Sakra: il grande Donnie con uno dei migliori wuxia degli ultimi decenni. Se l'è fatto tutto da solo: produce, dirige, interpreta il protagonista e l'azione è stata coreografata dal suo Donnie Yen Action Team.
Wong Jing coproduce. Ufficialmente HK+Cina, ma finora si trova solo l'audio mandarino.
E' tratto da un celebre romanzo di Jin Yong, non è il primo adattamento.
Prima, però, parliamo un attimo di Donnie. 
Ultimamente si è parlato molto di Donnie in occidente e non sempre bene: Donnie è personaggio centrale nell'ultimo John Wick (che pare essere un film da firmamento del cinema), ha goduto di grazia riflessa per il trionfo della Yeoh (essendo asiatico!); è stato anche al centro di una demenziale polemica perché i patrioti americani non hanno apprezzato espressioni patriotiche di Donnie nei riguardi della Cina: Donnie è liberissimo di parlare bene della Cina, non è liberissimo di parlare male della Cina e poi tornare a casa, indipendentemente da quali siano i suoi pensieri a riguardo. 
Tutto ciò detto. 
Sakra è fenomenale. 
La narrazione è tipicamente cinese, quindi sconnessa per i nostri gusti, ed estremamente complicata come solo i romanzi d'arti marziali sanno essere: Donnie Yen è Qiao Feng, uno dei più potenti eroi marziali del mondo, capo della Beggars Gang, e tutti lo amano; un giorno tutti scoprono, anche Donnie non lo sapeva, che non è un cinese Song ma un cinese Khitan: dall'oggi al domani tutti lo odiano. 
Succedono anche altre cose e ci sono personaggi che tramano nell'ombra per manipolarlo politicamente, come succede sempre in questi casi. 
Donnie cercherà di svelare il mistero della propria origine e del suo nemico, nel frattempo facendo altre cose e distraendosi spessissimo come sempre capita agli eroi marziali. 
Un po' di pensieri sparsi: il trucco ringiovanente di Donnie è discutibile, è in ottima forma ma ha pur sempre 60 anni, è effettivamente ridicolo; inoltre, nei film cinesi, non si è mai fatto troppo caso all'età anagrafica degli attori e l'età narrativa dei personaggi: si poteva evitare... in realtà, nel finale, il motivo di questa scelta trova in qualche modo una giustificazione durante il lungo epilogo. 
Ah, giusto: Sakra racconta una serie di episodi nella vita del personaggio, non l'inizio, non la fine; il film, quindi, non finisce e anzi è accompagnato da una serie di epiloghi che non vogliono necessariamente suggerire la possibilità di un seguito, sono semplicemente un modo tradizionale di realizzare i wuxia e rappresentare la natura episodica delle sue storie. 
Stilisticamente ci sono cose a cui non siamo abituati: i combattimenti sono sanguinari e rasentano, durante alcuni dei passaggi più violenti, lo splatter; qualcosa più vicino al gusto giapponese che alla normale pulizia cinese. Non fraintendetemi, non è Evil Dead: vola qualche braccio, ma sono soprattutto gli spruzzi di sangue che ricordano, in particolare, lo Zatoichi di Kitano. 
C'è anche una scena decisamente erotica, breve, che vede protagonista una dei personaggi femminili (solita seduttrice malvagia). 
Torniamo all'azione: ottimo wire fu, spettacolare e pieno di trovate originali; magnifiche scene marziali; sorprendente cg a valorizzare alcuni attacchi particolarmente potenti con effetti speciali degni di un fantasy animato. Ci sono duelli 1 contro 1, ma sono le scene 1 contro centinaia a farla da padrone e sono incredibili. 
Imperdibile.