Dead in the West (Id, 1986): mi ha deluso. Non sono un lettore di Lansdale, ma questo suo western horror è considerato un classico del genere. 
Inizialmente pubblicato su Eldritch Tales, poi raccolto in forma di romanzo breve, poi variamente raccolto in altri volumi contenenti storie dello stesso personaggio. 
Reverend Jeb Mercer è un predicatore itinerante e un pistolero senza eguali, e un alcolista perseguitato dai suoi molti peccati e vizi. Arriva in un paesino, dopo un po' il paesino è invaso da zombie. 
La trama è chiaramente ispirata a High Plains Drifter, ma lo stile è completamente diverso: tradendo la sua origine da magazine, Dead in the West è scritto in stile pulp delle origini; Lansdale ha più volte detto di essersi anche ispirato (ed è nota la sua passione per) Jonah Hex.
C'è un sacco di gore, ma è un romanzetto mediocre senza particolari meriti a parte, e non è poco, essere un trailblazer per il genere.
Ho anche le storie successive, prima o poi le leggerò.
SPOILER SPOILER SPOILER
Muoiono tutti tranne il protagonista.


Herald of Shalia (Id, 2019): primo libro in una serie di 5, spero conclusa perché l'autrice sembrerebbe essersi ritirata. 
Tamryn Tamer. 
Questo libro mi ha sorpreso. E' esilarante. ESILARANTE.
Comincia banalmente: c'è una dea che pesca un uomo dal nostro mondo, lo farcisce di poteri e gli dice di prendersi cura dei suoi seguaci. Il protagonista è il solito bastardo dal cuore d'oro. 
I seguaci sono tutte femmine, tutte elfe, tutte bellissime e vivono tutte in un villaggio: accolgono il protagonista come il messia. Tecnicamente lo è. 
Niente di che: tipico isekai harem porno. 
Il setting è un normale fantasy alla Tolkien: gli umani considerano tutte le altre specie inferiori. 
'Inferiori' come se fossero animali e non vere persone, ma letteralmente nel senso di 'come se fossero animali': quando si scopre che al protagonista piace giacere con le elfe, scoppia uno scandalo; è come il pastore e le pecore. 
La gente lo guarda e vomita. Solo i peggiori degenerati. 
Non è come i padroni delle piantagioni di cotone con le schiave, è zoofilia. 
Quindi il nostro eroe che, tanto per dire, durante il libro uccide giganti a mani nude, super guerrieri di altissimo livello a decine, principi e chiunque gli rompa le balle in generale, finisce per essere conosciuto da tutti come Elf-fucker. 
Ci sono delle scene da scompisciarsi. 
L'umorismo non è per tutti, è come per i film volgari di Adam Sandler. 
Faccio un altro esempio: tutte le elfe del villaggio hanno il ciclo sincronizzato; il protagonista si sveglia, un giorno, e il villaggio di amabili e bellissime elfe si è trasformato in un pandemonio di mood swings e altro. Il protagonista decide di prendersi una vacanza 'interspecies reviewers' style. 
E' stupido da far rotolare, ma è assurdamente divertente.


Sleeping Worlds Have No Memory (Id, 2024) : ambizioso politico di umili origini, rapidamente salito al potere, viene defenestrato dopo aver rifiutato l'ordine imperiale di reprimere nel sangue una rivolta di poveracci.
Praticamente l'inizio di The Running Man.
Amato dal pubblico, invece di essere impiccato per tradimento, viene sbattuto in un ruolo considerato da tutti ammazza-carriera e, probabilmente, pre-esecuzione per fallimento: la supervisione del folle progetto di costruzione di una titanica torre a difesa di una, forse, immaginaria minaccia sul più lontano confine dell'impero.
Ora, tutti sappiamo che quando un libro di questo genere allude alla Torre di Babele, l'autore vuole fare letteratura.
Nel passato del nostro protagonista, c'è una sorella morta molto giovane (il motivo della morte viene rivelato circa a metà romanzo): il protagonista le parla come se fosse ancora viva. Non un'allucinazione o pazzia, sa che è morta: usa la memoria della sorella per avere conversazioni, come se fosse ancora viva, e usarla come coscienza per le proprie decisioni e azioni.
Praticamente a inizio libro, il protagonista incontra e si innamora di una donna che la lo stesso nome della sorella defunta.
