Fiori per Algernon: scritto nel 1959 e premiato l'anno successivo con il premio Hugo questo breve romanzo e' il frutto di della passione e del lavoro del suo autore. La passione per la fantascienza e il suo essere insegnante in classi per adulti mentalmente disabili. Il risultato e' un diario in prima persona dove il protagonista riporta e rapporta i progressi e i cambiamenti avvenutigli dopo essere stato scelto come cavia per un esperimento chirurgico atto ad aumentarne il quoziente intellettivo: il trucco letterario iniziale e' quello di presentarci un testo come se fosse scritto da un bambino con solo alcuni rudimenti di alfabetizzazione, per poi migliorare ortografia, sintassi e contenuto dei pensieri mostrandoci il passaggio da un q.i. pari a 70 ad uno abbondantemente oltre 180. Il procedimento e' reso abilmente: per esempio tra la scrittura infantile e quella del genio c'e' uno stadio intermedio a cui non avrei mai pensato, il momento in cui, appena agli inizi, l'uomo si accorge degli errori e li corregge. Il tema centrale e' la presa di coscienza di se' e del mondo circostante, la realta', il cinismo, l'odio, l'inadeguatezza, e l'atroce consapevolezza che da stupidi forse si stava meglio. Se vi sembra di aver gia' sentito una storia del genere non stupitevi perche' sono innumerevoli gli adattamenti d'ogni genere effettuati su questa storia (ricordo persino un episodio dei Simpson evidentemente tratto). Algernon, tanto per chiarire, e' un topolino: il primo essere ad aver con successo subito l'operazione per aumentarne l'intelligenza, il prototipo del protagonista; il rapporto tra il topolino e l'uomo sara' drammaticamente chiaro verso fine libro. Difficile definire questo un testo fantascientifico: non ci sono astronavi, robot, realta' virtuali e simili; e' anche un testo molto faticoso, ostile e ostico a leggersi: eccessivamente introverso e narrato con tale soggettivita' da, potre dire suscitare malessere per agevolare la considerazione che sia una lettura raffinata, ma veramente la parola corretta e' noia.  Con anche qualche dubbio sulla logica comportamentale adottata per spiegare le azioni dell'uomo genio: l'atteggiamento che vede l'uomo dall'intelletto superiore ostracizzato e odiato con timore e' molto comune in questo tipo di storie, ma l'ho sempre ritenuto un atteggiamento sbagliato.