La Guerra dei Mondi: nel corso del film si notato tre temi distinti portati avanti parallelamente, mescolati fra loro con approssimazione e mancanza di tatto; tutti e tre questi concept sono ordinatamente introdotti uno dopo l'altro subito all'inizio dello spettacolo: si parte con l'introduzione letteraria, il narratore esterno che implica l'approccio classico, l'ennesimo esempio dell'onda lunga solitamente cavalcata dalla parodia che si rifa agli anni '50 e che e' sempre piu' o meno stata presente in varie manifestazioni nel corso dei decenni per cui gli alieni devono tutti essere fatti in un certo modo, la loro tecnologia avere certi effetti e cosi' via. E' anche la dichiarazione di formale fedelta' all'opera originante (per Wells rimando a questo valido articolo su Sentieri Selvaggi). I tripodi, i tentacoli,, le teste degli alieni, l'esito della guerra, le incongruenze o le illogicita' della trama, per tutto cio' esistono due paritari modi di vedere: l'omaggio al classico o la poverta' di idee. Il secondo tema e' Cruise: in un attimo il regista e la sceneggiatura ne uccidono il personaggio; di mestiere manovra le gru, ed e' il migliore in quello che fa: e' il wolverine delle gru; il quartiere gli gravita intorno: e' l'uomo, l'Uomo. L'interpretazione di Cruise, le scene con gli altri attori, la soggettiva della famiglia contrapposta all'assenza di eroici presidenti e guerrieri votati al sacrificio: tutta la vicenda umana e' scadente nella resa, labile nella rappresentazione, patetica, troppo lunga, ripetitiva. Il finale di questa parte, perche' come ognuna di queste parti gode di un proprio inizio cosi' di un finale, e' il punto piu' basso di tutta la pellicola, la caduta delle braccia, l'ebete chiusura smidollata e gelatinosa. Il terzo punto sono gli effetti speciali e la regia che li adopera: grandiosi, cataclismatici, vigorosi; inseguono lo spettatore, lo raggiungono: stili e tipi d'inquadratura, a dire il vero gia' visti in altri film del regista (Salvate il soldato...), la macchina da presa ci porta a vivere in prima persona tutti gli accadimenti terribili e fantastici, a mostrarci l'orrore e la paura. Se potesse vivere solo delle numerose e ottime scene di distruzione e di violenza aliena , se solo si potessero ignorare le inutili connessioni umanitarie e positive: tanto, se non hai nulla da dire o modi decenti per dirlo; se fosse un videogioco potremmo sorvolare sull'assenza di una sceneggiatura decente.
Me l'hai smontato. E ora la curiosità di vederlo aumenta. Ma forse... andrò in serata economica :P
RispondiEliminache c'entra il videogioco?
RispondiEliminanon sono d'accordo neanche su una parola.
questo è puro cinema.
anche per me la parte tecnica è oltre che la migliore la più godibile, ma non massacrerei così la sceneggiatura...riguardo al patetismo, lo sapevamo già che Spielberg era un sentimentalone.
RispondiEliminail videogioco e' per propria natura, nella maggior parte dei casi, tutta immagine e priva di contenuti: un po' come questo film, secondo me. A me piacciono i film privi di contenuti, mi divertono, ma solo se non si prendono troppo sul serio: qui gli autori sono stati mortalmente seri. I dialoghi sono tanto prevedibili che lo si potrebbe guardare senza audio, guadagnandoci. Tim Robbins, il figlio di Cruise: sono personaggi svolti con eccessiva piattezza. E' un gran spettacolone, ma non molto diverso da Indipendence Day: tecnicamente migliore naturalmente ma i testi sono simili.
RispondiEliminami piace IL sentimentale ma continuare a spacciare le stesse storielle padre/figli, marito/moglie alla lunga rende insopportabili. Le scene umane uniscono il film, danno tregua fra un effetto speciale e l'altro ma avrebbero dovuto essere o piu' significative o molto meno accanite.
RispondiEliminaOT
RispondiEliminama stasera vai a sentire l'incontro su philip dick?
alla fine no: ho un incontro videoludico con un amico a cui non posso mancare, forse finiamo il Signore degli Anelli la Terza Era.
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