R-Point: e' palesemente e tristemente noto come l'horror sia ripetitivamente codificato secondo schemi immancabili che trasformano la parola ''originale'' in un controsenso inapplicabile alla paura. Nello sconfinato panorama del genere trovare un film, uno solo che si stacchi un po' dalla consuetudine e dalla riproposta di ambientazioni e situazioni gia' viste e' a dir poco arduo; e quelle poche volte che succeda si puo' scommettere sulla produzione di una sfilza di cloni che lo rendano rapidamente parte del costituzionalmente accettabile. Non voglio sbilanciarmi a dire che R-Point sia un tripudio trionfale di novita' e ''mai visto prima'', ma ancora una volta si deve ammettere come i coreani rappresentino con freschezza e almeno una briciola di innovazione le normali consuetidini del cinema. Siamo nel Vietnam piu' noto, insieme con i loro alleati americani, i soldati coreani cazzeggiano allegramente fra puttane e scherzi come visto in decine di pellicole sull'argomento: a diretto omaggio, o plagio (quando c'e' di mezzo la Corea il confine e' inesistente), la scena di presentazione del protagonista e' appena appena (molto) somigliante all'equivalente in Apocalypse Now. L'ufficiale in questione viene incaricato di andare ad esplorare il Punto R: sei mesi prima in quel luogo, non vi dico quante cose maligne siano accadute in quel luogo, l'esercito coreano perse una delle sue squadre, o plotoni o quel che fosse; l'unico sopravvissuto al misterioso incidente e' andato fuori di testa e racconta di aver visto morire tutti i suoi compagni uccisi da un nemico ignoto, ma sicuramente non dei Vietcong e men che meno Predator: ma allora perche' alla radio del campo ogni notte si sente arrivare un messaggio, una richiesta di soccorso da parte di quei soldati che dovrebbero essere morti e che invece, disperatamente, chiedono di essere salvati perche' stanno fottutamente morendo? Guerra e orrore danno vita ad un mix originale, inconsueto e molto interessante fatto di attori che interpretano ruoli noti e gia' visti in ogni film di militari, questa volta, pero', alle prese con invisibili, forse inesistenti o forse mostruosi, terrori assassini: bello, rapido, non fara' saltare sulla sedia ma non lasciera' neppure il vuoto e l'inconsistenza nei cuori.