molto scarso.
The Uncanny X-Force 18: con questo numero si chiude la Dark Angel Saga (titolo che immediatamente porta alla memoria Asamiya), dal prossimo mese X-Force uscirà dal suo benedetto isolamento rispetto alle altre testate X per entrare nel turbine di Regenesis / X-Sanction / Avengers vs X-Men.
Questa serie scritta da Remender, disegnata da Opena è stata, ed è, consistentemente una delle, se non la, migliori serie pubblicate da Marvel. Una delle serie ''da leggere'' in quest'ultimo anno di comics americani.
La Dark Angel Saga riporta di prepotenza nel presente Marvel l'Era di Apocalisse, a distanza di 15-16 anni ancora il più amato dei crossover in terre alternative dell'editore.
Curiosamente geometrico: Cable e Nightcrawler sono morti durante lo stesso Event, sono ritornati in vita da Marvel nello stesso giro di settimane. Cable in una miniserie che lancerà il prossimo Event Marvel, Nightcrawler su queste pagine di X-Force... il ''nostro'' Nightcrawler 616 resta morto, sarà sostituito dal suo corrispettivo AOA.
Una delle ragioni di maggiore successo de X-Force di Remender è la concentrazione di pagine dedicate ai personaggi minori: nonostante nella serie compaiano sia Wolverine che Deadpool, il loro spazio complessivo è certamente minore rispetto a quello dedicato agli altri. Remender li scrive bene ma la sua scelta di lasciarli leggermente sullo sfondo è provvidenziale per lo sviluppo della lunga trama e per la caratterizzazione degli altri personaggi. ''Lunga trama'': Dark Angel Saga è solo l'ultimo capitolo di una mega trama iniziata con il numero uno della serie, Remender ha sfruttato a pieno la libertà conferitagli dall'editore evitando quasi completamente i crossover e gli event, salvo uno, riuscendo a realizzare una sceneggiatura in più capitoli splendidamente illustrata da Opena.
Questo è il genere di serie che DC dovrebbe imitare.
Nel corso della serie, inoltre, Remender recupera Deathlok, quello originale, quello vero, non quella schifezza di riscrittura tentata qualche tempo fa.
...parlo di questa serie come se sia finita, non è così ma non posso fare a meno di dubitare persino del talento di Remender quando dal prossimo mese sarà costretto a confrontarsi e coordinarsi (ah ah) con gli altri x-autori.
Questa serie scritta da Remender, disegnata da Opena è stata, ed è, consistentemente una delle, se non la, migliori serie pubblicate da Marvel. Una delle serie ''da leggere'' in quest'ultimo anno di comics americani.
La Dark Angel Saga riporta di prepotenza nel presente Marvel l'Era di Apocalisse, a distanza di 15-16 anni ancora il più amato dei crossover in terre alternative dell'editore.
Curiosamente geometrico: Cable e Nightcrawler sono morti durante lo stesso Event, sono ritornati in vita da Marvel nello stesso giro di settimane. Cable in una miniserie che lancerà il prossimo Event Marvel, Nightcrawler su queste pagine di X-Force... il ''nostro'' Nightcrawler 616 resta morto, sarà sostituito dal suo corrispettivo AOA.
Una delle ragioni di maggiore successo de X-Force di Remender è la concentrazione di pagine dedicate ai personaggi minori: nonostante nella serie compaiano sia Wolverine che Deadpool, il loro spazio complessivo è certamente minore rispetto a quello dedicato agli altri. Remender li scrive bene ma la sua scelta di lasciarli leggermente sullo sfondo è provvidenziale per lo sviluppo della lunga trama e per la caratterizzazione degli altri personaggi. ''Lunga trama'': Dark Angel Saga è solo l'ultimo capitolo di una mega trama iniziata con il numero uno della serie, Remender ha sfruttato a pieno la libertà conferitagli dall'editore evitando quasi completamente i crossover e gli event, salvo uno, riuscendo a realizzare una sceneggiatura in più capitoli splendidamente illustrata da Opena.
Questo è il genere di serie che DC dovrebbe imitare.
Nel corso della serie, inoltre, Remender recupera Deathlok, quello originale, quello vero, non quella schifezza di riscrittura tentata qualche tempo fa.
...parlo di questa serie come se sia finita, non è così ma non posso fare a meno di dubitare persino del talento di Remender quando dal prossimo mese sarà costretto a confrontarsi e coordinarsi (ah ah) con gli altri x-autori.
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