Destiny's Son: questo film da' l'opportunita' di parlare e citare alcuni dei nomi fondamentali del cinema giapponese del dopoguerra; il titolo originale e' Kiru (che dovrebbe voler dire ''tagliare''), datato 1962 e' uno dei primi successi del grande regista Kenji Misumi, autore della maggioranza dei primi Zatoichi e di quasi tutti i Lone Wolf e Cub; e' interpretato, nel ruolo del protagonista, da Raizo Ichikawa: uno degli attori giapponesi piu' famosi (la cui fortuna e' legata principalmente ai film del ciclo di Shinobi no Mono diretti da Satsuo Yamamoto, casualmente anche regista di uno Zatoichi) insieme a Shintaro Katsu lo Zatoichi originale (nonche' produttore dei Lone Wolf e Cub, nonche' fratello di Wakayama Tomisaburo, il protagonista dei Lone Wolf e Cub). In settanta minuti si raccontano una quantita' di avvenimenti tali da riempire agevolmente una bella trilogia: Shingo e' il giovane figlio di un dignitario, parte per un viaggio, torna dal viaggio con il fardello di aver creato una formidabile e innovativa e originale tecnica di spada, sfida a mo' di dimostrazione un rinomato spadacino che innanzi alla sua formidabile e innovativa e originale forma di spada cade in ginocchio con i mutandoni pieni di paura gettando umiliazione sul padre, che per vendetta ammazza il padre e la sorella di Shingo; prima di morire il padre di Shingo gli rivela un segreto che portera' nei restanti quaranta minuti a tutta un'altra serie di avvenimenti. Narrazione a dir poco densa, rigogliosa e ricolma di dialoghi e situazioni tanto rapide quanto nitide e perfettamente delineate: per cinquanta minuti circa ci si ritrova comunque a guardare un classico samurai eiga anni '60, amabile per me, soporifero per altri; la svolta avviene proprio sul finale, con una serie di scene straordinarie, chiarissime e prive d'esitazione rappresentate con semplici espedienti simbolici e sintesi fuori dal comune. Davvero: in settanta minuti Misumi mostra una lunga teoria di luoghi comuni dell'epica del samurai duro e puro, ognuno di essi ha probabilmente un film specifico di due ore e mezza esclusivamente impiegate a rendere una sola di queste immagini esemplari (e sono tutti capolavori). E' quindi veramente straordinario scoprire un film cosi' breve in cui tutte queste decine d'ore di silenzi e attese siano condensati in brevissimi silenzi e attese di uguale forza e spessore.