Ora, tutti sappiamo che quando un libro di questo genere allude all'incesto, la 'L' di letteratura si ingrossa.
La quarta di copertina cita i suoi modelli: China Mieville, Ted Chiang e Dune; è chiaramente un romanzo new weird che si affida molto al setting d'ambientazione, la butta gravemente sul filosofico, gira e confonde la percezione del lettore, si invaghisce dei concetti di memoria e sogno e destino.
A un certo punto, circa metà, il protagonista si trova a dover scegliere: condannare la sua carriera/vita ma trovare l'amore, continuare a costruire la Torre e tornare al potere ma condannare il mondo alla distruzione.
...è una Torre di Babele e, come tutti sanno, non bisogna mai terminare la costruzione di una Torre di Babele: porta malissimo.
L'autore offre alcuni bellissimi pensieri, ci sono alcune frasi squisite proprietarie di concetti molto stimolanti; sfortunatamente, è un'infinita rottura di cazzo.
C'è un'altra razza: pochi sopravvissuti a un grande cataclisma di qualche tipo nel passato, possessori di un'antica, avanzatissima tecnologia impossibile da comprendere; la costruzione della Torre è possibile solo usando questa tecnologia, ma questa tecnologia ha molte controindicazioni e prezzi da pagare.
Progressivamente, la storia diventa più onirica e, vagamente, delirante: l'autore è indubbiamente capace, creativo e dotato di introspezione; sfortunatamente, come dicevo, il libro resta un'infinita rottura di cazzo.
Mi è piaciuto, non mi è piaciuto? L'ho finito, ma ho impiegato mesi. Mi è piaciuto leggerlo, ma non avevo mai voglia di farlo.
Fortunatamente, il finale è una merda quindi posso convintamente dire non essermi piaciuto.
Funziona così: per l'autore, Yaroslav Barsukov, è il debutto nel formato romanzo; questo libro, tuttavia, è la versione estesa di una precedente, già molto lunga per il tipo, novella intitolata "Tower of Mud and Straw" (2020), variamente shortlisted da rassegne e premi letterari.
Ora, per quanto mi sia dato capire: questo romanzo è diviso nettamente in 2 parti; la prima parte, credo, è la suddetta novella solo marginalmente editata: questa novella è eccezionale e possiede un finale perfetto; la seconda parte comincia, essenzialmente, con un retcon del finale della parte precedente e da lì procede ad aggiungere e variare su quanto già fatto.
Alcune cose sono intriganti: nella seconda parte, il protagonista non parla più con la sorella morta, completamente sostituita nella sua mente, dalla sua innamorata; così potrebbe non sembrarlo, ma è un'idea brillante.
Sfortunatamente, la seconda parte è allungata da capitoli secondari dedicati a personaggi secondari le cui vicende aggiungono molto poco, tolgono tanto; niente viene spiegato e l'autore ricorre a suggestioni metafisiche particolarmente vuote.
Il finale è ambiguo e volgarmente aperto.
SPOILER SPOILER SPOILER
La prima parte finisce con il protagonista che fa esplodere la Torre e muore precipitando. 
La seconda comincia con il protagonista stupidamente sopravvissuto che si trova nella nazione confinante dove stanno costruendo, guardacaso, una seconda Torre; nel finale distrugge anche questa, poi distrugge la Mimic Tower e chiude il portale tra i due mondi per sempre. Nell'epilogo decide, direi, di tornare nel suo stato e pagare le conseguenze delle sue azioni.
Il 'nostro' mondo è una realtà/sogno creata dagli alieni per scappare al cataclisma nel loro mondo, circa.


Deathstalker 2025: senza dubbio il mio (unico) film più atteso dell'anno. Potrei arrivare a dire di aver aspettato 33 anni per questo film. 
E' il reboot di una serie di film sword and sorcery iniziata nel 1983 (ce ne sono 4, l'ultimo è del 1991): vidi solo il primo. Onestamente, non è questo il punto. 
Non è di questa serie che dovete preoccuparvi. 
Deathstalker 2025 è la cosa più vicina a un seguito di Army of Darkness che sia mai stato prodotto. 
La serie originale è seria: i momenti di umorismo sono involontari o dovuti a una certa consapevolezza come gli originali Conan con Arnold; questo quinto film è camp, è comico, è assolutamente autoironico e realizzato con il tono e lo stile di Army of Darkness. Groovy, cool and funny.
