A Thousand Ships (Id, 2019): la Guerra di Troia dalla prospettiva delle donne coinvolte. Libro femminista. 
Naturalmente non ricordo dove l'ho letto consigliato, ma i sospetti sono sempre i soliti: Guardian, Booker, NYT, Book Riot, etc etc.
Libro femminista. 
Un vecchio poeta cieco chiede alla musa di cantargli l'ispirazione per un nuovo poema, il poeta è senza nome ma un 'vecchio poeta cieco greco' è abbastanza riconoscibile. L'imitazione dell'originale epico è voluta, evidente e persino precisa: la musa canta... ma la musa è stufa di cantare sempre la stessa versione della storia. 
Chissenefrega dell'ira funesta, questa volta vuole raccontare la storia in modo diverso: vuole che il poeta la veda attraverso gli occhi di tutte le donne che l'hanno causata, fatta e subita l'Iliade.
La struttura del romanzo è abbastanza complessa, non iper-articolata o imbastita secondo qualche fissazione geometrica, ci sono 3 gruppi di capitoli: il tempo 'presente' è quello della notte della caduta di Troia e i suoi giorni successivi, questa cronologia è per lo più affidata a capitoli con protagoniste le 'Donne Troiane', il gruppo delle sopravvissute all'incendio, catturate e fatte schiave dai greci (Elena, Ecuba, Cassandra e altre); questa sezione portante del libro è lo spunto per i capitoli 'flashback/digressivi' dedicati a singole donne famose, non tutte ma per la maggior parte morte prima o durante la guerra (Briseide, Criseide ma anche dee come Afrodite, Atena ed Eris); poi ci sono alcuni brevi capitoli contenenti le lettere di Penelope a Odisseo. 
Ecco, qui bisogna fare la prima annotazione: il libro racconta principalmente dell'Iliade, ma non solo. 
Alcune delle vicende di donne coinvolte nell'Iliade sono più approfonditamente raccontate, o concluse, fuori dall'Iliade e a fine libro, infatti, l'autrice elenca le altre opere classiche alla base della sua narrazione: ovviamente l'Odissea, Ifigenia di Euripide, l'Oresteia di Eschilo, le Eroidi di Ovidio e altre.
C'è anche un pochino di Eneide ma l'autrice la schifa un po' accusando Virgilio di incapacità nel raccontare i personaggi femminili. 
L'autrice. 
Natalie Haynes è una classicista inglese e una comica radiofonica/televisiva, questo è il suo terzo romanzo (non il suo terzo libro) e, a giudicare dai titoli, anche il terzo d'ambientazione classica. 
Un quarto già uscito. 
Copierò le parole attribuite ad Amanda Foreman nel recensire quest'ultimo, valgono esatte anche per A Thousand Ships: "Never has ancienty misogyny been presented with so much wit and style'. 
E' un libro femminista, è vero, ma è scritto con brio e auto-ironia di genere: mi ricorda Mary Roach. 
Tornando a noi. 
Donne più o meno famose dell'Iliade, alcune durano il tempo di poche righe, altre di più pagine: alcune muoiono male e dimenticate, letteralmente delle footnotes, altre hanno ispirato un seguito popolare che le ha rese emblematiche ed eterne; alcune sono schiave, altre regine, alcune sono dee, altre donne comuni. 
Come già detto, i capitoli di Penelope sono un po' diversi dagli altri, e sono senza dubbio i migliori, e sono scritti per essere i migliori perché sono quelli più direttamente comici, accattivanti e attraenti: la leale e fedele Penelope che aspetta da 20 anni, e nel frattempo ha sentito bardi/aedi vari raccontarle i tradimenti del marito con varie donne, diversioni dal viaggio di ritorno senza apparente motivo, nel mentre che il figlio cresce e i famosi proci le rompone le scatole, e lei anno dopo anno comincia a scocciarsi. 
Donne che amano, donne che odiano, donne che piangono, donne che ridono no... non mi pare ci sia la minima traccia di felicità in queste storie: ci sono donne che sorridono, sorridono per sedurre e ammaliare, o sorridono davanti al pericolo e alla morte, magari quella di rivali e nemici, ma di felicità manco l'ombra. 
Di chi è la colpa? Degli uomini. 
La risposta non è così facile: ci sono capitoli, quello di Themis per esempio, dove la semplicità femminista del dare tutta la colpa agli uomini viene messa in discussione, vengono introdotti temi di necessità e si solleva il dubbio che, come spesso si sa accadere, la sofferenza delle donne è causata da altre donne. 
E' un libro femminista ma non è un libro radicale o stupido, è tutt'altro: è ottimamente scritto, intelligente, soddisfacente, pieno di humor e di tragedia.
L'unica cosa che manca completamente da questo libro, ed è curioso dato l'argomento, è l'omosessualità: nessun accenno o sospetto, manco parlando di Patroclo e Achille. 
Sono sfortunatamente troppo poco edotto e insensibile ai motivi femministi per trarre conseguenze da questa osservazione, il mio massimo sul tema è Will e Grace. Lascio perdere. 
A Thousand Ships è un ottimo libro, comprerò al più presto gli altri libri della Haynes.
SPOILER SPOILER SPOILER
Di chi è la colpa? 
Di quella troia di Elena, ovviamente; ma anche dell'incapace Menelao. Vogliamo parlare di Priamo ed Ecuba che avrebbero dovuto ammazzare Paride in fasce come gli era stato consigliato? E' colpa di Afrodite? E' colpa del pomo di Eris? E' colpa di Themis e Zeus? E' colpa di Gaia e della necessità di ridurre un po' la popolazione?