Danny the Dog: la sceneggiatura del film che avrebbe dovuto finalmente proporre Jet Li non solo nelle vesti di ammazzasette ma anche di attore espressivo e dotato (parliamo di circuito occidentale) e' malauguratamente firmata da Besson l'onnipresente; impossibile non notare le fin troppo evidenti similitudini fra Danny e Leon che portano alla constatazione di come Besson si sia limitato a rivendersi una vecchia idea con appena qualche variazione. Leterrier e' il regista di Transporter (nonche' uno dei servi del solito Besson), il film con Jason Statham che mi era molto piaciuto (a me tra i pochi, indietro per blog ad ogni modo), qui alle prese non solo con l'azione marziale ma soprattutto con i molti dialoghi e scene sentimentali. Jet Li interpreta un uomo cresciuto e trattato per essere un cane da combattimento ubbidiente e letale che, in seguito ad alcuni avvenimenti, scopre come il mondo esterno possa essere ulteriore al semplice scambio di cazzotti inquadrando sentimenti e amore familiare attraverso la musica e l'amiciza di due sconosciuti: un anziano accordatore di pianoforti nero dal cuore d'oro e la sua figliastra promettente stella del palcoscenico. La bonta' di questi due personaggi e' perfettamente contrapposta alla crudelta dell'addestratore e presunto zio di Danny: le caratterizzazioni sono a dir poco stereotipate ed esagerate, proprio per questo il processo formativo del protagonista ritratto come un bambino nel corpo di una macchina omicida ne risulta purtroppo falso, patetico, ripetitivo e tortuoso alla noia. I combattimenti del film sono orientati, per motivi di copione, piuttosto che sulla maestria nella lotta, verso un'incontrollabile esplosione di furia scatenata capace di travolgere ogni avversario: la regia prova a spettacolarizzare in ogni modo gli scontri fra Jet Li e i suoi nemici riuscendo qua e la' in alcune sequenze di buon livello ma raggiungendo il proprio massimo solo in quei momenti in cui, fattasi da parte, lasci tutto affidato alle vere capacita' atletiche del sempre piu' incredibile cinese; in questo senso pur se combattuto contro un avversario ridicolo l'ultimo scontro e' il migliore in assoluto. La prova attoriale di Jet Li e' come quella dei suoi colleghi di cast: esagerata fino ad essere grottesca, una maschera che, venendo riproposta da tutti gli attori del film (provenienti da ambiti totalmente lontani), deve per forza essere stata richiesta dal regista per finalita' espressive. Nobilitato dal suo protagonista il film e' buono ma non abbastanza.