You Don't Mess with the Zohan: è un film grossolano e volgare che riesce in qualche modo a far costantemente ridere e a inanellare continuativamente lampi di umorismo socioculturale stratificato ed elegante. E' di difficile lettura, non scherzo: da una parte ci sono ripetitive battute sul sesso e atteggiamenti di bassa umanità che non sfigurerebbero nella più recente ondata di patetiche parodie americane, il tutto è però perfettamente amalgamato in un molto poco politicamente corretto gioco di prese in giro sugli stereotipi arabi gestito e organizzato su una molteplicità di sfumature, nonché abbondantemente giostrato sui contrasti con la vita occidentale. Assurdamente tra gli atti di profonda demenza freneticamente presentati dal regista Dennis Dugan, sul quale azzarderei una teoria di prestanome (osservandone la più immediata carriera) o almeno fortemente influenzato dal mattatore Sandler, si scorgono altrettanto rapide frecciate di grande profondità e perdurante comicità. Non a caso tra le tante stroncature spiccano i forti apprezzamenti mossi da giornali newyorkesi. Adam Sandler, tornato a scrivere sceneggiature per l'occasione, è Zohan Dvir, per gli amici e i nemici, e soprattutto i fan, semplicemente The Zohan; è un agente del mossad, il Rambo del mossad: in un paese dove tutti sono terroristi o soldati il più forte tra loro non è semplicemente un eroe, è una rockstar. The Zohan in patria è un divo, sogna però di appendere mitra e coltello al chiodo e trasferirsi in america per andare a lavorare in un salone di Paul Mitchell: lo spietato massacratore vorrebbe tagliare capelli. Finge così la propria morte ed emigra: Zohan, come tutti i suoi fratelli israeliani e i cugini palestinesi, vive il sogno di un america riflessa a decenni di distanza, ama la disco music e si acconcia e veste come fosse a Miami Beach insieme a Don Johnson. Si scontra quindi contro la realtà della ghettizzazione araba negli USA e il perdurare degli odi ancestrali anche lontani da Gerusalemme, quando però sai fare piegamenti sulle braccia senza usare le braccia, nuotare più veloce di una moto d'acqua, prendere al volo i proiettili e sei smodatamente peloso dove conta di più, nessuna difficoltà è insormontabile. Giocando con i generi Zohan potrebbe a oggi essere la più riuscita parodia di un film di supereroi: The Zohan è inumanamente forte, è il migliore in quello che fa (qualsiasi cosa faccia). A piantonare le spalle di Sandler troviamo Turturro nel ruolo del suo acerrimo avversario, The Phantom, e il rabbioso ex-pastore di capre diventato tassista, Rob Schneider. Donne grasse, giocare a calcio, bere bibite assurde, le capre, negozi d'elettronica... The Zohan.