Ip Man 3: uno o due giorni fa, Donnie Yen ha confermato e reso ufficiale il suo ritiro dai film d'arti marziali. 56 anni, svariati infortuni e, probabilmente, anche una discreta stanchezza. Il tutto è stato condito da dichiarazioni sul suo desiderio di crescere come attore, e altre cose del genere, ma il senso ultimo è che Ip Man 4 sarà l'ultimo film durante le cui riprese accetterà di farsi male.
E' la natura delle cose. A modo suo è giusto così.
Non ci sono delle vere mezze misure tra il modello Jet Li e quello Jackie Chan.
Vedremo cosa sarà della carriera di Donnie Yen, nel frattempo è un buon momento per guardare, finalmente, il terzo Ip Man uscito nel 2015.
L'ho sempre snobbato, considerandolo un inutile seguito, e certamente è un inutile seguito, come inutile sarà anche il quarto; ciò non di meno, è anche un ottimo film d'arti marziali 'crepuscolare'.
Ip Man ha 51 anni, vive a HK con la moglie (Netflix ha il film nell'originale cantonese) e il giovane figlio. E' affermato e conduce una vita di tranquillo successo e serenità.
Honk Kong, però, è quella degli anni '50 governata da stranieri senza scrupoli e approfittatori, malvagi.
La scuola dove va il figlio di Ip Man è nel mirino di un boss della criminalità, Mike Tyson.
La presenza di Tyson è uno dei motivi di tristezza del film, seppur il suo inevitabile combattimento con Donnie Yen non sia davvero brutto.
Ip Man decide di difendere la scuola: Ip Man contro qualche thug; Ip Man contro un sacco di thug; Ip Man contro un thai boxer qualsiasi in una scena tra ascensore e scale molto ben diretta e coreografata; Ip Man contro Tyson in un combattimento, come detto, decente ma irrisolto per la necessità produttiva di dare al personaggio di Tyson il suo immeritato rilievo: malvagio ma onorevole, imbattibile ma incapace di battere Ip Man. Questo combattimento è stato stabilito a tavolino dagli agenti di Tyson e la produzione del film. E' una tristezza, ma non è brutto da vedere.
Questo non è il combattimento finale: Ip Man 3 è un film un po' diverso dai suoi predecessori perché sviluppa in modo parallelo tre trame equidistanti. Si intersecano in quella che è una sceneggiatura inaspettatamente complessa e articolata per il genere: Ip Man contro la malavita guidata da Tyson, Ip Man e il rapporto con sua moglie, Ip Man e la rivalità con un emergente maestro d'arti marziali che vuole spodestarlo come gran maestro del Wing Chun.
Ecco: il duello tra i due è il combattimento finale.
Il miglior combattimento del film è certamente quello con il thai boxer.
Il duello finale è valido ma troppo carico di simbolismi e propaganda: la coreografia è interessante nella sua parte iniziale e mediana, ma diventa stupidamente banale nella conclusione.
Senza fare troppi spoiler, il duello si conclude con la 'super mossa' del Wing Chun conosciuta a livello mondiale e variamente popolarizzata da Bruce Lee e vari videogiochi.
A proposito: finalmente Ip Man prende Bruce Lee come discepolo.
Ip Man 3 non è un brutto film, ma il successo dei suoi predecessori lo costringe a tentare di superarli arrischiandosi a chiamare una davvero inutile guest star occidentale, e insistere su motivi di superiorità patriottica che finiscono per rovinare la genuinità dei combattimenti e la sorprendente intelligenza della sceneggiatura.