Anni Senza Fine: il risultato della massiccia guerra culturale, i cui pesi massimi e rappresentanti sono stati la trilogia cinematografica del Signore degli Anelli e la nuova trilogia di Star Wars, e' stato che in quasi tutte le librerie il settore dei libri fantasy sia esponenzialmente cresciuto fagocitando, cannibalizzando quello che un tempo era il maggiore e piu' seguito genere fantascientifico. L'Editrice Nord che in un tempo non remoto proponeva varie collane sci-fi differenziate dalle costole colorate d'oro, verde o grigio ha da poco iniziato a riproporre tutti i grandi classici a propria disposizione all'interno della nuova collana Cosmo. Secondo il piu' classico degli schemi il qui presente libro di Clifford Simak del 1952 propone, racchiusi da una cornice, otto racconti vagamente consecutivi piu' un epilogo: questo libro e' il libro di recente uscita in cui sono raccolte, introdotte e brevemente commentate dal curatore secondo le principali correnti di pensiero, gli otto racconti componenti la Leggenda dell'Uomo tramandati da millenni nella razza dei cani. I cani dominano il mondo, evoluti e intelligenti da tempo immemore studiano e provano a capire una curiosa e inconoscibile epica arrivata a loro dal piu' remoto passato in cui si racconta di una misteriosa razza chiamata ''uomini'', di robot, di mutanti, formiche, viaggi nello spazio e fra le dimensioni e di moltre altre cose che da infiniti anni hanno perso consapevolezza e significato: molti dei maggiori studiosi, tra i quali Stecco, Salta e Vagabondo hanno sollevato varie ipotesi sulla veridicita' storica dei racconti o sulla loro esclusiva valenza simbolica. Lo scrittore percorre un quindicimila anni almeno con la sua leggenda descrivendo la fine della societa' umana come noi la conosciamo oggi: naturalmente, secondo Simak, nel 1999 (anno d'inizio della storia) noi avremmo gia' dovuto avere l'energia atomica pulita, l'aereo di famiglia e i primordi di robot servitori. La traduzione e' ottima e propone un testo modernissimo e strabiliante per contenuti. Brevissimi e semplici i racconti mostrano, stando alla quarta di copertina, le inquietudini, l'ansia e l'angoscia degli anni '50: io trovo che oggi questo testo dia grande speranza e una certa piacevole sicurezza; nessuno stile di vita dura per sempre, ma in definitiva niente muore mai del tutto: si sposta, va da un'altra parte...