Corteo: eccoci al nostro atteso appuntamento annuale con il tour del Cirque du Soleil a Bologna. Questa volta la compagnia ha portato uno dei loro più famosi spettacoli, Corteo.
Rispetto al più recente Toruk che abbiamo visto l'anno scorso, Corteo è un classico del 2005 scritto e diretto dal regista svizzero Daniele Finzi Pasca.
Diversamente dai precedenti spettacoli, Corteo possiede un alto tasso di personalizzazione: è ampiamente e comprensibilmente recitato in italiano, nello specifico persino con forte accento emiliano e dialoghi localizzati. Vengono citati luoghi simboli di Bologna, tanto per fare un esempio.
Corteo è la storia di un funerale.
Muore un clown e i suoi colleghi gli fanno il funerale, invece di essere un funerale triste è una cerimonia parata (un corteo appunto) dove tutti ridono e scherzano e sono felici. Al funerale partecipa, addirittura, il defunto stesso... in una non meglio precisata forma di zombie o fantasma.
Il palco è un rettangolo dove gli artisti si esibiscono frequentemente con un moto orizzontale.
Narrativamente c'è poco... è un funerale, non c'è esattamente una storia: si alternano spettacoli che fotografano parti della vita del defunto, ad altri che sono il presente della parata.
Faccio un esempio semplice dal secondo numero dello spettacolo: il defunto ricorda la propria infanzia e, nel frattempo, alcuni acrobati si esibiscono 'in pigiama' su trampolini mascherati da letti, come fossero bambini che giocano e saltano sui propri lettini.
Un paio di commenti: l'attore protagonista in questa versione italiana/bolognese è il romano-piacentino Mauro Mozzani... leggo adesso che Mozzani è l'interprete primario di questo spettacolo, anche all'estero: mi viene quindi il sospetto che possa essere meno adattato ed è essere invece decisamente italiano nelle sue forme. Uhm.
Non importa, andiamo avanti: le musiche e canzoni sono le solite del Cirque du Soleil e, onestamente, cominciano a risultare un po' ripetitive.
L'assenza di una storia pesa: non lo paragonerò a Toruk da cui è separato da 10 anni, ma rispetto a spettacoli scritti precedentemente come Quidam e Varekai, Corteo appare più semplice e meno appassionante. L'assenza della storia costringe a concentrarsi esclusivamente sui numeri, che sono sempre eccezionali, e anche questi in alcuni casi lampanti tendono a essere ripetitivi.
Fatemi chiarire un aspetto: Corteo è magnifico, ma essendo il mio quarto o quinto spettacolo del Cirque du Soleil, comincio per forza di cose a considerarlo in prospettiva.
Non avete mai visto uno spettacolo del Cirque? Corteo è incredibile.
Avete già visto altri spettacoli del Cirque? Corteo è meno originale, meno personale e più facile.
Il numero della tipa che si arrotola e srotola per aria usando lunghe lenzuola, per esempio, è alla fin fine sempre uguale: ci sono evidentemente un numero limitato di azioni possibili. E' sempre emozionante e pericolo, etc etc, ma è uguale a quello di Quidam (ma quello di Quidam fu molto meglio).
Stesso discorso per il numero degli omini vitruviani dentro i cerchioni: alla fine girano su se stessi, non fanno molto altro.
Non c'è stato un singolo numero che mi abbia particolarmente colpito.
E' un bellissimo spettacolo, ma meno immaginifico degli altri.
Rispetto al più recente Toruk che abbiamo visto l'anno scorso, Corteo è un classico del 2005 scritto e diretto dal regista svizzero Daniele Finzi Pasca.
Diversamente dai precedenti spettacoli, Corteo possiede un alto tasso di personalizzazione: è ampiamente e comprensibilmente recitato in italiano, nello specifico persino con forte accento emiliano e dialoghi localizzati. Vengono citati luoghi simboli di Bologna, tanto per fare un esempio.
Corteo è la storia di un funerale.
Muore un clown e i suoi colleghi gli fanno il funerale, invece di essere un funerale triste è una cerimonia parata (un corteo appunto) dove tutti ridono e scherzano e sono felici. Al funerale partecipa, addirittura, il defunto stesso... in una non meglio precisata forma di zombie o fantasma.
Il palco è un rettangolo dove gli artisti si esibiscono frequentemente con un moto orizzontale.
Narrativamente c'è poco... è un funerale, non c'è esattamente una storia: si alternano spettacoli che fotografano parti della vita del defunto, ad altri che sono il presente della parata.
Faccio un esempio semplice dal secondo numero dello spettacolo: il defunto ricorda la propria infanzia e, nel frattempo, alcuni acrobati si esibiscono 'in pigiama' su trampolini mascherati da letti, come fossero bambini che giocano e saltano sui propri lettini.
Un paio di commenti: l'attore protagonista in questa versione italiana/bolognese è il romano-piacentino Mauro Mozzani... leggo adesso che Mozzani è l'interprete primario di questo spettacolo, anche all'estero: mi viene quindi il sospetto che possa essere meno adattato ed è essere invece decisamente italiano nelle sue forme. Uhm.
Non importa, andiamo avanti: le musiche e canzoni sono le solite del Cirque du Soleil e, onestamente, cominciano a risultare un po' ripetitive.
L'assenza di una storia pesa: non lo paragonerò a Toruk da cui è separato da 10 anni, ma rispetto a spettacoli scritti precedentemente come Quidam e Varekai, Corteo appare più semplice e meno appassionante. L'assenza della storia costringe a concentrarsi esclusivamente sui numeri, che sono sempre eccezionali, e anche questi in alcuni casi lampanti tendono a essere ripetitivi.
Fatemi chiarire un aspetto: Corteo è magnifico, ma essendo il mio quarto o quinto spettacolo del Cirque du Soleil, comincio per forza di cose a considerarlo in prospettiva.
Non avete mai visto uno spettacolo del Cirque? Corteo è incredibile.
Avete già visto altri spettacoli del Cirque? Corteo è meno originale, meno personale e più facile.
Il numero della tipa che si arrotola e srotola per aria usando lunghe lenzuola, per esempio, è alla fin fine sempre uguale: ci sono evidentemente un numero limitato di azioni possibili. E' sempre emozionante e pericolo, etc etc, ma è uguale a quello di Quidam (ma quello di Quidam fu molto meglio).
Stesso discorso per il numero degli omini vitruviani dentro i cerchioni: alla fine girano su se stessi, non fanno molto altro.
Non c'è stato un singolo numero che mi abbia particolarmente colpito.
E' un bellissimo spettacolo, ma meno immaginifico degli altri.
Posta un commento