NOTA: il necronomicon è direttamente citato, quindi non è casuale.
La produzione ha voluto imitare in tutto e per tutto lo stile dell'epoca, quindi costumi, quindi gore ridicolo ed effetti visivi di ogni tipo compresa stop motion e pupazzi; è un po' Labyrinth, un po' Dark Crystal; è traboccante di citazioni che vanno da Krull a Grosso Guaio a Chinatown, passando per Spaceballs, Swamp Thing, Ninja Turtles e chissà quante altre che non ho colto.
E' fantastico ed è esattamente tutto ciò che avrebbe dovuto essere il nuovo Toxic Avenger, e non è stato.
E' una produzione canadese diretta da Steven Kostanski e il (mi piace chiamarlo anche non lo è) collettivo Astron-6; forse li ricorderete: sono quelli di PG - Psycho Goreman.
Attore protagonista Daniel Bernhardt, co-star Patton Oswalt (solo voce); piccola parte per Nina Bergman; distribuito da Shout!. 
Uno dei produttori esecutivi, anche autore del theme e parte della colonna sonora, è Slash. 
Slash Slash, quello vero.
Capirete trattarsi di qualcosa inadatto a chiunque abbia un'età inferiore a 40+.
Generalmente inadatto a un pubblico femminile. 
Trama: il grande guerriero caduto in disgrazia Deathstalker si trova per le mani un amuleto magico, tale amuleto è profondamente desiderato da un culto malvagio votato alla resurrezione di un super mago malvagissimo e conseguente iper-divinità vagamente lovecraftiana; Deathstalker non è che gliene freghi molto di questa cosa ma l'amuleto si è letteralmente attaccato a lui, e lo costringe a combattere. 
Segue formazione del party, seguono combattimenti, segue scontro finale. 
C'è una spada magica così potente e così galattica da far invidia all'originale Shatterstar di Liefeld.
Tutto ciò detto. 
Il film è stato un successo miracoloso; la produzione ha trovato il perfetto equilibrio tra budget e target di pubblico: sono stati spesi pochi soldi e di maschi quarantenni+ con una complessa malinconia per gli ann '80 ce ne sono abbastanza da aver realizzato un incasso sufficiente a considerarlo un trionfo.
Eccellente.


Fibulwinter (Id, 2014): primo libro nella serie "Daniel Black" di E. William Brown. Isekai harem con sesso.
Se non fosse precedente, direi il setting ispirato da God of War: un misto di miti nordici e greci, setting feudale/medievale; Black è un ingegnere (abbrevio) scelto dalla dea Hecate e trasportato nel suo mondo, dopo averlo farcito per bene di magia, per difendere la sua unica follower e salvarla da Ragnarok. 
La follower è una strega-succubus; la fidanzata della follower è una 'bambola' magica senziente fatta di zucchero e sesso (sintetizzo). 
Uhm. 
C'è molto meno sesso di quanto sarebbe stato lecito aspettarsi, molti più combattimenti e inaspettato world building; l'autore dedica una disordinata quantità di tempo a rappresentare lo shock culturale di un uomo contemporaneo nel contesto di una società feudale, specialmente in relazione al trattamento delle donne: non mi spingerò a definirlo un testo storicamente accurato, ma nel contesto di un romanzo dove i personaggi femminili sono cagne in calore pronte a lanciarsi ai piedi del protagonista per servirlo, c'è inaspettatamente rispetto e attenzione al consenso.
E' divertente l'approccio scientifico del protagonista alla magia, è un gimmick ma è nondimeno simpatico: usa la propria magia sfruttando le sue conoscenze per, faccio un esempio a caso, generare energia nucleare. 
Leggerò certamente anche il seguito. 
SPOILER SPOILER SPOILER
Un altro aspetto intrigante della storia è la formazione di un retinue non direttamente connesso all'incipiente harem: il protagonista è molto potente e, dopo la solita iniziale esitazione per mostrare la sua moralità, accetta di comportarsi come un Lord e prendere a servizio/proteggere personaggi di vario tipo... non solo maid, anche fabbri, soldati e altre professionalità maschili d'utilità.


