Fibulwinter (Id, 2014): primo libro nella serie "Daniel Black" di E. William Brown. Isekai harem con sesso.
Se non fosse precedente, direi il setting ispirato da God of War: un misto di miti nordici e greci, setting feudale/medievale; Black è un ingegnere (abbrevio) scelto dalla dea Hecate e trasportato nel suo mondo, dopo averlo farcito per bene di magia, per difendere la sua unica follower e salvarla da Ragnarok. 
La follower è una strega-succubus; la fidanzata della follower è una 'bambola' magica senziente fatta di zucchero e sesso (sintetizzo). 
Uhm. 
C'è molto meno sesso di quanto sarebbe stato lecito aspettarsi, molti più combattimenti e inaspettato world building; l'autore dedica una disordinata quantità di tempo a rappresentare lo shock culturale di un uomo contemporaneo nel contesto di una società feudale, specialmente in relazione al trattamento delle donne: non mi spingerò a definirlo un testo storicamente accurato, ma nel contesto di un romanzo dove i personaggi femminili sono cagne in calore pronte a lanciarsi ai piedi del protagonista per servirlo, c'è inaspettatamente rispetto e attenzione al consenso.
E' divertente l'approccio scientifico del protagonista alla magia, è un gimmick ma è nondimeno simpatico: usa la propria magia sfruttando le sue conoscenze per, faccio un esempio a caso, generare energia nucleare. 
Leggerò certamente anche il seguito. 
SPOILER SPOILER SPOILER
Un altro aspetto intrigante della storia è la formazione di un retinue non direttamente connesso all'incipiente harem: il protagonista è molto potente e, dopo la solita iniziale esitazione per mostrare la sua moralità, accetta di comportarsi come un Lord e prendere a servizio/proteggere personaggi di vario tipo... non solo maid, anche fabbri, soldati e altre professionalità maschili d'utilità.