Dungeon Wreckers (Id, 2025): durante la scrittura di Commerce Emperor, Durand soffrì di burnout; cercando di ripigliarsi continuando a scrivere, decide di produrre 2 romanzi stand alone: l'altro è Gunsoul. 
Tecnicamente, questo romanzo è parte del Colorverse, circa uno spin-off di The Perfect Run: la continuity è limitata e non importante per la comprensione, la spigherò dopo spoiler wall. 
Diciamo urban fantasy. Mondo moderno come il nostro, ma leggermente diverso: è infestato da Dungeon che compaiono all'improvviso qua e là, rapiscono e si nutrono di persone; ogni tanto qualcuno sopravvive e sviluppa poteri sullo schema di The Perfect Run: colori abbinati a specifiche abilità. 
La storia segue un giovane dungeon wrecker, il più potente di tutti, forse il primo a sviluppare poteri, e il suo circolo di amici e compagni di team; un po' di scuola, un po' di battaglia. Cazzeggiano, sconfiggono dungeon e si divertono: chiaramente, come sempre, a un certo punto la situazione volge al peggio, il dramma aumenta e cominciano a morire persone importanti.
Non è granché, Durand stesso lo dice, ed è un po' troppo YA per i miei gusti. Ci sono alcune idee e l'esecuzione narrativa è buona, ma è sterile e privo di carattere.
SPOILER SPOILER SPOILER
Il protagonista viene da una dimensione alternativa, ha dimenticato tutto, ricorda prima della fine e diventa ancora più potente di prima; c'è una semi-apparizione di Ryan, ma il nesso principale con The Perfect Run è il dungeon originale causa di tutti i problemi di questo universo e del protagonista... è Monaco!
Alla fine vincono e non muore nessuno di davvero importante.


Sometimes Even Reality Is a Lie!: aka "Hanging Out with a Gamer Girl" aka "Real mo Tama ni wa Uso wo Tsuku".
Avrei potuto ficcarlo nell'infodump di questo mese, perché onestamente non è granché. 
Non è granché, ma l'ho letto per 7+ anni senza mancare un capitolo. 
Cominciato come doujin pubblicato online (mi pare su Pixiv, ma non ricordo), acquisito da Kadokawa per pubblicazione seriale nel 2018 conclusasi questa settimana, 239 capitoli. 
NOTA: qualcuno numera 240 capitoli perché ci sono dei capitoli .5 che causano confusione.
Uhm.
Romance scolastico. Circa. 
Come frequentemente succede in questo genere di storie, specialmente negli ultimi anni, il manga comincia con un gimmick intrigante che, proseguendo nella storia, viene in qualche modo risolto indirizzando il resto su più consueti (per questi magici anni reiwa) binari di scoperta di come funzioni una relazione.
I protagonisti diventano amici su un videogioco online; lui è il solito grazioso super normale, un po' effeminato, gentile e premuroso; lei è circa un hikikomori che ha smesso di andare a scuola (o forse no, non ricordo più) e vive solo per i videogiochi: subì un qualche trauma relativo a maschi e i genitori sono diventati iperprotettivi e le impediscono di avere relazioni con maschi, o qualcosa del genere. 
Nonostante i lunghi anni di pubblicazione, di questo manga si trovano pochissime info online (a proposito, l'autore di testi e disegni si firma Niichi), dovrei andare a rivedere i vecchi capitoli ma non ne ho voglia. 
...tornando a noi: i 2 si incontrano irl e diventano amici dal vivo. 
Per potersi frequentare senza incorrere nelle ire dei genitori di lei, lui dovrà travestirsi da femmina. 
Questo è più o meno il concept. 
Passa il tempo e lei diventa più sicura di sé e la solita maturazione femminile dovuta alla presenza di un personaggio maschile incoraggiante e di supporto; finalmente si innamorano ed entrano in una relazione. 
E' disegnato benino, è a colori; il vero motivo del successo è, probabilmente (sicuramente), la brevità dei capitoli: poche pagine a capitolo, riferimenti a videogiochi, disegni ben fatti, qualche situazione divertente. 
Non c'è motivo di abbandonarlo e, in un attimo, sono passati 7+ anni.
NOTA2: ho scelto un'immagine allusiva per chiudere il post, ma il manga è totalmente privo di ecchi.
SPOILER SPOILER SPOILER
Si sposano.